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Hachikō (ハチ公) (10 novembre 1923 – 8 marzo 1935)

Creato il 08 marzo 2012 da Marvigar4

忠犬ハチ公-国立科学博物館剥製

fonte: 日:Muramasaによる撮影

Hachiko

hachiko shibuya

Hachikō Waiting

hachiko statue

   Raramente vengono assegnati onori e pagine sui libri di storia alle creature che da sempre accompagnano l’uomo e lo seguono cadendo vittime della sventura da lui ordita. Eppure, quanti esempi straordinari di animali che hanno lasciato un esempio di “umanità” a noi che ne siamo spesso così privi…

   Chūken Hachikō era una cane di razza Akita nato in una fattoria vicino a Ōdate, nella regione Tōhoku del Giappone, e a due mesi fu adottato da Hidesaburō Ueno, agronomo e docente presso l’Università Imperiale di Tokyo. Il nome Hachikō deriva da Hachi, che in giapponese significa “otto” (il numero occupato nella lettiera dei cuccioli dopo la nascita), più il suffisso “kō” usato come vezzeggiativo. Hachikō aveva preso l’abitudine di accompagnare alla stazione di Shibuya Hidesaburō Ueno, che prendeva il treno per andare all’Università, e di aspettarlo alle cinque del pomeriggio, quando il docente tornava. Il 21 maggio 1925 Hidesaburō Ueno morì d’ictus durante una lezione e Hachikō attese invano il suo ritorno. Da quel giorno il cane si presentò come sempre alla stazione di Shibuya e così fece fino alla sua morte, avvenuta l’8 marzo 1935 per filiriasi. Uno studente del professor Ueno vide Hachikō alla stazione di Shibuya, lo seguì fino alla casa di Kikuzaboro Kobayashi, il vecchio giardiniere di Ueno, e lì apprese la storia del cane. Questo servì per uno studio e un censimento della razza Akita in Giappone. Intanto Hachikō fu accudito e nutrito durante la sua attesa dal capostazione e dai passeggeri, commossi nel vedere questa creatura che fissava lo sguardo alla ricerca del padrone che non sarebbe più tornato. Nel 1934 lo scultore Teru Ando realizzò una statua di bronzo che raffigurava Hachikō e nel corso di un’inaugurazione ufficiale, alla presenza del cane, questa statua fu posta all’ingresso della stazione di Shibuya, dove rimase fino alla seconda guerra mondiale, quando il bronzo della scultura fu fuso per esigenze belliche. Nel 1948 Takeshi Ando, figlio di Teru, si occupò della realizzazione di una seconda statua, che fu eretta nell’agosto dello stesso anno e tutt’oggi campeggia nella “Hachikō-guchi”, l’entrata di Hachikō alla stazione di Shibuya. Ogni 8 aprile si tiene una cerimonia per ricordare la fedeltà di Hachikō proprio davanti alla statua e numerosi turisti rendono omaggio alla memoria di questo straordinario esempio di devozione. Un’altra statua è stata posta a Odate, luogo di nascita del cane. La storia di Hachikō ha fatto il giro del mondo, non si contano più i tributi, due film sono stati realizzati, nel 1987 Hachikō monogatari del regista giapponese Seijirō Kōyama e nel 2009 Hachiko: A Dog’s Story, di produzione americana con protagonista Richard Gere e regista Lasse Hallström.

   Il corpo di Hachikō è stato imbalsamato e adesso si trova al Museo Nazionale di Natura e Scienza di Shibuya, a nordovest della stazione, mentre alcune sue ossa sono state inumate nel cimitero di Aoyama, accanto alla tomba di Hidesaburō Ueno.

© Marco Vignolo Gargini

http://www.berfrois.com/2011/09/aaron-herald-skabelund-hachiko/



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