Infine il grande giorno era arrivato. La saga che mi aveva cresciuto prima in ambito letterario e poi cinematografico, aveva raggiunto la sua doppia conclusione. Quasi dieci anni di film sul maghetto ricchione, quasi dieci anni di attese, emozioni ed elucubrazioni, quasi dieci anni di continui cambi di regia e quasi dieci anni dove la solita ghenga di fattoni deviati si riuniva per andare a vedere i vari tasselli dedicati al big jim di Hogwarts. Questa volta però era diverso. Non lo vidi con la solita ghenga, bensì copia ragazza, anche lei fanatica delle avventure del mefistofelico quattrocchi, perché sentivo che questo era un viaggio che volevo concludere con lei. Insomma, c'è chi si fa i viaggi, noi andiamo a vederci i film per ragazzini. Mi sembra giusto. Ma comunque, alla fine era questo ultimo tassello era arrivato, un qualcosa che non si poteva di certo vedere in streaming ma la cui visione andava degnamente completata al cinema, in grande stile, perché questo è il tributo che si deve dare alle grandi storie. E solo una grande storia può prendersi il lusso di durare per ben dieci e, nonostante i vertiginosi cali che ha avuto, farti stare in ansia perché sta finendo. Anche se sai che non sarà il finale memorabile che ti aspettavi.
Il dado ormai è tratto. Gli ultimi preparativi stanno per essere fatti e ci si prepara per la battaglia finale contro il Signore Oscuro. E la battaglia si terrà ad Hogwarts!
Già i primi minuti non fanno ben sperare. Posso dire senz'ombra di dubbio che le prime scene sono quanto di peggio diretto io abbia mai visto al cinema. E non voglio tirare fuori delle tecniche astruse comprensibili solo a chi ha fatto degli studi in merito, ma semplicemente, anche le semplici inquadrature sono a dir poco brutte, senza estetica, come se Yates avesse fatto apposta a scegliere l'angolatura più sbagliata per riprendere il suo già non eccelso lavoro. E il fatto che questo obbrobrio si apra sul nulla, perché il precedente film, spiace dirlo, non concludeva alcun discorso (pensate alla trilogia de Il Signore degli Anelli, ogni film si concludeva finendo una determinata tematica e lasciando così la possibilità alla pellicola seguente di poter andare comodamente per la propria strada) lascia un ulteriore senso di vuoto. Ergo, già il film inizia male, e così facendo dimostra già dall'inizio di non poter stare in piedi sulle proprie zampe. Morale della favola: iniziava e già faceva supporre che non avrebbe saputo lasciarmi molto altro. Che gioia... Come sempre, di salvabile trovo solo gli effetti speciali che, grazie all'ausilio della tecnologia IMAX, raggiungono insieme alla sopraffina fotografia un realismo davvero encomiabile e credibile. Ma questo, purtroppo, non basta. Specie in una saga che ha fatto dell'atmosfera e della trama il suo punto di forza. Purtroppamente però il film in questione fa perno unicamente sugli effetti visivi, perché non c'è null'altro da mostrare. Si prende ciò che la parte 1 non ha potuto citare e si riempie il tutto con una battagliona interminabile che, se in alcuni punti ha i suoi effettivi momenti di forza, in altri annoia e basta, perché allungano un brodo decisamente annacquato. Ci si ritrova così a dover vedere due ore e passa di magie, morti, scontri e coreografia malamente gestite che riservano delle situazioni imbarazzanti per quanto riguarda la morte di certi personaggi e degli inaspettati picchi di violenza, che in una saga simile non mi sarei mai aspettato, un po' come successe ne Il Calice di Fuoco. Rimane però sempre in sospeso l'incapacità di Yates di saper gestire un tema come quello della morte, che è l'argomento portante di tutte le avventure del maghetto, da qui il senso che era decisamente la persona meno qualificata per dirigere un progetto simile. Così come non è qualificato per far valere tutti i punti di forza che hanno cercato, invano, di inserire in questa pellicola a discapito di quanto raccontato nel libro. Mi riferisco in pratica alla scena in cui si fa fare la marcia militare agli studenti assediati, una sorta di simbologia della malvagità del potere dittatoriale che poteva benissimo rappresentare Voldemort, ma purtroppo è un particolare che così come viene inserito, viene perso con altrettanta rapidità e che invece avrebbe potuto dare quella marci in più a questo filmetto; la vera delusione però è da darsi alla disfatta del villain che, per quanto annientato col medesimo (brutto) metodo descritto nel libro, gli fanno perdere quella sua umanità a favore di una spettacolarizzazione da quattro soldi. Spettacolarizzazione mal diretta come tutto il resto vorrei far notare, mettendo la definitiva pietra tombale su una saga nata benissimo e conclusasi con un perfetto nulla concettuale. Un nulla che va a schiantarsi sull'effetto che ha avuto per il l'aver terminato i libri, a diciotto anni, quella che legalmente è la cosiddetta età della maturità. Rammento che avevo chiuso il libro, lo avevo messo nella mensola insieme agli altri ed ero rimasto a fissarli per almeno un quarto d'ora. In quel momento, avevo come sentito che la mia infanzia era finita e che in minima parte lo dovevo a quei bellissimi libri, a quello che aveva passato mentre li leggevo e a quello che avevano saputo insegnarmi. I film, invece? Quelli erano finiti e basta. E la fine, quando non porta con sé nulla, credo sia la cosa più triste di tutte. Specie per una saga che fa bella fine di ogni cosa la sua argomentazione di fondo.
Ma rimane comunque un qualcosa che, nel bene e nel male, mi ha accompagnato per una decade della mia vita. Quindi, una volta finita, ha creato dentro di me una cicatrice. Una cicatrice a forma di saetta.Voto: ★★