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Creato il 22 ottobre 2014 da The Lovehandmade Team @b_grimaldi

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Alcuni infiniti sono più grandi di altri. Andare veloce non vuol dire che tu sia il più veloce. Insomma si ritorna alla cara vecchia teoria della relatività. Così capisco che il nostro infinito non è che non fosse tale, è solo che non è così grande come quegli infiniti che significano “per sempre”. Di cosa sto parlando? Di quel tatuaggio che porto al polso e avrete visto in tante foto. Senza-titolo-1 Ce l’ha uguale identico un’altra persona, l’altra metà del ricordo di un passato insieme. E io ero quella che ha sempre detto “che cazzata farsi il tatuaggio col fidanzato”. La stessa che presa dall’entusiasmo di credere di aver trovato finalmente qualcuno simile ha pensato “perché no”. E ci ho pensato, sapete, di cambiarlo, di coprirlo, maledirlo. E invece no, a me piace, sta bene dov’è e col significato che ha. Rappresenta la speranza, la prova concreta che una volta ho saputo crederci e che, in fondo, ogni cosa ha il suo modo di essere infinita. Ci sono infiniti tanto grandi e ci sono infiniti più piccoli. Così come c’è chi va veloce e chi va più veloce. Io pensavo di essere veloce. Pensavo di essere stata brava a venir fuori dalla tempesta nei miei tempi, a riacquistare i miei spazi rapidamente, fosse anche a cominciare a conoscere persone nuove. E’ un po’ come quando una tua amica una sera di Ottobre tra un vodka lemon e uno spritz ti dice “sai ho visto il tuo ex con una bionda”. E te lo dice così, te lo dice come se ti stesse lanciando un mazzo di chiavi che si aspetta tu prenda al volo per passare oltre. E sapete perché lo fa così? Perché in tutto questo non hai mostrato un cedimento e infatti aggiunge “infatti so che non te ne frega proprio”. E tu dici “infatti figurati” ma comunque un po’ lo stomaco si chiude. E’ un po’ come quando bevi un drink di troppo e scrivi all’ultima persona a cui dovresti scrivere sul pianeta terra. E tu gli chiedi come va e lui ti risponde “sto litigando con la mia ragazza”, si la sua ragazza, quella di cui tu non conoscevi l’esistenza un minuto prima. E ti viene detto così, come a dire mangio un pizza, guardo un film, gioco a carte. Insomma tu pensavi di essere stata veloce ma c’è chi è andato più veloce. E io no, io non mi sono ancora scelta un fidanzato con cui litigare o un biondo con cui passeggiare. Certo sarò andata a qualche appuntamento ma sono ben lontana dal passeggiare mano nella mano con qualcuno o dall’avere interesse per qualcuno al punto di avere voglia anche di litigarci. Io sono stata meno veloce. Per una volta non è un male. Per una volta non c’è fretta. A me queste coppie nate così mi sanno di toppa sul buco, scelte raffazzonate. Mi sembra che stia per cominciare la stagione delle piogge e voi siete in cerca solo un riparo tranquillo. Io ho ancora il cuore in riparazione, i pensieri ancorati alle spiagge d’estate e i piedi ben piantati a terra. Voglio essere veloce, voglio rimettere presto i miei pezzi tutti insieme. Ma faccio attenzione che siano solo i miei pezzi che colmino i buchi rimasti affinché chiunque arriverà non dovrà riempire i vuoti di qualcun altro. E così nella velocità che è la mia personale ho trovato il tempo di collaborare con Mario Iovinella, un amico e fotografo che a quanto pare è particolarmente bravo nel suo lavoro. Le foto di questo post sono sue e trovate molti altri suoi lavori QUI. Ho fatto fatica anch’io a riconoscermi in questo tipo d’immagine. Di solito mi prendo molto meno sul serio. Ma visto che il mood in questo caso è quello di tirarsela a fare la figa, vorrei dedicare questa foto a tutti gli ex o presunti tali, vi auguro di trovare di meglio.

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