Ad un certo punto i servi del padrone della comunicazione televisiva italiana hanno sollevato il problema della par condicio nelle trasmissioni televisive e l’opposizione ha abboccato come l’uccellino abbocca alla trappola nascosta nella neve.
Alludo alla neve perchè prima o poi la menzogna si scioglie e la verità viene a galla.
Per ogni politico di opposizione ci doveva essere un rappresentante del governo e le ragioni di questa tattica erano evidenti sin dall’inizio, analizziamone qualcuna.
Intanto se nello studio è presente un inquisito, un condannato, un idiota come Cota, il fatto che nell’altro piatto della bilancia ci sia un oppositore onesto, un politico semplicemente normale, un commentatore attento ed imparziale rende presentabile l’impresentabile, normalità una anomalia.
Inoltre la presenza di esponenti della maggioranza di destra e la tattica inventata da Schifani anni ed anni fa, poi messa in pratica da tutti gli altri, e cioè quella di interrompere il ragionamento dell’avversario politico, fare smorfie, parlarci sopra per non far sentire ai telespettatori gli argomenti esposti dall’opposizione è andata sempre più aumentando e le trasmissioni sottoposte alla par condicio sono diventate dei pollai o i mercati di bestiame dove chi grida di più la vacca l’è sua.
A Ballarò se ne sono visti di teatrini deliranti sino alla nausea, i migliori interpreti dell’arroganza del regime sono stati Gasparri, che all’interrompere ed al sovrapporsi ai discorsi degli altri, ha aggiunto l’arma segreta, lo sputo. Il grande De Andrè diceva in una sua canzone: mastica e sputa, Gasparri da appassionato di musica che non capisce una mazza l’ha cambiata in sproloquia e sputa.
La Russa, che per interrompere ed infastidire gli interlocutori non allineati si affidava alla bava alla bocca, temo che qualche ospite dell’opposizione si sia azzittito pur di non vederlo sbavare, gli argomenti li avrebbe avuti ma si tratteneva per non vomitare in diretta.
Come dimenticare la Linda Lovelace de noantri, la mitica Santanchè. Se avessi messo la foto in centro, e basta,
avrebbe potuto sembrare la locandina del fil mito degli anni settanta, Gola profonda.
Fin qui è tutto normale, abbiamo visto anche la Gelmini con il suggeritore alle spalle, nominata ministro dopo che il consiglio comunale del suo paese l’aveva espulsa per evidente incapacità, quella che serviva per fare il burattino manovrato da Tremonti.
I danni peggiori, tutto sommato, della par condicio televisiva non sono questi, par condicio o no ti accorgi subito che il leghista ospite è il più pirla di tutti anche se lui teme di non essere riconosciuto e si mette il fazzolettino verde in tasca in modo che i suoi elettori lo individuino immediatamente. El noster l’è quel cunt el fazulet verde.
Il danno peggiore, ripeto, è quello di aver fatto diventare personaggi famosi i tipi, le tipe, come Renata Polverini, ex segretaria del sindacato fascista Ugl del quale nemmeno Borghezio, nonostante il suo passato da squadrista fascista, era al corrente che esistesse.
La Polverini si presentava compita, seria, qualche volta ha fatto pure dei discorsi seri con un auto controllo invidiabile, pensate che ha partecipato a decine di puntate di Ballarò senza mai fare il saluto fascista.
E’ diventata così famosa da diventare governatore della regione Lazio e la prima cosa che ha fatto, appena eletta, è stato il saluto fascista ai camerati che l’hanno eletta.
L’ultima, porcata, che ha fatto nella notte tra mercoledì e giovedì scorso esattamente alle 2,30 del mattino è stato far approvare la finanziaria regionale con 40 voti a favore e 21 contrari che prevede, nonostante la crisi che colpisce anche i laziali, che prevede un vitalizio che si trasformerà in pensione che sarà esteso anche agli assessori della Giunta Polverini non eletti.
Come aveva promesso Berlusconi, vi ricompenseremo.
Ho la nausea, per chi ne volesse sapere di più, vada qui:
Natale alla regione Lazio. La Polverini regala il vitalizio ai suoi assessori e aumenta il bollo auto
I guasti della par condicio sono questi, se tu metti un cioccolatino in una poltro ed in quella di fronte uno stronzino da casa, il telespettatore abbioccato dalla cena e rincoglionito da trent’anni di berlusconismo televisivo non nota la differenza.
Per questo sono sempre stato contrario al fatto che esponenti dell’opposizione, Bertinotti in testa, partecipassero a Porta a Porta. Nessuno mi ha ascoltato, nemmeno Renzi l’astuto, con il risultato che la loro presenza ha fatto da alibi, da paravento, ha reso quasi normali i banditi di governo che il buon Vespa ospita sempre con ossequioso servilismo.