ROMA – E’ arrivata “la fine del maschio”: l’ha teorizzata nell’omonimo libro Hanna Rosin, giornalista israeliana di 43 anni. Il libro, edito in Italia da Cavallo di ferro, è nato da un’inchiesta sul ruolo degli uomini nel nuovo millennio svolta per The Atlantic nell’estate del 2010. Dopo un’analisi di dati e statistiche raccolte anche nei due anni successivi Rosin ha decretato “la fine dell’era del testosterone”.
Il Giornale ha intervistato l’autrice, che ha chiarito: “L’ultima crisi ha colpito più duramente gli uomini che le donne e ha rivelato che l’economia è davvero cambiata: l’età manifatturiera è finita per sempre. E gli uomini hanno perso il vantaggio naturale sulle donne nei posti di lavoro”.
Il declino dell’uomo, secondo Rosin, è iniziato “nel momento in cui la forza fisica non è più stata un fattore decisivo per il successo di un’azienda o pubblico. Il cambiamento nelle relazioni private tra i sessi è venuto di conseguenza”.
L’autrice spiega che, secondo lei, gli uomini con il passare del tempo ”diventeranno più flessibili e si adegueranno. La mia speranza è che dopo la fine del maschio ci saranno più possibilità di scegliere che maschio essere, e che femmina, senza pagare un prezzo troppo alto se ci si comporta diversamente da come ci si aspetterebbe dall’uno o dall’altro genere”.
“A molte donne il titolo non piace, perché pensano che svilisca le loro attuali battaglie. Lo capisco. Ma la storia non va in un’unica direzione: bisogna riconoscere che non esistono solo i campi in cui le donne sono sottomesse, ma anche quelli in cui sono dominatrici. Sono femminista, ma questo non è un manifesto femminista. Il cambiamento non porta solo vantaggi, alle donne: sono costrette a fare di tutto e non sono più felici di una volta”.