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Rovistando in soffitta poi scopre qualcosa di inimmaginabile riguardo se stessa e la propria famiglia.
Le giornate iniziano a variare giusto per far aumentare la paura di Lisa.
E questo è solo l'inizio ....
Difficile raccontare o meglio spiegare questo film senza incorrere in spoilers selvaggi ma ci si prova.
Fondamentalmente il nuovo film di Vincenzo Natali, quello di Cube ( un piccolo cult per il sottoscritto)e Splice ( una delusione immane ), è una ghost story e questa non è sicuramente una rivelazione visto che il titolo tradotto in italiano significa per l'appunto " fantasma".
La interessante di questa ghost story è che prendendo spunti qua e là riesce ad avere un barlume di originalità. Non tantissima perchè i film a cui è debitrice sono tanti ed è impossibile non notarli ma l'amalgama che ne esce a conti fatti funziona più che decentemente.
Gli spunti sono presto detti: da una parte abbiamo la protagonista , Lisa , che si accorge di vivere un eterno e spaventoso Giorno della Marmotta e quindi parliamo di tutto quel cinema che si nutre di paradossi temporali ma soprattutto di quella commedia riuscitissima che è Ricomincio da capo però virato all'horror.
Dall'altra parte abbiamo presto la consapevolezza che tutto quanto quello che vediamo è immerso in una sorta di limbo sospeso tra la vita e la morte e quindi il richiamo più facile è a film come Amabili resti ( forse l'influenza più forte di tutte ) e a "robette" come The Others o anche Il sesto senso, perchè tutto partì da questo film.
Vincenzo Natali utilizza molto bene l'unità di tempo, scandendo le giornate in maniera quasi ossessiva aggiungendo quindi parecchia mostarda a una situazione di per sè già parecchio piccante sotto il versante horror, e utilizza benissimo anche l'unità di luogo ambientando tutto dentro una casa dai mille anfratti, dotata di corridoi nascosti e passaggi segreti, per giunta circondata da una nebbia perenne da cui non c'è uscita ( vedi la scena di Lisa che cerca di fuggire con la bicicletta e come è , come non è , in qualunque direzione vada si ritrova sempre davanti il garage di casa con il padre ad aspettarla lì fuori, una sequenza che mi ha riportato immediatamente alla mente un'analoga sequenza di uno dei film più belli di Carpenter, Il seme della follia).
E poi il film procede bene nei suoi vari piani narrativi sempre ben comprensibili ma compenetrati in maniera molto efficace, senza inutili orpelli e complicazioni che avrebbero appesantito il tutto.
Invece Haunter procede veloce e affilato rivelando ben presto la propria natura , non c'è suspense sulla condizione di Lisa che scopre subito che cosa sta succedendo, e sfoggiando un villain di classe come Stepehen Mc Hattie che con gli occhiali da sole assomiglia tremendamente a Lance Henriksen( attore molto apprezzato qui a bottega) e che continua ad avere una voce da brivido con tutte quelle sfumature che le hanno regalato i milioni di sigarette fumate senza requie.
Magari il finale è un po' troppo new age per i miei gusti ( un po' come succedeva in Amabili resti) ma quei barattoli allineati sugli scaffali regalano un ultimo, lungo brivido che corre lungo la schiena al solo pensiero di che cosa c'è imprigionato dentro.
Complessivamente la visione è soddisfacente, un intrattenimento intelligente e di qualità confezionato nel migliore dei modi.
E naturalmente il tutto è sfuggito alla distribuzione italiana, noi facciamo uscire nelle sale Smiley, la storia di un culo trapiantato in faccia ....
( VOTO : 7 / 10 )
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