Pur essendo l’unico sito – su scala mondiale – a soddisfare nove su dieci dei criteri naturali e culturali richiesti per far parte del patrimonio culturale dell’UNESCO, Hasankeyf si trova a fronteggiare una minaccia di distruzione a causa della costruzione della diga Ilisu. Ora si scopre essere stata anche la prima capitale Turco-Islamica dell’Anatolia: secondo il rapporto intitolato “Hasankeyf: la capitale in cui le civiltà si incontrano”, preparato dal Prof. Adnan Çevik, Hasankeyf e i suoi dintorni sono stati la prima regione in Anatolia in cui la cultura islamica ha messo radici.
Il rapporto preparato dall’associazione Doğa Derneği, col supporto della rivista Atlas e assieme al docente dell’Università di Muğla Adnan Çevik, intitolato “Hasankeyf: la capitale in cui le civiltà si incontrano”, è stato ieri (17 maggio) comunicato al pubblico presso la Fondazione per le Opere Museali di Ankara (ANKARA VAKIF ESERLERİ MÜZESİ).
Secondo il rapporto, Hasankeyf è stato uno dei primi insediamenti dell’Anatolia ad islamizzarsi. Durante il califfato di Omar, gli eserciti islamici, dopo aver attraversato la Siria, entrarono nell’Anatolia sud-orientale senza quasi incontrare resistenza e nel giro di un anno conquistarono Hasankeyf, assieme ad altri abitati: ciò suggerisce che questa sia stata la prima regione turca in Anatolia in cui la religione islamica ha posto radici.
Ad Hasankeyf, fra le numerose opere islamiche che rischiano di essere disrutte, si trovano, in primo luogo le moschee, gli edifici ad esse connessi e il ponte d’epoca Artuchide e Ayyubide. La moschea ayyubide Sultan Suleyman, assieme all’unica altra in Anatolia che le somiglia, la Grande Moschea di Divriği, costituisce un esempio unico nella storia islamica. La mosceha Koç ed il ponte di Hasankeyf, che catturano l’attenzione per le loro qualità architettoniche, ingegneristiche e artistiche, prendono posto fra le rarità delle opere islamiche mondiali.
Hasankeyf centro scientifico
Secondo il rapporto preparato dal Prof. Çevik, non solo dal punto di vista delle opere islamiche, ma in un ampio ventaglio di discipline che va dalla medicina all’ingegneria, dalla mistica all’architettura, Hasankeyf ha dato i natali a importanti personaggi ed è stata fucina di importanti sviluppi scientifici. Fra gli studiosi nativi di Hasankeyf il più famoso è colui che viene riconosciuto come l’inventore della cibernetica (o robotica), El Cezerî. Il libro di ignegneria di El Cezerî, che si sa aver esercitato una certa influenza sui lavori di Leonardo Da Vinci, è tuttora esposto in vari musei europei.
Il Prof. Çevik, il quale sottolinea come Hasankeyf possieda un’importanza senza pari dal punto di vista della storia islamica, ha affermato che la diga Ilisu non distruggerà solo Hasankeyf, ma cancellerà le tracce anatoliche della storia turco-islamica. Çevik ha attirato l’attenzione sul fatto che, grazie alle opere che racchiude, Hasankeyf protrebbe essere trasformata molto rapidamente e molto facilmente in un museo all’aria aperta. “Hasankeyf, allo stesso tempo, rappresenta la culla sociale e culturale di queste terre. In qualunque modo vogliate metterla, proteggere è sempre più fruttuoso di distruggere.”
La coordinatrice per la campagna su Hasankeyf della Doğa Derneği, Tuba Kılıç, sottolineando che ad Hasankeyf ogni giorno si scopre una nuova particolarità, un nuovo valore, nel suo intervento ha detto: “Quando si pensa che gli scavi che sono stati fatti ad Hasankeyf, che è l’unico posto al mondo a soddisfare 9 dei 10 criteri dell’UNESCO, hanno portato alla luce solo l’1% dell’area, si capisce ancora meglio la grandezza e l’importanza di questo posto. Ma non è possibile comprendere come sia possibile voler distruggere Hasankeyf, quando da essa possiamo ancora imparare così tante cose sul mondo e sui noi stessi.”