Mentre streghe, mostri e altri personaggi horror affollano la notte del 31 ottobre nella celebre festa di Halloween, in Sicilia, invece, una notte più tardi arrivano i muorti e portano ai bambini giocattoli e dolciumi.
La giornata dedicata alla Commemorazione dei defunti (alias, Festa dei Morti) costituisce una ricorrenza molto sentita nell’Isola che viene arricchita da una tradizione molto antica dal profondo significato antropologico, assumendo anche una nota festiva.
Si racconta, infatti, ai più piccoli che nella notte tra il 1 e il 2 novembre i defunti visitino i cari ancora in vita portandogli dei doni. In verità, dolciumi, giocattoli e vestiti vengono acquistati dai parenti in “carne e ossa” nelle tradizionali fiere (dette fiera ‘ri muorti) che si svolgono in molte parti della Sicilia.
Accanto ai doni, le famiglie preparano ‘U Cannistru, una cesta ricca di molte leccornie autunnali e, soprattutto, dolcetti preparati ad hoc per la ricorrenza: primizie di stagione, frutta secca, varie tipologie di biscotti tipici come ossi’ ri muortu (“ossa di morto”, croccantissimi), pupatelli (ripieni di mandorle tostate), taralli (ciambelle rivestite di glassa zuccherata), tetù bianchi e scuri (i primi velati di zucchero in glassa e, dunque, bianchi; i secondi fatti di polvere di cacao e, dunque, marroni).
Si aggiunge, poi, il pupo di zucchero, chiamato “pupaccena”, la cui forma più tradizionale è quella del paladino, e per concludere la frutta di martorana (o pasta reale o pasta di mandorle o ancora marzapane con forma e colori tipici della frutta fresca e degli ortaggi).
La martorana deve il suo nome a una chiesa di Palermo, Santa Maria dell’Ammiraglio o della Martorana, eretta nel 1143 da Giorgio d’Antiochia, ammiraglio del re normanno Ruggero II, nei pressi di cui sorge un monastero benedettino, detto di Santa Caterina, fondato dalla nobildonna Eloisa Martorana nel 1194, dove le suore preparavano e vendevano pasta reale fino alla metà del Novecento. Secondo la tradizione, le suore crearono dei frutti con il marzapane (particolarmente diffuso nella pasticceria dell’epoca in tutta l’Italia) per abbellire il convento per una visita papale.
Oggigiorno la martorana viene spesso indicata come simbolo della pasticceria palermitana. Preparata durante la “Festa dei Morti”, è possibile trovarla anche in altri momenti dell’anno nei centri di maggiore affluenza turistica. La martorana viene preparata, però, anche in casa. Io vi propongo questa ricetta, semplice nella preparazione di base, da arricchire nel modellare le forme secondo la vostra creatività.
INGREDIENTI
- 250 g. di acqua;
- 1 kg. di farina di mandorle;
- 1 kg. di zucchero;
- 1/2 bustina di vanillina.
- coloranti vegetali per colorare
PROCEDIMENTO
In una pentola unite l’acqua e lo zucchero e mettete sul fuoco. Mescolate perché lo zucchero si sciolga a dovere e fate bollire. Togliete la pentola dal fuoco solo quando lo zucchero “fila”. Dunque, unite la farina di mandorle e la vaniglia mescolando bene per evitare la formazione di grumi. Versate il composto su un piano precedentemente inumidito e, una volta intiepidito, lavorate con le mani. Coprite con la pellicola trasparente e lasciate riposare un’ora. Dopo, riprendete l’impasto e modellate i frutti secondo i gusti. Potete modellare a mano o con l’ausilio degli stampi. Una volta forgiata la forma desiderata, fate asciugare i frutti per qualche ora e, poi, passate alla colorazione.