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Helen e Monsour, una storia di migrazione che grazie alla Protezione Civile è andata a “lieto fine”

Creato il 03 luglio 2011 da Yellowflate @yellowflate

Helen e Monsour, una storia di migrazione che grazie alla Protezione Civile è andata a “lieto fine”In questi mesi tante “tristezze” sono state scritte, raccontate, filmate e fotografate,ma, qualche volta il Mediterraneo fa persino commuovere. Ieri, insieme ad altri profughi, sono arrivati al porto canale di Cagliari, una donna ed un bimbo di un anno, finalmente hanno potuto riabbracciare  Monsour, profugo  nigeriano approdato arrivato in Italia ben oltre un mese fa.

La famigliola si è dovuta separare quando stavano per imbarcarsi su una delle carrette del mare, la calca, la folla, le corse, la paura, si legge sull’Unione Sarda che: Monsour era stato spinto a bordo dell’imbarcazione perché indossava il giubbino salvagente e attendeva sulla nave moglie e figlia. Gli spari avevano fatto precipitare la situazione: la barca, nonostante il disperato tentativo di Monsour di tornare a terra, era partita in tutta fretta dal porto di Tripoli, lasciando sulla banchina molti passeggeri tra i quali proprio la moglie e la figlioletta del lavoratore nigeriano. “

Una famiglia nuova, una famiglia divisa dalla guerra che spera solo in un presente migliore, era stata cosi divisa.  Monsour,  insieme ai suo compagni di viaggio sbarca a Lampedusa, poi come ormai routine, vien trasferito a Cagliari.  Helen e il piccolo invece arrivano a Lampedusa a fine giugno, in cuor suo Helen sicuramente spera di trovare il marito, i giorni per Monsour sono uno strazio, ma dal primo sbarco a Lampedusa ha subito segnalato il suo problema alla protezione civile, cosi “il 29 giugno, nell’isola siciliana. Madre e figlio sono stati individuati dalla Protezione Civile e sono stati subito sistemati nel primo viaggio con destinazione Sardegna.”

Ieri al porto canale il bell’evento, la gioia e le lacrime hanno lasciato attonite centinaia di persone che li lavorano. Helen scende dalla nave e di corsa attraversa la banchina perchè ha visto il suo caro. Ora si legge sempre sull’Unione Sarda, ” vivranno tutti insieme a Sorgono, a un centinaio di chilometri da Cagliari, in un’ala della comunità protetta del paese, dove Monsour vorrebbe continuare a vivere e magari giocare da centrocampista nella squadra di calcio.”

 

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