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Halloween & co: quando il maniaco prende l'ascia e la usa per farti la barba...
Creato il 09 maggio 2011 da TizianogbPuntare coltelli sulla schiena delle persone come spilli su di un cuscinetto è un'attività piuttosto liberatoria, se da piccolo hai subito un trauma e non hai voglia di spendere soldi per lo psicologo.
Locandina di Halloween (1978) di John Carpenter
Tra le poche cose che salverei degli anni ottanta, un posto d'onore lo meritano sicuramente i film di John Carpenter. Dopo aver diretto il capostipite degli slasher movies, e cioè il mitico "Halloween", il nostro Carpentiere di fiducia ha sfornato negli anni ottanta (Halloween è del '78) almeno tre film fondamentali del genere horror: " The Fog"(La nebbia, 1980); " The Thing" (La cosa, 1982); e " The prince of darkness" (Il principe delle tenebre, 1987).
Mitica sequenza del primo Halloween
Lo "slasher movie" è quel particolare genere di film horror dove le persone vengono massacrate da un maniaco psicopatico mediante l'allegro uso di lame più o meno importanti: dal coltellino svizzero fino alla motosega. I cinefili più esperti citano "Black Christmas", un film del '74, come primo slasher movie propriamente detto, ma è con "Halloween " che il genere ha acquisito importanza ed è diventato una sorta di formula magica per fare incassi strepitosi al botteghino, dando il via a una sequela quasi infinita di film, più o meno riusciti, tra i quali si possono sicuramente gli episodi della serie di "Venerdì 13" e quelli di "Scream".
Michael Myers è il papà cattivo di moltissimi eroi negativi, tra i quali spiccano il Freddie Krueger di Nightmare, il Jason di Venerdì 13 e il Gosthface di Scream.
Per rendersi conto dell'importanza di Halloween e di John Carpenter nella storia del genere slasher-horror, difatti, basta guardarne le citazioni e gli omaggi che un altro grande del cinema horror, Wes Craven, ha inserito in tutta la quadrilogia di Scream...
Wes Craven ha inserito citazioni ed omaggi a Halloween in tutti gli episodi di Scream
Per concludere, John Carpenter e i suoi film - Halloween in primis - hanno ridefinito il genere horror, aprendo una stagione che, pur non essendosi ancora conclusa, sembra inevitabilmente votata al declino della ripetitività (vedesi la serie interminabile di Saw e il deprimente remake di Nightmare, tanto per fare un paio di esempi).
La classifica: Top ten film horror anni 801) Un lupo mannaro americano a Londra2) Nightmare on Elm street3) Re-animator4) La cosa5) Shining6) Il giorno degli zombie7) Il ritorno dei morti viventi8) The Fog9) Hellraiser10) Phenomena
"Lucertole " (terza parte)Un racconto malato
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Adam iniziò a recidere il secondo braccio. D’un tratto, gli venne in mente che se riusciva a piegarlo all’interno avrebbe evitato del lavoro inutile, visto che avendo tolto l’altro, ora il tronco del ciccione combaciava esattamente con il bordo interno della vasca, come un fottuto tonno dalle pinne gialle in una fottuta scatola di latta. Un tonno a cui avessero segato via le pinne. Esplicò quel suo ragionamento all’italiano e questo parve pensarci sopra.“ Ce la fai a piegarlo per bene?” “ Adesso te lo dico…” L’inglese si sporse sulla vasca e prese il polso destro del cinese. Il braccio venne giù senza troppi problemi.“ Ecco fatto.”Jackie il bello fece una smorfia simile a un sorriso. “ Non sei del tutto un’idiota, a quanto pare…”Adam strinse i denti e lasciò correre. Pensò a Bristol e alla casa in cui aveva abitato fino a diciott’anni. Con la mente volò fino dall’altra parte dell’oceano. Se ci pensava abbastanza intensamente, riusciva quasi ad immaginarsi ogni singolo mobile, ogni singolo granello di polvere sul tappeto del salotto e sua madre che guardava la televisione vecchia di quarant’anni, una delle prime a colori. Sua madre che andava dal parrucchiere una volta ogni due mesi perché il parrucchiere costava troppo e lei non se l’ era mai potuto permettere, specialmente dopo quello che era accaduto al suo vecchio. E poi non era dignitoso, curare troppo il proprio aspetto esteriore. Così gli diceva sempre sua madre. Attaccò con la gamba sinistra. Il problema principale era di farcelo stare tutto dentro ben bene. L’acido lavorava meglio quando la carne e le ossa ne erano completamente immersi, e per di più non c’era l’eventualità di ritrovarsi dopo un paio di giorni un pezzo di gamba o di braccio in putrefazione sul pavimento, a far vermi. La corruzione della carne era di per se abbastanza sgradevole senza bisogno di aggiungere rogne supplementari. Anche se quel palazzo era disabitato, lo stesso non si poteva dire degli altri quattro o cinque che lo affiancavano, pieni zeppi di extracomunitari come la merda di mosche. Da quel che ne sapeva, non era il primo morto ammazzato che facevano sparire in quella dannata vasca – lo sporco rognoso che incrostava i bordi era un segno abbastanza eloquente che qualcun altro, prima del cinese, ci s’era fatto un bel bagnetto caldo - ma era sempre meglio essere prudenti. Le gambe lo impegnarono più di quanto non avessero fatto la testa e il primo braccio. La scocciatura più grande glie la diedero le rotule: quelle due puttane scivolavano in su e in giù come due grosse biglie e di segarle a metà non se ne parlava neppure. Forse con un martello avrebbe potuto staccarle oppure rompere, ma un fottuto martello non ce l’aveva e neppure un misero coltellino svizzero.Quando finì era sudato fino al buco del culo, bianco come un cadavere per lo sforzo. Gli veniva pure da vomitare. “ Dove sono le taniche con l’acido?” chiese all’italiano dopo aver ripreso fiato e colore. Jakie il bello aprì l’anta di un grosso armadio, un mobile enorme e rognoso quanto il resto del locale, che se ne stava acquattato in un angolo della cantina. Il legno cigolò come un passero morente e l’italiano spostò una grossa tanica d’acciaio da dentro il mobile fino al pavimento, trascinandola poi di fianco alla vasca. Andò all’armadio e ne tirò fuori un altro paio.“ Potresti anche darmi una mano, cazzo… queste puttane pesano un accidenti…” disse guardandolo torvo.Adam non si schiodò da terra e rimase a guardarlo con un mezzo ghigno.“ Il mio lavoro l’ho già fatto.” Asserì placido.Jakie il bello lo guardò più torvo che mai. Fece per dire qualcosa ma poi parve rinunciarvi. Trascinò le altre due taniche dall’altro capo della stanza, dove c’era la vasca, bestemmiando e sbuffando come una locomotiva rotta. Greene aspettò che l’altro finisse di imprecare il Signore e poi si alzò da terra, levandosi la polvere dai calzoni con le mani.
CONTINUA...
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