Dopo la tragedia che ha colpito la natia New Orleans nel 2005, un manipolo di musicisti si è unito per dar vita ad un progetto che ne fondesse i differenti background e si ergesse come un dito medio puntato contro le avversità che hanno messo a dura prova la loro vita e la loro musica. Oggi gli Haarp tornano con tre brani di pura heaviness transgender, nata nella melma e nelle rovine: Husks è un lavoro potente e slabbrato, pachidermico nel suo incedere senza compromessi e figlio di una rabbia a stento repressa, tanto sludge quanto ricca di divagazioni in campo metal, soprattutto nelle esangui linee melodiche che a fatica tentano di uscire dal magma che costituisce la spina dorsale dell’universo Haarp. La luce non sembra avere spazio all’interno di una pozione velenosa che la vuole relegare in fondo al tunnel, come un debole faro in lontananza, una via di fuga fuori portata e troppo distante per sconfiggere le tenebre in cui i musicisti sembrano confinati. In realtà, l’insieme si presenta più ricco e variegato di quanto una prima veloce occhiata possa rivelare, offre frequenti divagazioni e lascia spazio a contaminazioni che aumentano le dinamiche interne ai singoli brani, pur senza limitarne la botta. Nulla che non sia già stato offerto in pasto agli ascoltatori, ma un interessante tentativo di crearne una versione personale e meno asfittica, caratterizzata da una maggiore attenzione ai particolari e disponibile al confronto con differenti approcci alla materia. La qualità principale degli Haarp è la voglia di combattere una propria guerra personale dal fondo di una trincea ormai colma di fango, figli di quella testardaggine tipica del luogo che li ha partoriti, una vera e propria arma segreta quando si deve far fronte alle avversità e si riescono a mutare in punti di forza, nuove placche per la propria corazza. Husks è un fiume di odio e risentimento, una lunga colata di lava infuocata, senza alcun riguardo per la tenuta del fiato e la necessità di respirare aria fresca. Da prendere con le dovute precauzioni.
Tracklist
01. Deadman/Rabbit
02. Bear
03. Fox
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Magazine Musica
Dopo la tragedia che ha colpito la natia New Orleans nel 2005, un manipolo di musicisti si è unito per dar vita ad un progetto che ne fondesse i differenti background e si ergesse come un dito medio puntato contro le avversità che hanno messo a dura prova la loro vita e la loro musica. Oggi gli Haarp tornano con tre brani di pura heaviness transgender, nata nella melma e nelle rovine: Husks è un lavoro potente e slabbrato, pachidermico nel suo incedere senza compromessi e figlio di una rabbia a stento repressa, tanto sludge quanto ricca di divagazioni in campo metal, soprattutto nelle esangui linee melodiche che a fatica tentano di uscire dal magma che costituisce la spina dorsale dell’universo Haarp. La luce non sembra avere spazio all’interno di una pozione velenosa che la vuole relegare in fondo al tunnel, come un debole faro in lontananza, una via di fuga fuori portata e troppo distante per sconfiggere le tenebre in cui i musicisti sembrano confinati. In realtà, l’insieme si presenta più ricco e variegato di quanto una prima veloce occhiata possa rivelare, offre frequenti divagazioni e lascia spazio a contaminazioni che aumentano le dinamiche interne ai singoli brani, pur senza limitarne la botta. Nulla che non sia già stato offerto in pasto agli ascoltatori, ma un interessante tentativo di crearne una versione personale e meno asfittica, caratterizzata da una maggiore attenzione ai particolari e disponibile al confronto con differenti approcci alla materia. La qualità principale degli Haarp è la voglia di combattere una propria guerra personale dal fondo di una trincea ormai colma di fango, figli di quella testardaggine tipica del luogo che li ha partoriti, una vera e propria arma segreta quando si deve far fronte alle avversità e si riescono a mutare in punti di forza, nuove placche per la propria corazza. Husks è un fiume di odio e risentimento, una lunga colata di lava infuocata, senza alcun riguardo per la tenuta del fiato e la necessità di respirare aria fresca. Da prendere con le dovute precauzioni.
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