Eppure, mi dispiace dirlo, un libero pensatore ha un ottimo motivo per boicottare la carne hallal e kasher. I religiosi incassano la decima su ogni bestia sgozzata. Così mangiando hallal o kasher ingrassate la razza dei preti, cosa che per un libero pensatore non è il massimo. E non avete nemmeno la scelta, perché alcune catene di fastfood in Francia hanno deciso di offrire ai loro clienti soltanto carne hallal, in modo da assicurarsi la clientela islamica. Che i preti taglieggino i credenti nelle moschee o nelle sinagoghe, passi. Ma che taglieggino anche i laici al ristorante, è troppo. Ecco perché mi costringo a evitare le macellerie islamiche e i fastfood.
E un carnivoro non credente ha un’altra ottima ragione per non ingurgitare halal e kasher. Le bestie vengono sgozzate e dissanguate vive, di solito senza essere stordite come prevede la legge. Prima di morire agonizzano anche 2 ore, perché il cuore deve pompare fuori fino all’ultima goccia di sangue. Gli avversari della corrida, che impiegano tante energie per contestare una pratica nella quale le bestie sono allevate come pascià in immensi spazi verdi (cosa che non si può dire per le bestie destinate al macello) e restano nell’arena non più di 20 minuti), potrebbero fare qualche sit-in davanti ai macelli hallal e kasher. Invece niente, e sapete perché? Perché hallal e kasher sono pratiche religiose, quindi vanno rispettate. Contestarle è politicamente scorretto.
Dragor