La primavera dell’Hellas Verona, magistralmente allenata da Pavanel, si è arresa solo in finale dinnanzi alla favoritissima Inter, ma ha dimostrato tutto il suo valore, mettendo strenuamente alle corde la squadra nerazzurra.
I giovani gialloblu sono stati infatti sconfitti solo 2 a 1 al termine di una gara combattuta, partita in salita con il gol subito dopo pochi minuti, ma poi riacciuffata e tenuta a galla dagli interventi salvifici del super portiere Gollini, fino al nuovo sorpasso interista dopo una sorta di assedio.
Un risultato che sarebbe stato straordinario per il Verona, oltre che storico in ambito giovanile (mai una vittoria al prestigioso Torneo di Viareggio, sorta di “Mondiale giovanile”, mentre bisogna andare a ritroso di diversi decenni per trovare le uniche affermazioni in campionato primavera per le squadre di serie B).
Più semplicemente, negli ultimi dieci anni, i peggiori della storia dell’Hellas, anche il vivaio non se l’è passata certo bene, ottenendo risultati mediocri, mai veramente considerato come vero serbatoio per la squadra maggiore, nemmeno quando si stava sprofondando in Lega Pro.
Da qualche anno però, complice il riassetto societario, qualcosa è cambiato, come testimonia la bellissima affermazione di un paio d’anni fa all’altrettanto prestigioso torneo giovanile che da sempre si svolge ad Arco. Gran parte di quegli Allievi, annata 1996, sono gli stessi che costituiscono l’ossatura dell’attuale squadra Primavera che da due anni sta spesso incantando.
Già l’anno scorso, proprio al Viareggio, Fares e compagni avevano fatto ottime figure, fermandosi agli Ottavi, pagando lo sforzo poi in campionato, fino a perdere il treno per i playoff scudetto che sembravano francamente alla portata.
Destino beffardo ha voluto che fosse il Chievo a vincere lo Scudetto di categoria nel 2014, per la prima volta nella sua storia, segno di una gerarchia a questo livello che pareva essere ben delineata. Ma questo ciclo invece sta in qualche modo pareggiando i conti, se è vero che, se da una parte i campioni in carica della Diga, con una rosa molto rinnovata, stanno faticando a confermarsi, dall’altra non si può dire la stessa cosa dell’Hellas, come appunto testimoniato dal secondo posto a Viareggio.
Della squadra dell’anno scorso in realtà mancano alcuni elementi chiave, specie a centrocampo e in attacco. Zaccagni ora è buon protagonista in Lega Pro, titolare fisso a Venezia, dove invece nella prima parte di stagione ha molto faticato a imporsi il talento cristallino del fantasista Alba. Anche il funambolico Gatto sta giocando col contagocce a Modena, mentre è bello constatare la piena affermazione su vasta scala del mediano tutto polmoni Donsah, finito già l’anno scorso nel mirino di grossi club che giunsero proprio a Viareggio a vederlo, e che ora spopola nel Cagliari di Zola in serie A.
Sono stati confermati però in blocco l’attaccante Fares, che già ha ben esordito in massima serie quest’anno con la maglia della prima squadra, la coppia difensiva centrale formata da Rossi e Boni, il terzino Tentardini e a loro sono stati aggiunti alcuni elementi di grande spicco, potremmo dire di sicuro avvenire. Due su tutti, l’attaccante ex Siena Cappelluzzo e il portiere ex Manchester Utd Gollini, invero sceso fra i giovani, pur essendo coetaneo, solo per questa manifestazione, visto che stabilmente è aggregato agli ordini di Mandorlini, che già lo ha fatto esordire con buonissimi risultati nella massima serie.
Chissà se almeno alcuni di loro fra non molti anni potranno essere protagonisti in serie A, purtroppo da troppo tempo mancano sempre più gli spazi e le opportunità per i giovani del vivaio. Il discorso ovviamente non riguarda solo il Verona, ci mancherebbe, è molto più ampio e sembra proprio che dirigenti e allenatori non ci vogliano sentire. Eppure sono convinto che uno dei capisaldi da cui far ripartire lo stantio e noioso calcio tricolore, sia proprio un ritorno più influente dei vivai nelle rose delle prime squadre.