Hamas: dal terrorismo ai palazzi del potere, 25 anni di lotta

Creato il 27 dicembre 2012 da Ilnazionale @ilNazionale

Khaled Meshaal ai festeggiamenti per l’anniversario di Hamas

27 DICEMBRE 2012 – A piazza Katiba, Gaza City, sovrastata da un palco con gli imponenti ritratti dei martiri morti per la causa, una moltitudine di duecentomila palestinesi si sono riuniti l’8 dicembre scorso per festeggiare il venticinquesimo anniversario della nascita del movimento, sventolando le loro bandiere verdi e inneggiando ai leader che si sono succeduti sul palco, all’ombra di una  mastodontica riproduzione di un missile simile a quelli utilizzati per colpire Israele lo scorso novembre. Perfino Khaled Meshaal, storico leader di Hamas, è riuscito a sgattaiolare a Gaza attraverso il valico di Rafah per una breve visita dopo 45 anni di esilio.

Le origini. Nonostante il movimento islamista di Hamas, Ḥarakat al-Muqāwama al-Islāmiyya ovvero il Movimento di Resistenza Islamico, veda la luce ufficialmente nel 1987 con la Prima Intifada, le basi erano già state gettate nel 1928 in Egitto con la nascita dei Fratelli Musulmani, che rifiutavano l’occidentalizzazione dell’Islam in favore di una più rigida fedeltà ai valori tradizionali e al Corano. Con l’amministrazione egiziana della Striscia di Gaza dal 1948 al 1967, anno in cui Israele occupò il territorio durante la Guerra dei Sei Giorni, il messaggio dei Fratelli Musulmani oltrepassò i confini dell’Egitto e penetrò anche a Gaza. Se si pensa al fatto che oggigiorno Hamas è bollato come un’organizzazione terroristica da diversi Paesi, ciò che sorprende maggiormente è che l’antenato di Hamas è un’ organizzazione di beneficenza, nata nel 1973 col nome Mujama al-Islamiya ad opera dello sceicco Yassin, dedita alla costruzione di cliniche, scuole, asili, biblioteche, alla distribuzione dei pasti e all’assistenza dei rifugiati palestinesi. Cosa ancora più sconcertante è che nel 1979 Israele non solo riconosce l’associazione, ma la sostiene negli anni successivi, nella speranza di  creare una spaccatura nella resistenza palestinese e indebolire l’OLP (Organizzazione per la Liberazione della Palestina), guidata da Yasser Arafat. Inizio della lotta armata. Nel 1987 nel campo profughi palestinese di Jabalya iniziò una sollevazione popolare contro l’oppressione israeliana che ben presto si diffuse a tutti i Territori Occupati. Questa rivolta, che assunse il nome di Prima Intifada, fu caratterizzata dal lancio di pietre da parte dei giovani contro l’esercito israeliano. Fu in questo contesto di rabbia e frustrazione che lo sceicco Ahmad Yassin, ucciso da missili israeliani a Gaza il 22 marzo 2004 ormai cieco e infermo, Abd al-Rantisi, successore di Yassin e ucciso a sua volta  il 17 aprile 2004, e Mahmud al-Zahar decisero di fondare il Movimento di Resistenza Islamico per liberare la Palestina e distruggere lo Stato di Israele. La Prima Intifada portò agli Accordi di Oslo del 1993, che prevedevano il mutuo riconoscimento di Israele e dell’OLP, la rinuncia di quest’ultima alla distruzione dello Stato di Israele e la creazione di un’Autorità Nazionale Palestinese che governasse nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania. Nel clima di incertezza e di diffidenza dopo gli Accordi di Oslo, l’OLP venne riconosciuta come unico interlocutore da Israele e dalla comunità internazionale per risolvere l’annosa questione palestinese, mentre Hamas, relegato nell’ombra, assunse una posizione di netto rifiuto degli accordi. Fu nel febbraio 1996, a seguito dell’uccisione di Yahya Ayyash da parte di Israele, che Hamas iniziò la sua campagna di attacchi suicidi, che negli anni sono diventati il suo marchio di fabbrica. Le questioni lasciate irrisolte dagli Accordi di Oslo e da incontri successivi riaccesero il conflitto, che sfociò nella Seconda Intifada dal 2000 al 2005, provocando più di 5000 morti fra i palestinesi.

Prima Intifada

Antagonismo con Fatah e vittoria nelle elezioni del 2006. Con la Seconda Intifada Hamas cominciò ad acquistare sempre più consensi fra la popolazione palestinese a scapito del suo storico rivale Fatah. Al-Fath, acronimo inverso di Ḥarakat al-Taḥrīr al-Filistiniya ovvero il Movimento di Liberazione Palestinese, venne fondato da Yasser Arafat nel 1959 e rappresenta tutt’oggi la spina dorsale dell’OLP e dell’Autorità Nazionale Palestinese, guidata da Mahmud Abbas Abu Mazen a seguito della morte di Arafat nel 2004. Dopo decenni di predominio, Fatah ha visto la sua supremazia insediata dall’organizzazione radicale di Hamas, a seguito delle frequenti accuse di corruzione che hanno colpito i vertici dell’OLP. Questo cambiamento è dovuto in gran parte al fallimento dell’ANP di fondare uno stato efficiente e funzionante dopo la firma degli Accordi di Oslo. Anziché intraprendere riforme sociali e piani per lo sviluppo economico, l’ ANP spese più del 70% del già esiguo budget in servizi di sicurezza e di intelligence. Hamas, invece, portò sempre avanti le sue azioni su due piani: la lotta armata, guidata dal suo braccio armato le brigate Izz al-Din al-Qassam, e i programmi sociali con la costruzione di scuole, ospedali, asili, moschee e biblioteche. Tutto ciò portò Hamas ad una vittoria a sorpresa nelle elezioni politiche palestinesi del 2006, dove sconfisse Fatah. Tuttavia, si presentò subito un problema, che si sarebbe rivelato insormontabile: la maggioranza dei voti per Hamas erano concentrati nella Striscia di Gaza, mentre le basi elettorali di Fatah erano per lo più in Cisgiordania. Dopo il fallito tentativo di formare un governo di unità nazionale fra Hamas e Fatah, scoppiò una lotta per il controllo dei territori in cui ciascuno dei due partiti era radicato, che portò alla battaglia di Gaza nel giugno 2007. Il risultato fu una vera e propria divisione in due del territorio palestinese che sopravvive ad oggi: Hamas controlla la Striscia di Gaza, mentre la Cisgiordania è in mano a Fatah e all’Autorità Nazionale Palestinese con al vertice Abu Mazen. Nonostante nel 2006 la volontà popolare palestinese abbia premiato Hamas, Abu Mazen è diventato negli ultimi anni l’interlocutore privilegiato dai paesi occidentali, come dimostra anche il riconoscimento della Palestina come Stato Osservatore non membro all’ONU il 29 novembre scorso.

Hamas è uscito rafforzato da questo 2012. Con la resistenza dello scorso novembre contro l’operazione israeliana Pillar of Defence nella Striscia di Gaza e la successiva tregua, Hamas ha riconquistato il suo ruolo e il suo peso sul piano internazionale e nel mondo arabo dopo decenni di isolamento. Sicuramente in questo processo ha giocato un ruolo fondamentale la vittoria in Egitto di Morsi con il partito Libertà e Giustizia, facente capo ai Fratelli Musulmani. Morsi è stato mediatore fra Hamas e Israele nelle trattative per il cessate il fuoco e i Fratelli Musulmani hanno avuto anche una certa influenza per la riapertura del valico di Rafah fra Egitto e Striscia di Gaza, favorendo i contatti fra i due territori. Il prossimo passo, come auspicato da Khaled Meshaal al raduno per l’anniversario di Hamas, è la riconciliazione e la futura unità di Hamas e Fatah in una sola autorità.

Leader di Hamas sul palco a Gaza City

Laura Fontana


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