Hansel & Gretel cacciatori di streghe
di Tommy Wirkola
Germania/USA 2013
Sinossi
Quindici anni dopo essere stati rapiti e tenuti prigionieri in una casa fatta di marzapane da una strega, i fratelli Hansel e Gretel sono diventati cacciatori di taglie, impegnati proprio nella caccia delle streghe. I due sono molto abili nel loro lavoro, anche perché, per un motivo sconosciuto, incantesimi e maledizioni non hanno effetto contro di loro.
Un giorno il sindaco di Augusta affida ai fratelli di liberare la città e le vicine foreste dalla congrega di streghe comandate dalla malvagia Muriel, che sta progettando di sacrificare molti bambini al raduno di streghe che avrà luogo due giorni dopo. Oltre alle streghe i due dovranno fare i conti anche con il brutale sceriffo Berringer, che ha preso il potere ad Augusta e utilizza modi spietati per la caccia alle streghe.
Commento
Quando un mio amico ha saputo che stavo per vedere questo film ci ha tenuto a farmi sapere che secondo una prestigiosa rivista americana si tratta né più né meno che di spazzatura.
Visto che comunque il film era oramai caricato (ebbene sì, l’ho visto in streaming) ho deciso di avventurarmi comunque nella visione. Il giudizio finale è molto meno disastroso del previsto. Forse la mancanza totale di aspettative me l’ha fatto godere senza grandi problemi.
Hansel & Gretel cacciatori di streghe si pone in quel filone fantasy-fiabesco che, da qualche anno a questa parte, sta portando alla rivisitazione in salsa dark delle fiabe. E qui sono di parte, visto che è un genere che a me piace molto. Mi piace la riscoperta delle origini gotiche e horror delle favole. Non a caso io stesso sto scrivendo qualcosa di questo tipo, nella game novel Tomato Moth.
Certo, è un filone tanto particolare che può generare piccole perle oppure oscenità inguardabili. Molto spesso i prodotti finali vanno a incasellarsi in un’ampia fascia grigia di mezzo, quella delle pellicole senza infamia e senza lode.
Tornando a noi, gli Hansel & Gretel che vediamo nel film diretto da tal Tommy Wirkola (a me sconosciuto), sono i due ragazzini della nota fiaba di Perrault e dei fratelli Grimm, cresciuti e diventati cacciatori di streghe, dopo essere sopravvissuti all’incontro ravvicinato con una di queste terribili megere cannibali.
Da questa premessa il film si riduce alla caccia a una strega madre, la terribile Muriel, interpretata da Famke Janssen, che ha intenzione di sfruttura un raro allineamento astronomico per produrre una pozione che la renderà invincibile al fuoco, l’arma più temuta dalle mortifere incantatrici.
Hansel (il sempre ottimo Jeremy Renner) e Gretel (la bella Gemma Arterton) sfoggiano figaggine, completini in cuoio e pelle e soprattutto un insieme di micidiali fucili, balestre e pistole dal sapore decisamente steampunk. Il film è ambientato in una regione identificabile nella Germania di fine ’700/inizio ’800, ma per il resto sconfina ampiamente nel fiabesco/fantasy. Oltre alle streghe c’è perfino un mostruoso ogre, c’è la magia, e ci sono anacronismi vari, rappresentati appunto dalle armi dei due cacciatori e dei loro alleati.
Il lato estetico del film è senz’altro quello che funziona di più. Per il resto ricorda da vicino una pellicola non certo memorabile quale è Van Helsing: molti combattimenti, tanta azione, ironia mischiata ad atmosfere dark, ma piuttosto di maniera, senza l’opportuna ruvidezza. La differenza tra i due film è che questo Hansel & Gretel non rinuncia a una buona dose di splatter (e perfino a una scena di nudo), il che lo pone un gradino sopra la soglia disneyana del young adult.
La mia valutazione finale è di sufficienza, purché non siate alla ricerca di qualcosa di particolarmente complesso o cervellotico. Passare un’ora e mezza in compagna di Hansel e Gretel può essere divertente, se vi piace il genere. Resta però un grande rammarico, legato all’incapacità della case di produzione di spingersi un tantino più in là, di aggiungere quei dettagli che potrebbero trasformare un filmetto come questo in qualcosa di più memorabile nel tempo, o almeno di più raffinato. Il materiale non mancava, sarebbe bastato lavorarci su con qualche buona trovata di sceneggiatura. Invece regista e produzione si sono limitati a svolgere il compitino con l’opportuna diligenza. Nulla più.
Ma questo è il cinema moderno, e per il momento pare che ci si debba accontentare.
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