Heart, talent and a fabulous long dress

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Non tutti i post sono uguali e devo ammettere che questo è davvero un post speciale per me. Di quelli che scrivi di getto e con grande piacere.

E’ necessario però fare una premessa.

Molti di voi ormai sapranno che il mio essere una blogger corre parallelo alla mia passione più grande ovvero l’insegnamento. Il fatto che sia una proffee, senza occhialini e sguardo truce, ma comunque abbastanza esigente e pignola, è un messaggio più volte comunicato, sopra, sotto e tra le righe. Quello che non vi avevo mai detto però è che la scuola in cui insegno quest’anno (dopo quattro bellissimi anni trascorsi ad un alberghiero ) è l’ istituto professionale Matteo Civitali con due indirizzi : Servizi SocioSanitari e Abbigliamento e Moda.

Moda e Sociale… e penserete? Te la sei scelta ad hoc eh? In realtà sì. Due mezze mele apparentemente di gusto diverso ma che hanno la stessa matrice: il cuore. Perché ci vuole un animo speciale per scegliere di dedicarsi agli altri, come del resto la creatività ha indubbiamente origine da una sensibilità peculiare. Molti di questi ragazzi mi hanno conquistato con la loro forte motivazione nel volere proseguire un percorso scolastico che li porterà ad occuparsi del loro prossimo per tutta la loro vita professionale. Molti ragazzi mi hanno sorpreso nel mostrarmi cosa erano capaci di fare con le loro giovani mani. E qualche volta sinceramente ho pensato che, se anche la matematica non fosse stata in alcuni casi la materia a loro più congeniale, di talenti ne avevano da vendere. E il talento ha solo bisogno di trovare la propria strada, la fessura da cui emergere. Ma nostro è il compito di incoraggiarlo.

L’incontro all’inizio anno con le studentesse della IV Moda mi ha suscitato l’idea che sarebbe potuto essere davvero utile e interessante stimolarle in un progetto extracurriculare che chiarisse loro le difficoltà che un giovane stilista incontra nel momento in cui intende proporre il proprio lavoro all’esterno, nel momento in cui decide di non essere solo un sarto ma uno stilista.

Le fasi previste: realizzazione di vari bozzetti su committenza, scelta dell’abito da proporre, scelta dei materiali e realizzazione dello stesso. Definizione di come presentare il lavoro al pubblico (shooting o sfilata); relazione con uno staff professionista ( fotografo, stylist e MUA ). Ovviamente la committente sarei stata io e come fotografo ho coinvolto Giorgio.

Le ragazze nuove a questa impostazione del lavoro, si sono mostrate entusiaste e hanno lavorato con una serietà davvero ammirevole portando a termine quasi autonomamente il progetto in tutte le fasi. Preciso che io sono solo lo strumento comunicativo. Il merito è davvero tutto loro.

La scelta dello shooting mi permette però, con grande orgoglio, di mostrarvi in questo mio spazio il loro grande talento. E so che lo apprezzerete.

L’abito che hanno ideato e realizzato per me non è soltanto oggettivamente bellissimo, ma perfettamente plasmato sulla mia persona. La scelta di un colore luminoso ma elegante e il taglio che riesce a coprire e valorizzare nello stesso tempo, sono perfettamente azzeccate. L’abito scivola, non segna affatto. Ma ciò che più mi ha emozionato nell’indossarlo è stata la chiara percezione che quell’abito, così vivace ma romantico, davvero raccontasse di me, della mia personalità soprattutto nel suo divertente lato trasformista. La gonna di petali rimovibile permette infatti di utilizzare l’abito in svariati modi e in un altro post vi mostrerò anche una seconda versione che abbiamo fotografato.

Questi sono l’abito e la mia contentezza…..