HDR? No grazie. Almeno, non sempre...

Da Marcoscataglini
Ritengo di essere stato tra i primi a utilizzare la tecnica dell'HDR, in Italia. Mi capitò infatti, all'incirca nel 2005, di leggere su un sito americano di questa tecnica e delle possibilità che offriva, e ovviamente iniziai subito a sperimentarla. I risultati erano interessanti, e soprattutto erano utili a risolvere molti problemi del mio lavoro di reporter di viaggi e turismo (attività che ssvolgevo allora), visto che non sempre si trovavano le condizioni giuste per scattare, e i tempi erano stretti. Cercavo comunque di far vedere il meno possibile "l'effetto HDR".Oggi, ahimé, è un diluvio di foto di questo tipo: la differenza è che un tempo questa era una tecnica a disposizione del fotografo per ottenere dei risultati, oggi è invece considerato un "modo di fotografare", e dunque si ricorre all'HDR anche quando non serve, al solo scopo di ottenere "quel genere di immagini". 
Da anni, oramai, ho abbandonato Photomatix e gli altri programmi HDR, a cui ricorro solo saltuariamente. Preferisco, all'occorrenza, l'antico metodo della combinazione di foto: la "combination printing" era già utilizzata nel XIX secolo dai fotografi Pittorialisti!

La foto sopra potrebbe, a prima vista, sembrare un HDR. Il sospetto è legittimo, in quanto tenere insieme l'esposizione per l'esterno, col sole, e quella per l'interno, in ombra, è cosa impossibile con un solo scatto. Ma in realtà si tratta dell'unione di due foto, una esposta appunto per l'interno e l'altra per l'esterno. Con un po' di pazienza e una maschera di livello, si ottiene un risultato comunque più naturale rispetto all'HDR, e dunque per me più accettabile.
Ci sono volte in cui, infatti, si vuole far vedere il dentro/fuori o, più in generale, l'ombra/luce e l'unico modo ragionevole per farlo, secondo me, è quello del doppio scatto. Ma so di essere in minoranza. Con tre foto e un apposito software tieni insieme esposizioni di 12-13 diaframmi con il minimo sforzo!

Per la cronaca, quella nelle foto è una delle vecchie stazioni della ferrovia abbandonata nella Valle del Mignone. Un luogo pieno di fantasmi...

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