Settembre.
Per me è sempre stato un bel mese: mi piace la luce offuscata del sole nuovo che ci avvolge, l'aria che si fa frizzante e al mattino ti avvolgi nel profumo della lana nuova. E ancora: il profumo delle cartolerie, degli astucci delle matite ben temperate.
Trovo tutto questo delizioso.Mi piace Sunday Morning dei Maroon Five: quando dice sunday morning rain is falling, steal some covers share some skin.
Mi piacciono le foglie gialle al bordo della strada.
Mi piace che la mia fashion week sia fatta di torte che lievitano nel forno, nani che mi chiamano zia con cui passare la serata e amiche belle che mi abbracciano e con cui parlare e trasformare un normale risotto al rosmarino nella notte da ricordare sempre e per sempre.
Mi piacciono i whatzup inaspettati che quando arrivano sei un po' basita ma poi dato che si è inguaribili fucking naive romantiche, si sorride con meno affanno, che come qualcuno ha scritto ieri, è bello pensare che esiste un tipo di amore che non si affanna. "Che l'amore felice respira lentamente". E adesso lo sappiamo, e forse veramente avrei dovuto capirlo prima, ma va bene così, sono tutti percorsi, passi che si fanno verso il respirare a pieni polmoni. Non si può essere felici quando si ha il fiato corto.
Mi piace che si comincia a pensare al Natale.
Mi piacciono le mie amiche che sono diventate sorelle. Che hanno il mio stesso punto di vista sulle cose. Che mi incoraggiano. Che hanno meravigliose cicatrici di battaglie perse, e qualcuna vinta e ciononostante non si arrendono ma che a viso alto sorridono a ogni novità che incombe. Che cercano, come me, di far quadrare i conti, di rimanere in quel sottile bilico perfetto tra l'essere divertenti e l'essere sexy, tra il compiere il proprio dovere e l'affrontare la vita con quella leggerezza che ci contraddistingue e che ci rende: diverse.
Amo anche il rosa cipria. Tanto. Mi vestirei così da capo a piedi.
Amo il primo sorso di tè verde al mattino, quando gli occhi sono ancora impastati di sonno e difficilmente connetto i pensieri alle parole.
Amo leggere le parole nei discorsi degli altri e trovare connessioni casuali tra queste.
Amo le belle canzoni che ogni tanto hanno quella frase lì che è perfetta per il momento: De Gregori ne fornisce sempre un sacco. Ma anche Pharrel non scherza, ecco.
Amo vagare. A caso.
Amo il profumo della pelle prima di dormire: piena di Aesop e lavanda e morbida e confortata dalle creme idratanti.Amo i sabati mattina e quella luce che li avvolge.
Amo le coperte sul divano.
Amo un buon risotto e un buon vino.
Amo quando ho un po' di febbre che si è tutti caldi e la testa è leggera.
Amo ricevere piccoli preziosi bouquet, inaspettatamente. Con fiori di campo, raccolti per strada, al ciglio dell'asfalto.
Amo cucinare la zucca. Tantissimo.Oh si proprio tantissimo.Amo anche andare a comprarla dal fruttivendolo e amo ancora di più quando si offrono di tagliarla che io con il carving non sono molto brava.
Amo i vecchi film con Maryl Streep da giovane: tipo "la mia Africa".Amo il profumo di legna, le pigne e i ricci delle castagne.
Comunque, io e la mia anima gipsy amiamo.
E forse proprio grazie a queste piccole cose amorose, quasi rituali, posso sorridere quando magari la vita non è così facile.Come ora, che ogni tanto vieni travolta inaspettatamente da momenti di nostalgia fulminante: tipo quando sei seduta con il tuo cappuccino davanti, oppure quando percorri in macchina quella strada tra i boschi e la luce è chiara e il nodo in gola sembra fatto da Yamamoto.
E questo è importante: perché è come un PS o un NB che richiama con un asterisco * al fatto che possiamo ancora sentire, laddove vuol dire provare emozioni e abbattere muri costruiti da grandi corazzate pur di evitare ogni nuovo sentimento o un rimettersi in gioco.
Che comunque il tempo delle passioni è passato: ora sono ammesse solo persone che facciano la differenza, che esplichino il valore aggiunto del loro partecipare alle nostre esistenze..Che regalerà piacere da lasciare i capelli appiccicati al viso. Che avrà la barba e gli occhi buoni. Che si riderà e ci saranno venerdì sera passati a mangiare formaggio bevendo vino sul tappeto.
E poi ci sono vorrei che trasudano verità e stati di pensiero. A tratti confusi, a tratti precisi.
Tipo che vorrei sentire di più l'appoggio della mia famigliaTipo che l'altra parte delle giornate le passerei passeggiando per parchi dalle foglie gialle e rosse e cucinando per le persone che amo.
Tipo che non vorrei avere tutti questi conti da pagare, un po' emotivi, un po' numerici.
Tipo che ieri notte ho cucinato fino all'1.30 del mattino ed ero distrutta con burro nelle unghie e nei capelli ma ero semplicemente: felice.
Tipo che adoro che io e #family abbiamo gli stessi asterischi.
Tipo così.
Tipo che poi ci sono vellutate che ti riscaldano anima corpo e pensieri.
E allora va tutto così bene. E allora tipo che tutti i tasselli riprendono forma e dimensione.
Tipo che questa è la ricetta.
Tipo che.
Vellutata di zucca e patate dolci al profumo di basilico con quenelle di formaggio
mezza zucca
2 patate dolcisale himalayano varietà "india" - da Superpolo a Milano
1 porro tagliato grossolanamente con le forbici
2 carote di piccole dimensioni
formaggio fresco tipo philadelphia o ricotta
Fare soffriggere leggermente il basilico con il porro. aggiungere tutte le altre verdure e aggiungere un filo di acqua, tanto quanta ne occorre per coprire le verdure a filo. Far bollire e attendere che ogni parte sia morbida. Passare tutto al frullatore ad immersione, aggiungendo tre cucchiai di formaggio.
Prima di servire aggiungere qualche foglia di basilico e con un cucchiaio creare una quenelle di formaggio.