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Hannah Arendt, Effetto Lucifero e Zagreb.

Da Arturo Robertazzi - @artnite @ArtNite
  • Categoria Cuore

Zagreb è ormai uscito da quasi quindici di giorni.

Ho ricevuto alcune email, qualche recensione e tanti tweet-feedback.

Grazie, innanzitutto!

E come capita spesso, ma io non ci sono abituato, si ritrova nella lettura degli altri un mare di cui non si era neppure a conoscenza.

Angelo Ricci scrive così di Zagreb: “Ci sono luoghi, paesi, nazioni che, per quanto vi è accaduto, sono destinati ad assurgere a vero e proprio paradigma del Male (…) È la banalità del Male di cui scriveva Hannah Arendt.”

Hannah Arendt che descrive se stessa come una teorica della politica perché il suo lavoro si incentra sul concetto che “gli uomini, non l’Uomo, vivono sulla Terra e abitano il pianeta”.

In una nota diffusa su twitterEva di Palma,  nel raccontare Zagreb ci parla di Philip Zimbardo e del suo “Lucifer Effect”. Che ho comprato immediatamente in formato ebook. “Lucifer Effect” descrive l’esperimento carcerario ideato da Philip Zimbardo in cui “a dodici [studenti] fu assegnato il ruolo di guardie e [ad] altri dodici quello di carcerati. Quello che accadde nel sotterraneo della Jordan Hall dell’Università nei soli sei giorni di vita del test (che sarebbe dovuto durare due settimane) fu spaventoso e spinse gli organizzatori ad interromperlo.”

Leggendo le prime righe della prefazione del libro, si capisce il turbamento dell’ideatore: “Mi piacerebbe dire che scrivere questo libro sia stato il frutto di un lavoro d’amore; non lo è stato nemmeno per un secondo dei due anni che mi ci sono voluti per completarlo”.

E forse è vero, allora, come dice Stefano Sgambati, autore de “Il Paese Bello” edito da Intermezzi, che Zagreb “è una storia romantica e tragica, cupa e puzzolente (…) è un libro che sporca.”

Non so.

Io so solo che a volte nell’immergermi nella Storia su cui si basa Zagreb, la Storia accaduta realmente, ho spesso sentito un gelo dentro, un vuoto, una voragine profonda almeno quanto le fosse, prima scavate e poi riempite, sparse per le terre rivoltate della ex-Jugoslavia.

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