Heinz Holliger, musicista svizzero che oltre ad essere il maggior virtuoso di oboe nella nostra epoca è conosciuto anche come direttore d’ orchestra e compositore tra i più apprezzati, ha festeggiato da poco il suo settantacinquesimo compleanno. La Radio-Sinfonieorchester Stuttgart des SWR, che lo annovera da tempo tra i suoi più stretti collaboratori, ha voluto festeggiare la ricorrenza invitandolo a dirigere il secondo concerto della stagione in abbonamento alla Liederhalle con la partecipazione solistica di Isabelle Faust, uno dei nomi illustri del violinismo contemporaneo, anche lei legata a Holliger da una lunga partnership concertistica. Per questa serata il direttore elvetico ha scelto un bel programma formato da brani del repertorio romantico e novecentesco, tutti di non frequente esecuzione. I due lavori di Robert Schumann che aprivano il concerto erano il Nachtlied op. 108 per coro e orchestra, su testo di Friedrich Hebbel, e la Fantasia in do maggiore op. 131 per violino e orchestra, composta nel 1853 per il grande virtuoso Joseph Joachim. Due partiture la cui diffusione non è proporzionale alla grandissima qualità dell’ ispirazione compositiva che il musicista renano dimostra in queste pagine, ricche di raffinatezza e ispirazione come diversi altri lavori dell’ ultima fase creativa schumanniana. Heinz Holliger le ha dirette con delicatezza e attenzione ai dettagli, mettendo perfettamente in risalto le qualità espressive dello splendido SWR Vokalensemble e del violinismo di Isabelle Faust, che ha messo in mostra una qualità timbrica preziosa e un fraseggio di grande ricchezza espressiva. A chiusura della prima parte, Holliger ha presentato una delle sue composizioni più recenti, Ardeur Noire d’ apres Claude Debussy per grande orchestra e coro, eseguita per la prima volta nel luglio 2008 dalla Tonhalle-Orchester Zürich diretta dall’ autore. Si tratta di un’ elaborazione compositiva basata su un breve pezzo pianistico scritto da Debussy come ringraziamento al commerciante di carbone Tronquin, che nel 1917 gli aveva fatto pervenire una fornitura di combustibile tramite la quale il compositore riuscì ad alleviare le ristrettezze imposte dalla guerra. Sullo sfondo della sofisticata atmosfera orchestrale creata da Holliger, il coro intona il testo della cartolina di ringraziamento scritta da Debussy a Monsieur Tronquin: “Les soirs illuminés par l’ ardeur du charbon”. Un lavoro di squisita fattura, caratterizzato da timbri preziosi e perfetto dominio della tecnica orchestrale come tutte le composizioni di Holliger, tra le quali merita una citazione almeno il celebre Scardanelli-Zyklus, partitura del 1985 su testi di Hölderlin per flauto solista, coro, orchestra e nastro magnetico, insignito in Italia del Premio Abbiati e considerato tra i lavori più importanti della produzione contemporanea.
In apertura della seconda parte, Isabelle Faust ha offerto un altro saggio del suo talento con il Concerto N° 1 di Bela Bartók. Scritto nel 1907 come una vera e propria dichiarazione d’ amore alla giovane violinista ungherese Stefi Geyer, della quale il compositore si era invano perdutamente innamorato, il Concerto rimase inedito fino alla morte della dedicataria nel 1956 e venne eseguito per la prima volta due anni dopo. Il brano non ha mai conosciuto la grande popolarità goduta dal celebre Concerto n° 2, considerato uno dei capisaldi della letteratura violinistica moderna. Composto di due soli movimenti, il Concerto N° 1 dimostra l’ influsso degli studi approfonditi sulla musica popolare e tzigana condotti da Bartók in quegli anni. La parte solistica è pensata su misura per le caratteristiche della Geyer, che era allieva del celebre virtuoso Jenö Hubay e possedeva una tecnica sviluppatissima soprattutto per quanto riguarda il pizzicato. Isabelle Faust ha offerto qui una bellissima dimostrazione della sua classe interpretativa. C’ era molta attesa a Stuttgart per la sua esibizione, visto che la Faust è nativa di Esslingen am Neckar, e la magnifica prova della violinista ha risposto pienamente alle aspettative del pubblico. Isabelle Faust, che suona lo Stradivari “Bella Addormentata” del 1709, ha un modo di far musica che non concede nulla all’ esibizioniasmo spettacolare ma si basa soprattutto sulla concentrazione espressiva e sulla tensione del fraseggio. Il suono è di timbro chiaro e squillante, non di grande volume ma ricco di sfumature affascinanti e messo in rilievo da una tecnica dell’ arco davvero impeccabile. Negli ultimi anni, Isabelle Faust ha raggiunto una maturità interpretativa che le consente risultati di rilievo assoluto, come nel caso di questa esecuzione sostenuta in modo eccellente da Holliger con una perfetta sintonia di concezione. Una prestazione che conferma la posizione di assoluto rilievo che Isabelle Faust occupa nel panorama concertistico del nostro tempo.
In chiusura, Holliger ha diretto una bellissima esecuzione dei Trois Nocturnes di Debussy, nella quala la RSO des SWR ha avuto la possibilità di sfoggiare tutta la bellezza e ricercatezza di timbro che il complesso è in grado di sfoggiare quando affronta queste pagine, maturate in tante esecuzioni sotto la guida di bacchette illustri. La lettura di Heinz Holliger era assolutamente esemplare per scrupolo di analisi e capacità di mettere in rilievo tutte le preziosità della scrittura di Debussy. Un’ interpretazione elegante e raffinata, che ha concluso al meglio una serata ricca di motivi di interesse.