Quando si parla di Haiku il riferimento ai grandi maestri giapponesi Matsuo Bashō, Yosa Buson, Kobayashi Issa e Masaoka Shiki è quasi inevitabile. È grazie alla delicatezza e al forte potere evocativo dei loro versi, infatti, che questo antico genere poetico è diventato famoso e apprezzato in tutto il mondo. Fra loro, l’unico ad allontanarsi dalla comune strada di intenti letterari e artistici direttamente connessa alla tradizione del Tanka è Masaoka Shiki, vissuto nel periodo Meiji e da molti considerato il riformatore della poesia giapponese. Poeta, critico letterario e giornalista, fu proprio lui a coniare i termini Haiku e Tanka (sostituendoli a Hokku e Waka) e a mettere in discussione, per la prima volta, una forma poetica a suo avviso troppo limitata, sterile e ormai quasi del tutto imitativa. Shiki (che tradotto significa cuculo, l’uccello che sputa sangue, per via della tubercolosi da cui fu afflitto e che lo portò alla morte) fu il primo a rivendicare la libertà dei temi e di sillabazione e introdusse il realismo nei suoi componimenti, trasformandoli in veri e propri quadri di vita quotidiana. Può quindi essere considerato a giusta ragione l’Haijin più vicino al modo di intendere ed interpretare la scrittura degli Haiku da parte di noi occidentali, non sempre puntualissimi dal punto di vista metrico o tematico ma comunque carichi di fascino e di grande attrattiva.
Seconda tranche di Haiku prodotti da autori italiani ai quali va il mio ringraziamento per la preziosa collaborazione. Ricordo che per inviare i propri componimenti basta scrivere a: [email protected].
Alla prossima settimana per il terzo appuntamento.
Arachisei
Se tutto scorre
perché guardi la pioggia
e non prosegui?
Colte mature
quelle acerbe illusioni
cadon d’estate
Rosse memorie
attaccate alla vita
tingon le fronde
Giù per le alture
rotola un temporale
Odore di pioggia
Massimo Baldi
(www.massimobaldi.splinder.com)
Migrano uccelli
verso terre lontane
più caldi approdi
La goccia lenta
scava nuovi sentieri
viaggio perenne.
Sul ramo spoglio
cantava il pettirosso
caduca estate
Carlo Bramanti
Meravigliosa
luna, a notte fonda
mi siede accanto.
Un mio sogno
muove appena la tenda.
Fuori, l’Inverno.
Non spazzerà me
il temporale estivo.
Soltanto i fiori.
Roberto Cirillo
Placido il dì
lentamente si svolge
compagna noia
Rumore d’ali
s’alzano i colombi
aria di festa
Vento di sera
quando cade la luce
tutti dormono
Fabrizio Corselli (Tetractys)
Eterni sassi
sulla polvere rossa.
Vie del deserto
Mare di vetro
attraverso lo sguardo
cocci d’anima
Carta di riso
pennellata d’inchiostro.
Sguardo al paesaggio
Franca Stancati
(www.soffidargento.blogspot.com)
Raggi di luna
riflessi come lame
in uno specchio
Tra quelle dune
una fragile zolla
dove sostare
Fiori di melo
solo ieri fioriti
e già dispersi