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In anteprima alcune domande della mia intervista a Brian Keene che sarà pubblicata sul nuovo numero di H, l'Almanacco di Horror Magazine, in uscita domani 15 luglio:
[H-Alessandro Manzetti] Prima di diventare uno scrittore professionista hai fatto molti lavori diversi per pagare le bollette e poter continuare a scrivere. Oggi che hai raggiunto il successo, cosa significa scrivere per te? Poter pagare più facilmente le bollette, aver realizzato un sogno o fare una specie di terapia su te stesso? Stai cercando di realizzare altri sogni?
[Brian Keene] Non è certo un modo più semplice per pagare le bollette. Dall’esterno potrebbe invece sembrare che è così. Non ho un capo, non faccio il pendolare e lavoro in pigiama, sono pagato per stare seduto tutto il giorno e inventare delle storie. Ma è comunque dura guadagnarsi da vivere. I pagamenti non arrivano mai in tempo, come succede invece con un lavoro regolare. Non c'è pensione o assicurazione sanitaria (qui negli Stati Uniti molte persone ne hanno davvero bisogno). E’ un lavoro terribilmente solitario, seduto otto o nove ore al giorno a vivere dentro la tua testa. Io lo faccio perché è ancora divertente, quasi tutti i giorni. Scrivo da quando avevo sei anni, e faccio questa vita da quando ne avevo 30 (ora ne ho 43). Ma mi diverto ancora, sono un fan del genere. Lo sono sempre stato. Così mi piace sapere che sto offrendo agli altri appassionati un po' di divertimento e intrattenimento. Questo è quello che mi fa andare avanti.
[H-Alessandro Manzetti] Per fare il tuo lavoro, consiglieresti più un corso di scrittura creativa o un corso di umanità? Insomma, per scrivere di inferni come fai tu, occorre tecnica oppure bisogna aver vissuto i doppi turni? Quanti persone, emozioni e orrori che hai incontrato nella realtà hanno poi riempito le tue storie, le tue pagine?
[Brian Keene] Penso che l'unica strada sia vivere la vita, osservando ciò che accade intorno a te, facendo in modo che tali osservazioni facciano eco nella tua narrativa. Chiunque ho incontrato, ogni rapporto che ho costruito, tutti i lavori che ho fatto, qualsiasi pensiero ho avuto, è diventato tutto combustibile per un libro o un personaggio. Ogni cuore spezzato, amore, risata, lacrima, parola detta con rabbia, sospiro, frustrazione, sono piccoli grani da macinare per la mia Musa.
[H-Alessandro Manzetti] Il tuo primo successo lo devi al romanzo The Rising, che ti ha fatto etichettare come “zombie guy”. Quali sono i tuoi modelli e riferimenti di zombie, nel cinema e nella letteratura? La scelta di questo sottogenere, che ti viene riconosciuto di aver “resuscitato” e che oggi è di gran moda, è stata dettata da passione, ricordi, opportunità oppure da una speciale Musa che alcuni scrittori dicono di aver incontrato?
[Brian Keene] Da ragazzo ero un grande fan della trilogia di Romero e di libri come Among Madmen di Jim Starlin (uno dei precursori degli zombie). Non ho avuto l'opportunità di scoprire film come Zombi di Lucio Fulci, Le tombe dei resuscitati ciechi di Amando de Ossorio e tutte le altre cose meravigliose fatte sugli zombie fino alla metà degli anni '80, quando sono stato in Marina e ho visitato luoghi come Napoli, Rota e Haifa. Non era possibile avvicinare cose del genere nella piccola cittadina della Pennsylvania dove avevo vissuto. Qui, almeno negli Stati Uniti, gli zombie hanno avuto un calo di popolarità durante i primi anni Novanta. Era passato quasi un decennio da quando li avevamo visti nei film o in letteratura. Così ho deciso di provare a scrivere io un romanzo di zombie, pensando che ci sarebbero potuti essere altri appassionati che come me ne sentivano la mancanza. E a quanto pare, ci sono stati. Il mio romanzo The Rising è uscito insieme al film 28 Giorni dopo di Danny Boyle. Il primo numero di The Walking Dead di Robert Kirkman è seguito subito dopo. Il resto è storia. Dicono che noi tre abbiamo portato di nuovo gli zombie al loro attuale livello di popolarità. Se questo è vero, mi sento onorato e orgoglioso. Ma il mio unico obiettivo era quello di scrivere il tipo di libro che, come un fan del genere, avrei avuto voglia di leggere.
L'intervista integrale a Brian Keene, nella quale l'autore ripercorre tutta la sua carriera, puoi leggerlo sul nuovo numero di H, l'Almanacco di Horror Magazine, in uscita domani 15 luglio e acquistabile online tramite lo Store di Delos Books
Contenuti del MagazineIn questo numero dell'Almanacco di Horror Magazine, l'acqua incontra l'elemento sovrannaturale per un estate da brivido. Sarah Langan apre le porte alle solitudini ultraterrene con l'inedita short story The Lost, trascinando con sé i tre racconti vincitori della prima edizione del Premio Algernon Blackwood. A seguire, interviste esclusive agli autori Joe Hill, Brian Keene, Jonathan Maberry, Chiara Palazzolo e al produttore Alberto Marini, sceneggiatore del prossimo Sleep Tight diretto da Jaume Balaguerò. Gianfranco Manfredi illustra il lato oscuro di Emilio Salgari, Danilo Arona mette al microscopio William Hodgson, Emilio Audissino presenta, sulle note di Lo Squalo, il compositore John Williams, Kristle Reed ricorda, nella rubrica Dark Gazette, le Great Eastern, la nave maledetta creata da Isambard Kingdom Brunel, mentre, da questo numero, Alessandro Manzetti della americana Horror Writers Association presenta Il Corriere di Atlantide, una nuova agenda in cui riscoprire temi e romanzi dimenticati. Per gli amanti dei baloons, cinque splendidi mini-fumetti del sovrannaturale a tema marino. Nelle anteprime Box Office 3D sfida Horror Movie, per una lotta all'ultima parodia dark; e ancora: Morbo Veneziano, il primo volume della collana Vitriol della Cut-Up Edizioni e i DVD italiani di The Walking Dead. Chiude il volume Rhiannon Frater, la prima autrice a entrare nel club delle Zombie Novel con Il Primo Giorno, secondo volume della collana Odissea Zombie. La cover L'Attacco di Cthulhu è di Claire Beard. Vai al Delos Store
ApprofondimentiRelativamente a Brian Keene su questo blog sono disponibili per consultazione le recensioni del romanzo I Vermi Conquistatori (Edizioni XII) nella rubrica del Golem Blu e nell'Autopsia scritta da Barbara Baraldi
Profilo di Brian KeeneNasce nel 1967 in Pennsylvania, dove tuttora vive e dove molte delle sue storie sono ambientate. Ha pubblicato più di trenta opere, tra romanzi, racconti e fumetti, collaborando con gli editori più importanti della scena horror come Delirium Books, Cemetery Dance Publications e Leisure Books. In Italia è stato pubblicato da Edizioni XII il suo romanzo I Vermi Conquistatori. Il suo primo romanzo, The Rising, una zombie novel da molti considerata come una tra le sue opere più rappresentative, gli vale, nel 2003, il prestigioso Bram Stoker Award della Horror Writers Association, premio già conseguito nel 2001 con Jobs in Hell. Nel 2004 si è aggiudicato lo Shocker Award con Sympathy for the Devil, quindi diversi altri premi negli anni successivi. Molti suoi lavori sono stati opzionati dall’industria cinematografica e videoludica (The Rising, Terminal, City of the Dead, Ghoul, Dark Hollow The Ties That Bind). Alcuni racconti contenuti nell’antologia Fear of Gravity sono invece diventati graphic novel. Di lui si è parlato su New York Times, The Village Voice, Publishers Weekley, CNN.com, The Howard Stern Show, David Letterman Show, Rue Morgue Magazine, Fangoria e in un documentario di History Channel viene indicato come il principale artefice, insieme al regista Danny Boyle, della rinascita del sottogenere zombesco. Keene ha tenuto conferenze in tutto il mondo, anche presso il quartier generale della CIA nel 2006 e nel 2007. Ha lanciato il progetto Books For Troops (2004 e 2005): vari autori horror hanno donato copie autografate dei libri ai soldati delle truppe americane impegnate in zone di guerra. Lo scrittore ha ricevuto per questo una menzione d'onore nel 2005. Il suo ultimo romanzo è A Gathering of Crows (Leisure Book 2010). Web Site
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