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Harry Potter e il Calice di Fuoco

Creato il 03 aprile 2015 da Jeanjacques
Harry Potter e il Calice di Fuoco
Se dovessi sceglier quello che fra i libri del maghetto mi è piaciuto di più, credo che sceglierei senza alcun dubbio il quarto. Il Calice di Fuoco per me è stato un libro seminale per diversi motivi. Innanzitutto, nel periodo in cui lo lessi (la seconda media, mi pare) era il libro più lungo su cui avessi posato le mani e l'averlo finito di leggere a tempo record mi aveva reso molto 'orgoglione'. Inoltre era un libro davvero significativo per quella saga che avevo imparato ad amare, un libro che ne stravolgeva gli intenti e cambiava per sempre delle cose, immettendoci degli elementi inaspettatamente adulti che ti facevano comprendere che non potevi rimanere bambino per sempre. Un po' come se la Rowling avesse voluto dire a tutti i suoi lettori che magie e folletti erano belli, ma che a un certo punto bisognava crescere, perché anche nel mondo magico in cui abbiamo imparato ad ambientarci il male era sempre in agguato. E poi c'era anche un intreccio che ho adorato, delle prove davvero particolari e un avviarsi sempre più sentito verso l'adolescenza dei personaggi. Ironicamente, ne ho adorato anche le sottotrame amorose, che a quel tempo schifavo come non so cosa. Quindi sì, rimane un libro per bambini con tutti i suoi demeriti, però è il libro che mi ha stregato come solo pochi altri all'epoca avevano saputo fare. E forse, se in seguito mi sono avviato verso letture più adulte, credo sia anche grazie a quelle pagine.

I Mangiamorte, i vecchi servitori di Lord Voldemort, stanno cominciando a spuntare ed a mietere il panico. Intanto ad Hogwarts si svolge il Torneo Tremaghi, una gara molto pericolosa dove i nomi dei partecipanti vengono estratti da un particolare calice. Guarda caso, il giorno in cui l'estrazione inizia, spunta fuori anche il nome di Harry Potter.

Forse era proprio per quel particolare e morboso amore che ho avuto verso il libro (certi passaggi li so a memoria ancora adesso, per dire) ma rammento che il film fu una vera e propria delusione. Un qualcosa che aveva finito per scuotermi particolarmente, tanto che ci pensai per un anno intero. E tanto che non rividi mai più quel film. Il ricordo che ne avevo quindi era quello del ragazzino quindicenne che era uscito dalla sala sbuffando, quindi non me la sentivo di scrivere di questa pellicola senza il rewatch - che era comunque necessario per la maratona che mi sto facendo in questi giorni. Perché all'epoca era decisamente più 'fan scassaminchia' di adesso, quindi era giusto il tempo di provare a dare un'altra chance al tassello diretto da Mike Newell, cercando di tenere il più lontano possibile il ricordo della pagina stampata. E devo dire che come cosa mi è servita. E' stato un po' come quando ho rivisto La grande bellezza: i pregi e i difetti sono rimasti gli stessi, solo che ho percepito in maniera maggiore i primi. Pure in questo caso gli elementi che mi avevano fatto storcere il naso e il senso di profondo fastidio che ho provato alla prima visione sono rimasti, ma ho percepito in maniera molto maggiore tutte le cose molto belle (forse fin troppo) che si sono susseguite nell'ultima parte. Eppure, va detto, si avverte sempre la sensazione di un qualche calo. Un calo decisamente non disastroso ma che sarebbe stato l'apripista verso il nulla totale che questa saga raggiunse al suo spegnersi. Gran parte della malgestione, oltre che alla solita sciattezza in fase di scrittura di Steve Kloves, sta proprio nell'identità del regista, Mike Newell, cineasta dalla filmografia abbastanza discontinua ma comunque apprezzabile, eppure decisamente non in linea con il contesto fantasy che ha dovuto intraprendere col suo ingresso in questa saga - e che ha tentato di replicare con quella strana cosa che è stato Prince of Persia: le Sabbie del Tempo. L'inglesone purtroppo si concentra troppo su quello che è l'aspetto marginale della storia, quello romantico, e gli dedica un minutaggio forse davvero eccessivo. E va bene che lui ha saputo creare quella cosa molto divertente che è stata Quattro matrimoni e un funerale, ma qui l'approccio è totalmente sbagliato. Ci si dimentica poi che il cinema non è composto solo da immagini (quello lo è anche un fumetto), ma dal tempo, e la durata delle singole scene diventa cruciale insieme alla scelta di dove posizionare la macchina da presa. Il problema è che la prima metà del film è totalmente sbagliata, le tempistiche sono tutte errate e succede che accadono mille cose in un solo attimo, cosa che in certi punti mi ha fatto venire il mal di mare. E c'è quella dannatissima questione amorosa di cui sopra che castra una narrazione che fino a quel punto è andata avanti a singhiozzo e, pur mostrando dei momenti simpatici, non porta da nessuna parte. E ripeto, a me le storie d'amore non danno fastidio (basti pensare che adoro film come Se mi lasci ti cancello e 2046) ma in questo film non porta davvero a nulla. Ci sono le prove da superare, c'è l'isolamento di Harry e il senso di ineluttabilità che si verrà a percepire verso la fine. Quell'elemento poteva benissimo essere introdotto... ma non in questo momento. Poi però viene la parte finale del film, che va a coincidere con l'inizio dell'ultima prova e i secondi prima dei titoli di coda. Lì accade di tutto. Accade bene e secondo un minutaggio adeguato, una sequenza davvero bella, così bella da essere addirittura eccessiva in un film simile - all'epoca di era parlato di vietare la pellicola i minori di quattordici anni, ricordo. Tutto il succo del film sta in quel cimitero (chi ha visto capirà), in quella manifestazione e in quella battaglia. Si percepisce che in quel mondo qualcosa è cambiato, proprio come nei libri, e che ci si avvia verso quella che sembra essere una presa di coscienza sul mondo. Una parte finale molto bella e inaspettatamente violenta ma che rimane smorzata da tutto ciò di sbagliato che è stato fatto prima. E l'unica coscienza che resta è quella che ci si sta avviando verso la mediocrità più assoluta.

Infatti dopo Mike Newell sarebbe subentrato David Yates, e allora sarebbero stati uccelli per diabetici (leggasi: cazzi amari) per tutti. E l'infedeltà al libro sarebbe diventata decisamente il male minore.Voto: 

Harry Potter e il Calice di Fuoco
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