Voleva mettere in guardia i tecnici di Facebook delle falle nella sicurezza del sistema, ma questo eccessivo zelo gli è costato 8 mesi di reclusione.

Si tratta, quindi, solo di un ragazzo curioso e un pò ingenuo, appartenente alla categoria dei cosiddetti hacker etici, ovvero ai pirata informatici che effettuano violazioni a scopo puramente conoscitivo.
Questo però, non l’ha giustificato agli occhi del giudice inglese, che l’ha condannato a 8 mesi di reclusione, soprattutto in virtù del fatto che Facebook ha speso circa 200.000 dollari per mettere una pezza all’azione del giovane hacker, impegnando anche le forze dell’ordine inglesi in indagini lunghe ed onerose.
A volte è accaduto che le capacità di questi hacker vengano poi apprezzate e premiate: ricordiamo infatti i casi di Anonymous e Geohot, quest’ultimo addirittura assunto da Mark Zuckerberg.
Ma Glenn Mangham non ha avuto lo stesso destino.