É basta la chiacchiera di un conoscente, un collega o comunque di una persona interessata a portar via il posto a una giovane donna cremonese, che semplicemente fa le pulizie in un’azienda di Cremona, e la dipendente è stata spostata in un’altra sede. Nulla di scritto, nessuna giustificazione messa nero su bianco. Perdere il posto di lavoro sarebbe un dramma insostenibile: la donna non ha altre fonti di reddito. Che l’Hiv sia una malattia che ormai si può gestire con i farmaci non importa. La stessa Asl di Cremona ha compiuto e compie un lavoro prezioso per il reinserimento di questo tipo di pazienti, che vengono accompagnati e guidati dall’azienda sanitaria. I tempi in cui l’Hiv veniva vissuto come “la peste del secolo” sono lontani. ma quel che sta accadendo a Cremona ci riporta indietro di vent’anni o più. Da quel che si apprende la donna è stata stigmatizzata e, se non ci saranno ulteriori sviluppi, discriminata. Il caso potrà facilmente sfociare in una vertenza sindacale.
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