Henning Mankell

Le parole chiave memorizzate nel nostro cervello ci aiutano a capire di cosa stiamo parlando. uelle parole sono associate a concetti e a immagini, che viaggiano trasportate dai neurotrasmettitori liberando le informazioni che ci servono. Così quando leggo o sento parlare di Svezia, mi viene in mente il socialismo quasi perfetto, il vivere civile, il freddo bastardo, il colore biondo dei capelli e azzurro degli occhi, le persone alte, le gambe di Victoria Silvstedt, la straordinaria cultura sportiva. Eppure sembra che nel paese Scandinavo ci siano altre specialità mica da ridere. Da circa un anno, grazie a mio padre, ho scoperto un grande scrittore: Henning Mankell.
Il nome ai più probabilmente non dice niente ma se vi dico che è il papà di Wallander? Anche questo è un personaggio che ho conosciuto prima in tv (sigh) e poi su carta. La serie di romanzi con protagonista il commissario Kurt Wallander ha avuto un enorme successo di vendite e di critica. Io ho letto solo due romanzi della serie ma da quanto ho capito non è necessario completare l'opera perché ogni libro parla di una storia a sé (per fortuna, di solito se ne leggi uno poi non puoi perderti quello seguente). Bello leggere Mankell anche per conoscere di più la Svezia restando in panciolle.
Lo scrittore non si è adagiato sugli allori come tanti suoi colleghi di cui presunti critici tessono le lodi all'infinito pure se non fanno un cazzo da 50 anni. Mankell ha intrapreso nche altre strade letterarie. Io ho letto Il ritorno del maestro di danza che è in un certo senso pure un libro storico-sociologico, poiché aiuta a capire come si sta sviluppando il neonazismo proprio in un paese in cui trionfa la faccia pulita della democrazia.
Gli stereotipi accompagnano tutte le cose e i paesi non fanno eccezioni. Aggiungente alla Svezia la voce "Mankell": se non l'avete letto, fatelo!
E non dimenticate che gli svedesi hanno denti sanissimi.http://iofuoridalcoro.blogspot.com/feeds/posts/default?alt=rss