Per gli studiosi di scie chimiche e del progetto Haarp questa notizia non passerà certamente inosservata. La pubblica il corriere.it con il titolo “Una stazione radio americana ha sabotato la sonda russa su Marte“.
La sonda Phobos-Grunt sarebbe stata paralizzata da una stazione radio sperimentale americana. La sonda è bloccata da due settimane intorno alla Terra ed è incapace di volare verso il pianeta rosso…
A pronunciare questa accusa è Nikolay Rodoniov, che comandava il sistema di allerta russo nella rete di difesa dagli attacchi dei missili balistici. Si tratta di un personaggio autorevole e non certamente collegabile alle teorie o ai movimenti complottisti che vedono nel progetto HAARP uno dei mali di questo secolo.
Secondo fonti ufficiali, la sonda avrebbe dovuto sbarcare sulla luna maggiore di Marte, Phobos, prelevare campioni di suolo e riportarli sulla Terra. Inoltre doveva liberare in orbita marziana un satellite cinese.
Non è andata così. La sonda è rimasta senza una spiegazione scientifico-tecnica nell’orbita terrestre. Nessun contatto, almeno al momento, è stato preso da terra. E’ per questo che si pensa serimanente che la missione sia compromessa.
Il generale Rodionov ha un’opinione del tutto personale sulla vicenda e chiama in causa la stazione americana situata a a Gakona, in Alaska, in cui è in corso il programma di ricerca Haarp (High Frequency Active Auroral Research Program) dedicato allo studio della ionosfera e ai suoi influssi sulle telecomunicazioni.
I complottisti sospettano che il programma Haarp sia addirittura destinato alla realizzazione di una arma elettromagnetica capace di provocare disastri naturali a livello planetario: terremoti, tsunami, cambiamenti climatici e, perfino, inversione del magnetismo terrestre.
Il problema reale è che il silenzio statunitense sia più inquietante di una minima ammissione diplomatica. Non è un caso che il Generale russo insista affermando che: “Le potenti radiazioni elettromagnetiche emesse da questa stazione possono aver danneggiato il sistema di controllo della sonda interplanetaria”.
Nel caso di impossibilità di nuovi contatti nelle prossime settimane, la sonda potrebbe cadere sulla terra nel mese di dicembre.
Se ci fosse un minimo di fondamento sull’intera vicenda sarebbe facile e non troppo audace affermare che la guerra spaziale non sia pura fantasia ma un ulteriore spazio di conflittualità che dividerà il pianeta nei prossimi decenni.