Hedi Slimane vai a zappare la terra.

Creato il 05 marzo 2013 da Oohlala

Ebbene si, siamo alla frutta. E marcia, a quanto pare.

Il tweet di La Zitella Acida ha dato voce a un pensiero che si annida nelle menti di molte di noi: la collezione fall-winter 2013 di Hedi Slimane per Saint Laurent fa schifo.


Mettendo da parte i pareri e le critiche di riviste patinate e note che, come sempre, fanno passare per oro anche la merda griffata, il parere popolare boccia senza pietà l'ultimo lavoro di Slimane, associandolo addirittura a una brutta copia di una collezione di Topshop. 
E come dargli torto? 
Ma facciamo un passo indietro.

Per chi non lo sapesse, Hedi Slimane ha debuttato nella womenswear della maison francese in occasione delle spring-summer 2013, dopo la dipartita di Stefano Pilati (2002-2012) che, scusate il francesismo, ha letteralmente fatto il culo a tutti e ha fatto brillare di luce propria il marchio YSL. Stefano io ti amo, lo sai. 

Hedi Slimane sale al comando dell'azienda ed è subito smania di massa ed eccitazione in attesa di vedere i suoi (capo)lavori da YSL. Perché Slimane non è proprio l'ultimo stronzo del fashion business, ha un background di tutto rispetto, un estro creativo invidiabile e, soprattutto, quella dark-rock-ribelle-cool attitude che piace tanto a noi vittime del fascino del lato oscuro della moda. E che ci fa sentire tanto alternative e intellettuali.
Dunque, le premesse per una nuova unione lavorativa-creativa col botto c'erano tutte. 
E invece no, qualcosa è andato storto. 

Dovevamo capirlo subito dalla decisione di Slimane di rinominare il nome del marchio Saint Laurent, eliminando quel Yves troppo vicino alla persona dello stilista e che non rispecchiava più il brand nel suo insieme, che qualcosa stava cambiando drasticamente. 

Ma abbiamo voluto dargli fiducia, in fondo si trattava solo di un banale nome omesso, abbiamo voluto credere nella svolta creativa che ci avevano promesso, dimenticando che non tutto quello che cambia è meglio del vecchio. 

Il debutto per la spring-summer 2013 di Slimane per Yves Saint Laurent è stato, almeno per me, una delusione. Acclamata, amata, osannata e chi più ne ha più ne metta, in sintesi si tratta di una collezione di tendenza e di facile presa sui buyer di mezzo mondo, in cui i canoni e l'eleganza tipici dell'enfant prodige della moda per antonomasia sono interpretati in chiave gipsy chic anni '70 e dark rock. 
Tuttavia, anch'io ogni tanto ho un cuore e ho slanci di fiducia verso il genere umano, e così ho voluto dare una seconda possibilità al caro Slimane prima di sbatterlo senza pietà nella mia personale lista nera. 

Arriva Febbraio, arriva la Fashion Week parigina e, finalmente, arriva il secondo round per Slimane di conquistare il mio cuore. Perché si sa, in cima ai suoi pensieri ci sono io.

Apriti cielo, dalla padella alla brace, di male in peggio, si stava meglio quando si stava peggio, insomma una collezione da far accapponare anche la pelle flaccida di Anna dello Russo. 
HEDI MA CHE CAZZO COMBINI? 
Yves Saint Laurent è in assoluto uno dei miei stilisti preferiti e, negli anni, è diventato uno dei miei marchi più amati, quello che attendi con trepidazione davanti al pc, quello che ti fa sbavare sulla tastiera e di cui vorresti parlarne per ore con le amiche che, giustamente, ti stoppano prima della pezza infinita. 
Hedi la considero un'offesa personale, mi stai rovinando l'esistenza. 
RIVOGLIAMO STEFANO PILATI ADESSO.

Ma analizziamo con calma e raziocinio l'ultima collezione di Hedi Slimane per (Y)SL.

QUATTRO FACILI MOSSE PER ROVINARE UN BRAND.

1) IL REVIVAL GRUNGE.

Hedi Slimane porta in passerella lo stile Grunge californiano, ispirandosi allo street style della scena anni '90 e alla musica. E chi se ne frega! 
Scelta discutibile dal punto di vista estetico, visto che le camicie a quadri di flanella, i maxi cappotti del nonno e l'effetto mi vesto con la prima cosa che trovo sono lontani anni luce dall'estetica della maison e, francamente, vorrei evitare di vedere ovunque fashion blogger vestite come quindicenni alle assemblee d'istituto; scelta discutibile perché banale e palesemente ruffiana alle tendenze del momento che vedono il ritorno degli ingloriosi Nineties. Lasciatelo dire Hedi, arrivi comunque tardi.

2) TOPSHOP, ASOS E BRANDY MELVILLE .

A un primo sguardo i capi hanno tutto l'appeal della linea TRF di Zara. Incredula, a una seconda occhiata, più attenta, la collezione sembra uscita dal catalogo di Asos o dagli scaffali di Brandy Melville. Abitini svolazzanti, minidress succinti in pelle e inserti di trasparenze, calze decorate e fantasie floreali: c'è tutto il necessario per una nuova catena low cost per teenagers! Slimane ha voluto ringiovanire la maison francese ed è riuscito nell'impresa se voleva far colpo su ragazzine pseudo-ribelli figlie di papà. Bravo.

3) TREND DISCUTIBILI.

 Peter Pan collar, calze a rete, borchie e crocifissi. Ho detto tutto. 

4) STIVALI DI MERDA

Stivali con maxi fibbie e borchie come se piovessero; stivali decorati con bottoni, catenine e chincaglieria varia. E borchie, ovviamente. Hedi, dove hai preso ispirazione questa volta? Dal catalogo della Ash? 
A Hedi Slimane piace vincere facile e questa collezione ne è la prova. Capi banali e di immediata riuscita che ammiccano a un target giovane, troppo giovane, che di sicuro apprezzerà il lavoro. E che, soprattutto, spenderà soldi per accaparrarsi il trend di stagione.
Perché si sa, alla fine tutto gira intorno al Dio Denaro e non importa se una collezione fa merda, l'importante è che venda. 
Tuttavia, alla bambina ingenua che è in me piace ancora considerare la moda come forma creativa lontana dai meccanismi di vendita e apprezzare un lavoro solo se ottimamente realizzato. Se ascoltate bene potete sentire questa bambina dire: Hedi Slimane la tua collezione fa schifo ai cani. 

Cinquant'anni di Yves Saint Laurent nel cesso. 
Si, ho messo Yves, problemi?
Cecilia.

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