Haiku: Impressionismo in poesia

  Scegliendo il tema di questo articolo fuori programma ero piuttosto indeciso, quasi tentato di fare una eccezione al concept e alla filosofia di Mezzotints. Questi ultimi giorni, per chi vive le dinamiche della rete, sono risultati piuttosto "caldi" per le conseguenze delle giurassiche riflessioni di Lucia Annunziata, al momento del lancio in Italia Huffington Post, un progetto che poteva rappresentare una grande occasione per la crescita della comunicazione web e del blogging in Italia. Il risultato è stato purtroppo diverso, è stata messa in discussione la dignità e la professionalità dei bloggers, penso, e spero, a causa dell'atavica ignoranza dell'uso e delle prospettive dei nuovi media e delle nuove filosofie di comunicazione. Ho scelto alla fine di non trattare qui questo argomento, e ho preferito fare la mia parte contribuendo a varie discussioni su altri blog, dicendo la mia e mettendoci comunque la faccia. Mezzotints ha una diversa missione, quella di divulgare, nel suo piccolo, la cultura, questa bellissima signora sconosciuta, definitivamente trascurata, ormai, da tutti i media, tradizionali e non. Se si parla così poco di cultura, di arti (anche Huffington Post Italia sembra avere lo stesso assurdo e pericoloso pregiudizio) non voglio perdere questa occasione, questo spazio,  per parlare di un argomento che qui è off topics, anche se è molto importante. Detto questo, l'articolo di oggi è invece dedicato alla poesia, nella sua interpretazione impressionista proposta dall' Haiku, che affonda le sue radici nel lontano passato della cultura nipponica. Un modo per fermarci qualche minuto a riflettere su un pensiero che è la fonte di questa forma poetica: "Ogni piccola cosa è bella". Frase affatto banale, se si pensa ai movimenti infinitesimali della nostra esistenza, splendide porte per poter comprendere appieno due fattori contrastanti con i quali l'uomo ha a che fare continuamente: l'impermanenza e l'eternità.