Magazine Diario personale
Chi sono?
Sono tutti quei bambini che non riescono a vedere un domani.
Il Papa ha fatto un appello per chiedere di fermarsi: la guerra non porta nulla, fa perdere tutto, nulla si perde con la pace. Bergoglio ha esortato a sua volta di ricordare i mali del passato. Ricorre proprio quest'anno il centenario della Prima Guerra mondiale un periodo dove un'intera generazione è stata spazzata via come se nulla fosse. Di loro rimangono, oggi, solo poche fotografie sbiadite. Non parliamo degli orrori del Nazismo, le camere a gas, o i progrom russi. Oggi giorno sembra che nessuno voglia fermarsi un attimo per capire cosa sta veramente accadendo. Le notizie ci scivolano via sulla pelle e così le parole dei telegiornali, dei giornali non vengono veramente ascoltate sono solo un ennesimo rumore di sottofondo. Pochi sono coloro che veramente vogliono capire, sentire cambiare. Girando in rete ho visto immagini brutali, resoconti pazzeschi che, non hanno nulla da invidiare alla ferocia che si abbatté nel periodo di Hitler.
Bambini che ancora piccoli vengono arruolati ed imbracciano i fucili per togliere vite, occhi di padri disperati con in braccio il corpo esanime di un loro figlio, donne che oramai non hanno più nulla da perdere , neanche la dignità perché è stata loro tolta da qualche uomo che, sentendosi forte onnipotente, ha avuto su di loro il sopravvento.
Nei conflitti precedenti il bambino veniva escluso ma i dati di quest'epoca sono allarmanti, i 3/4 dei bambini vengono arruolati e non hanno più di dieci anni, anzi iniziano ad imbracciare il fucile a sei anni. L' Africa sembra che sia l'epicentro di questo scempio che nega il minimo diritto fondamentale ai bambini. In Sierra Leone l'LRA, l'esercito di resistenza per il Signore, è costituito integralmente da bambini dove è stato arruolato anche un piccolo di cinque anni. Nella guerra in Liberia i soldati hanno combattuto contro 20.000 bambini In Sudan sono 100.000 i bimbi che stanno combattendo in una guerra che dura da vent'anni. Anche nel Medio Oriente la situazione non migliora in Palestina il 70% dei piccoli è nell'Intifada, e sono presenti anche in Egitto, Algeria, Azerbaijan, Iran, Iraq. L'Asia non è immune, Cambogia, Timor Est, India, Indonesia, Laos, Myammar, Nepal, Pakistan, Sri Lanka, Filippine Se andiamo in America anche qui la situazione è allarmante, in Equador, Colombia, El Salvador, Guatemala, Messico, Nicaragua, Paraguay, e Perù. Purtroppo la globalizzazione ha messo da parte una buona parte della società civile, quella che non sa come arrivare alla sera e dove i bambini vivono per strada, dimenticati che diventano facili prede.
Capita che sentendosi soli ed indifesi in balia degli eventi decidano di loro spontanea volontà di seguire i vari gruppi combattenti perché così si sentono parte di un qualcosa, e questo dà loro sicurezza. Di tutti questi bimbi almeno il 60% è composto da orfani che decidono di partecipare alla guerra perché non vedono altra alternativa se non quella di uccidere i responsabili della morte dei genitori. Solo in seguito, quando ormai è troppo tardi e non sanno più come tornate indietro, capiscono che facendo così non ottengono altro se non il nuovo dolore di altri bambini che, come loro, rischiano di rimanere soli e finire nello stesso vortice di orrore e brutalità. Negli eserciti sta aumentando anche la presenza delle bambine soldato, oggi sono il 30%. Una ragazzina, ha raccontato che la prima volta che uccise fu quando rivolse il fucile verso la sua amica Juanita, ritenuta responsabile di troppi errori. Così dovette sparale e mentre le lacrime le rigavano il viso premette il grilletto. Il corpo di Juanita cadde nella fossa preparata in fianco. Dopo il comandante le si avvicinò e le disse che era stata brava e che avrebbe dovuto sparare tante altre volte. Si raccomandava, però, di non piangere mai più. Questa bimba apparteneva alCorpo Ausiliario del gruppo femminile ribelle LURD della Liberia.
Per approfondimenti: SOS Italia Il documentario "La vita non perde valore" dove ex bambini soldato del Fronte Unito Rivoluzionario, RUF, dopo essere stati aiutati dal prete missionario saveriano Paolo Giuseppe Berton narrano la loro storia.
Bambini soldato Unicef
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