Questo articolo è stato scritto per Fumettidi carta
Le recenti manifestazioni delle masse contro i princìpi ed i prìncipi del capitalismo, hanno suscitato dibattiti e dichiarazioni nei più disparati ambienti. Persino in quello dei fumetti.Il famosissimo autore Frank Miller, dopo essere stato morso da un cane idrofobo, pare, ha rilasciato parole poco lusinghiere per tutti.
Infatti dal suo Blog, ha additato i manifestanti che si battono per i loro diritti, e per difendere un futuro sempre più incerto e minacciato da banche e politici schiavi delle grandi corporazioni, come un branco di teppisti e stupratori (perchè stupratori poi?!), condannando fermamente i movimenti di protesta come Occupy.
Insomma quando fai della coerenza la tua ragione di vita, vien da chiedersi se Miller è lo stesso Miller che ha scritto Rinascita, miniserie illustrata da Mazzuchelli, osannata dalla critica e dal pubblico, dove il personaggio di Matt Murdock veniva schiacciato da un sistema politico, economico e sociale corrotto, che lo riduceva sul lastrico nel giro di pochi giorni.
Vien da chiedersi se Miller è lo stesso Miller che ha scritto Give me Liberty, vien da chiedersi quanto c’era effetivamente di satira nella forza speciale PAX o nel Presidente Rexall, leggendo le sue dichiarazioni ci si chiede se è lo stesso autore di Sin City, di Marv e del Cardinale Roark.
Sfogliando Holy Terror, la sua ultima fatica, sotto il marchio “Legendary Comics” i dubbi aumentano esponenzialemente, e all’epiteto di fascista, che già aleggiava intorno al bellissimo 300, se ne aggiunge inaspettatamente un altro ben più pesante: Razzista.
Il suo Fixer, ennesimo vigilante, è l’imprevista new entry del pluri-premiato Miller-verse.
Imprevisto perchè creato in fretta e furia, per non fermare la macchina dei quattrini, originariamente infatti, il soggetto era stato scritto per il cavaliere oscuro della DC Comics.
Poi, la stessa casa editrice che ha spogliato Superman della cittadinanza americana per renderlo un cittadino del mondo però, ha fortunatamente bocciato l’dea di riversare sul loro più famoso paladino dello giustizia, tutto l’odio di Miller per un popolo e di una cultura.
Fixer è quindi un ripiego, solo l’ennesimo bullo in latex, incazzato ed esperto di arti marziali, attraverso il quale, l’autore manifesta il bisogno di un nemico su cui sfogare la sua rabbia (ma rabbia de che poi? Mi chiedo io). E sarebbe rimasto un sogno in un cassetto probabilmente, se il suo facoltoso papà non avesse potuto permettersi la pubblicazione alternativa sotto l’etichetta Legendary Pictures, la stessa che ha prodottto guarda caso, l’adattamento cinematografico di 300.
E rabbia, ed odio, sembrano essere le uniche due cose che il portentoso Miller riesce a comunicare in questa graphic novel, con una satira, estrema, piatta, totalitaria e propagandistica.
Una trama semplicistica, buona più per uno Shoot’em up per Playstation, che per un fumetto d’autore, illustrata, a tratti, con tavole dal taglio e l’impostazione comunque sempre innovative ed originali.
Al famoso, e collaudato gioco di contrasti netti dei bianchi e neri, nati con Sin City, Holy Terror si accompagna ad un’ altra dicotomia: da una parte i buoni e la propaganda smaccata al sistema americano, dall’altra i cattivi, i terroristi che con la loro crudeltà giustificano qualsiasi rappresaglia violenta dell’eroe.
Insomma un pò come diceva il comico napoletano Paolantoni in un vecchio show televisivo: “Non siamo noi che siamo razzisti, sono loro che sono napoletani.” Credo si chiamasse “Tribuna politica”.
120 pagine delle quali salviamo solo la maestria grafica, in cui Miller dà la nausea per l’eccessivo qualunquismo ed una storia piatta e minimalista.
Il populismo con cui tratta l’argomento “Islam e musulmani” è decisamente disarmante e rasenta la cieca ignoranza.
Già il fatto che le vicende che hanno ispirato la graphic novel, siano collegate direttamente al crollo delle torri gemelle in seguito all’attentato nel 2001 ,rende solo più imbarazzantemente anacronistico l’astio di Miller.
Una miniserie del genere avrebbe potuto forse trovare un terreno più fertile quando gli eventi erano più vicini ed immaturi, e l’onda emotiva era ancora sensibile e manipolabile, ma a distanza di dieci anni, dopo le tonnellate di materiale pubblicato dai media che hanno sbugiardato le motivazioni della guerra americana (a tal proposito consiglio la lettura di 9/11 di Jacobson e Colòn), questo fumetto è solo imbarazzante e basta.
Spero solo non lo faccia figurare nel suo curriculum.
Più che altro la sensazione che si ha, è quella che si può provare leggendo un’ editoriale di Feltri, pezzi famosi per il distacco e l’ obbiettività con cui sono stilati.
Alla fine vien da chiedersi come sia possibile che ci troviamo di fronte allo stesso autore che ha stretto la mano al maestro Will Eisner. E vien da chiedersi se lo stesso Eisner avrebbe acconsentito a stringergli la mano comunque, se avesse potuto leggere le dichiarazioni di Frank Miller sulle proteste, o il suo raffazzonatuccio Holy Terror.
Forse gli ultracorpi esistono per davvero, ed hanno già cominciato a sostituirci.
Per darvi un idea dell’idea dell’acceso dibattito in corso vi racconto brevemente che di tutt’altro avviso è stato il signor Alan Moore.
Recentemente intervistato da The Guardian, in relazione al fatto che la maschera del suo personaggio “V” sia diventata il simbolo della rivolta e della protesta, Moore si è dichiarato divertito dalla cosa, ed ha espresso solidarietà verso gli uomini e le donne che protestano contro la politica delle banche e delle Corporation, senza dimenticare la sottile ironia della maschera stessa che come prodotto, intesa come merce propria, è opera e di proprietà della Warner Bros, la corporation che possiede la DC Comics, con il quale Moore è da tempo ai ferri corti.
Uno dei tanti conflitti di interesse in cui siamo scivolati grazie al capitalismo incontrollato, il cane che si mangia la coda per profitto.
Invece a difesa di Miller, e del solito intoccabile diritto di dar voce alle proprie idee, anche quando quest’ ultime professano l’odio, e concedetemelo, si riducono ad un cumulo di stronzate da bar, si è alzato Mark Millar, sì, proprio lui, quello che si è anche detto preoccupato dell’avvento del digitale nell’industria dei comics, perchè, a sentire lui “metterà a rischio centinaia di posti di lavoro legati alla stampa e alla distribuzione”, (non so a voi ma a me mi ricorda un pò la corciata dei Metallica che affondarono Napster), che pur prendendo le distanze dalle riflessioni estresmite dell’autore, ha dichiarato di essere scandalizzato da come Miller sia stato crocifisso, anche dai suoi colleghi, per aver esposto le sue idee.
Ma anche se l’ha fatto offendendo dei cittadini che esercitavano il sacrosanto diritto di protestare? Bah.
Ma perchè in situazioni del genere non si dice mai all’unisono: “Poveraccio, ha perso un occasione per stare zitto!”, invece di pontificare sul diritto di parola?
Tornando a noi:
Morale, liberiamo Millar dagli Alieni o dal demonio, ma intanto il consiglio è di guardarvi bene dalla sua ultima masturbazione auoprodotta.
D’altronde se in Italia è il quotidiano Il Foglio che ne parla bene, fossi in Miller qualche problema me lo farei.
Baci ai pupi.
Gennaro Cardillo