Titolo: Gymkhana – Cross
Autore: Luigi Davì
Editore: Hacca
Anno: 2011
Ancora una volta le Edizioni Hacca, sempre attentissime al fermento presente e passato di quell’hinterland torinese spesso emblema di una realtà ben più ampia, portano in libreria un’opera degna di essere letta, in questo caso assaporata e goduta con lo spirito pioneristico della scoperta.
Ciò non faccia pensare ad un libro di avventure o azione: Gymkhana – Cross piuttosto è un testo dal sapore nostrano e genuinamente italiano, ma profondamente intriso di una coscienza-incoscienza di fabbrica così lontana dall’immaginario collettivo attuale, da potersi considerare un tuffo in un'altra realtà.
In un susseguirsi di episodi - racconti che intrecciano in verità una sorta di romanzo minimalista, l’autore rappresenta un’epoca e un mondo che forse è durato lo spazio di un istante, ma che in questa Italia è stato, e dunque, val la pena conoscere.
La sapiente e ricca introduzione di Sergio Pent è strumento probabilmente indispensabile per il lettore che giunge così con la giusta predisposizione alla lettura del libro che, per parte sua, è scritto con grandissima scorrevolezza e semplicità, specchio linguistico perfetto della pozza cristallina e poco profonda (ma per ciò stesso trasparente) della coscienza del protagonista.
Nell’altrettanto illuminante postfazione di Giuseppe Lupo si cita un’opinione di Calvino sull’opera di quest’autore, che cifra perfettamente(e ciò non stupisce) il lavoro di Davì, il quale – si dice – ci restituisce “la faccia allegra e scooteristica del mondo industriale”.
Una lettura fluida e intelligente, tutt’altro che scontata, consigliata a tutti ma in particolare a chi desideri riscoprire quello spirito sereno e al contempo fatalista di un’Italia che purtroppo non c’è più e spesso viene dimenticata nel prevalere di una certa immagine più triste ed oscura che si è ormai radicata nella nostra idea evolutiva del contesto “fabbrica”.