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“Ha fatto bene, ha deciso lui”

Creato il 01 dicembre 2010 da Malvino

Penso che ansa.it abbia fatto bene a dare ad Anna un minimo di protezione omettendo il cognome. È solo un gesto, perché quanti tecnici radiologi di nome Anna lavoreranno all’Ospedale San Giovanni? E tuttavia è un bel gesto, perché penso riveli la sensibilità del cronista che evidentemente ha coscienza del fatto che siamo un paese di preti, pronti a molestarti se hai codice morale diverso dal loro – chetelodicoafare – l’unico possibile. E Anna, avendo avuto modo di essere spesso d’accanto a Mario Monicelli negli ultimi mesi, si è lasciata andare a riflessioni che violano il codice morale dei preti su un punto – la tua vita non è tua, non t’appartiene – che non è negoziabile. E adesso sono cazzi suoi. Anzi, speriamo che nemmeno si chiami davvero Anna, in virtù di un’estrema sensibilità del cronista.Anna ha detto: “Monicelli era lucido. Anche ieri sera. Ha capito che ne avrebbe avuto ancora per poco. Ha fatto bene, ha deciso lui”. In due righe c’è quanto basta da far venire le convulsioni a un reverendo padre della Congregazione per la Dottrina della Fede. Lucido? Che lucidità può essere, se spinge al più grave dei peccati e cioè quello contro la speranza? Di lucido c’è solo l’intenzionalità del commettere peccato, è evidente. Di fronte a tanto, per giunta fatto scandalo pubblico, “ha fatto bene”? È aggiungere scandalo a scandalo. E non è tutto, perché Anna aggiunge: “Ho sempre pensato che fosse ateo. Si vedeva. Chi sta male porta il crocifisso, una corona del Rosario, qualcosa a cui aggrapparsi. Lui nulla. Solo, lucido e coraggioso”. Non solo “lucido”, pure “coraggioso”?Anna vedrà che severa pastorale la rincorrerà dalle pagine di Avvenire. Come può escludere l’estremo pentimento al terzo piano e la conversione al primo (o viceversa)? Taccia, pensi alle lastre. E non si cimenti in casuistica, non è mestiere suo. Anche da paramedico, peraltro, non deve valer troppo: il bravo paramedico dovrebbe saper essere l’angelo custode del malato terminale. Quello a urlare: “Non ce la faccio più”, e l’angelo a ripetergli: “Sopporta e offri le tue sofferenze a Gesù”.

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