Eccomi tornato come promesso. A modo mio.
In questi giorni spulciando sul web ho scoperto una storia che mi ha commosso e ha ispirato una riflessione sul trattamento di noi giovani oggi. Hans Rott, classe 1858, è nato a Vienna, centro della cultura musicale dell'epoca. Sviluppa presto un'attitudine naturale alla musica. La condizione sociale della sua famiglia non è modesta, ma i genitori muoiono entrambi prima della maggiore età, destabilizzando notevolmente la sua situazione economica. Studia musica sorretto da qualche borsa di studio, dall'aiuto di alcuni amici, da lezioni private e da qualche posto da organista trovatogli dal grande Bruckner, compone una sinfonia quando ha appena vent'anni. Nel 1880 decide di presentarla davanti ad una commissione presieduta, tra gli altri, dal compositore classicista Brahms, per l'assegnazione di una borsa di studio statale. Il suo lavoro è ardito, già proiettato verso il futuro, con solo qualche omaggio verso il passato, una sintesi delle grandi istanze musicali dell'epoca. Brahms stronca il suo lavoro, giudicandolo banale, solo a tratti ingegnoso. Bisogna sapere che Brahms aveva una diatriba aperta con il collega Bruckner, che appoggiava Rott, perciò il suo giudizio poco oggettivo non sorprende. Rott, probabilmente già instabile di suo, non regge. Nello stesso anno esplode in un treno, minacciando un passeggero con una pistola e urlando che Brahms aveva imbottito il vagone di dinamite. Rinchiuso in un ospedale psichiatrico in preda a crisi depressive e manie di persecuzione, muore di tubercolosi nel 1884, a ventisei anni, dopo aver distrutto gran parte del suo lavoro. Il suo nome e il suo capolavoro sono ignote anche agli appassionati di classica, mentre Brahms si può trovare in ogni scaffale alla Fnac o alla Feltrinelli. Un altro grande, Mahler, avrà modo di dire che Rott è stato il fondatore della "nuova" sinfonia.
A partire da qui ho iniziato a pensare a quanto poco oggi si dia valore alle nostre capacità (nostre di noi giovani). Il potenziale che abbiamo ora non sarà mai eguagliato a nessun'altra età futura. E' vero che raggiungiamo l'età della consapevolezza più tardi dei nostri nonni, ma il potere di cambiare, di mutare, di farci valere, di esprimere le nostre capacità è lo stesso! La cosa devastante è che lo scopo è esattamente il contrario a questo: non sviluppare alcuna capacità personale, anzi, appiattire al massimo ogni guizzo, ogni desiderio e tacciare di inopportuno qualcuno che ha una dote, un interesse, un qualcosa di più. Lo scopo è impedire alle forze del cambiamento incarnate nei giovani di svolgersi e cambiare la Storia. Come? Uccidendo la personalità, per poter poi anche dire che i giovani sono smidollati. Con il precariato per esempio. Con una scarsissima valorizzazione dei nostri eventuali studi. Investire in un giovane non significa presentare un ventenne alla carica di sindaco di Milano, significa consentirgli di esprimere il meglio di sè. Non avete la sensazione che vogliano farci invecchiare prima del tempo? Un lavoro, magari una famiglia per chi può, un rientro nei canoni, rigorosamente al ribasso. Oggi una storia come quella di Rott farebbe apparizione per qualche giorno sui giornali, per poi lasciare posto alle notizie fresche e meno infelici. Si farebbe appello al "disagio giovanile" per un pò, con un sacco di espertoni nei salotti televisivi per far annuire la nonna che guarda il programma da casa e morta lì. E qualcosa di concreto? Non voglio una società ai nostri piedi intendiamoci. Ma qui ci stanno calpestando. E prendendo per il culo. Stage di sei mesi, poi chissà, esperienza qui, esperienza là, no tu sei troppo qualificato e bla bla bla. E non è giusto che si debba partire in cerca del Paese dei Balocchi che, in ogni caso, forse non esiste. E' ovvio: ogni altro posto sembra Fruttolandia in confronto a questo.
Signori ci prendono in giro. Qui non si sta capendo che se veniamo addestrati come ora ad un nichilismo totalizzante, senza speranza, senza gioia, qui finiamo tutti come Rott. In modo meno plateale se volete, ma la morale è la stessa.
Nella speranza di non comparire sulle prime pagine di domani dopo essere strippato su un treno
Il vostro (bentornato) corrispondente dall'Emilia