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Henri Rousseau - Il candore arcaico

Creato il 20 marzo 2015 da Eva Gatti @avadesordre


Rousseauloc La mostra ospitata negli appartamenti del Doge al Palazzo Ducale di Venezia, sposa la tesi che Henri Rousseau detto il Doganiere non sia un semplice pittore naif come spesso viene considerato ma che dietro al suo “arcaico candore” si celi una profonda riflessione sull'arte, nata dallo studio dei classici e che dimostra quanto l'artista sia inserito nella sperimentazione artistica del suo tempo.
Questo assunto viene dimostrato confrontando sessanta opere del Doganiere con gli artisti del passato che lo hanno ispirato, quelli del suo tempo con cui si è confrontato e gli artisti venuti dopo di lui a cui è stato d'ispirazione.
Il quadro più importante in mostra, che figura anche nelle locandine è sicuramente il celebre capolavoro L'incantatrice di serpenti, le cui valenze simboliche furono d'ispirazione al mondo surrealista tanto che nel 1946 Victor Brauner cita e omaggia espressamente in quadro in L'incontro di Rue Perrel n° 2 bis.
Un altro capolavoro, meno noto, esposto a Palazzo Ducale, è La Guerra dove una fanciulla scarmigliata corre accanto al selvaggio destriero su una distesa di morti. Il quadro fu esposto al Salon del Indipendantes del 1894 ed è noto anche come La cavalcata della discordia proprio per le differenti impressioni suscitate all'uscita del quadro: molte critiche furono negative ma ci furono anche sinceri apprezzamenti. Nodo della discussione è l'atmosfera di calma irreale che permea il quadro, ancora una volta anticipatore delle avanguardie degli anni 10 del XX secolo pur mantenendo un preciso legame con tutta la tradizione dei Trionfi della Morte che si sviluppa dal medioevo in poi (in esposizione c'è la pregevole tavola di Giovanni di ser Giovanni detto lo Scheggia).

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Alla tradizione tardo gotica si richiama il anche gusto per l'attenzione ai dettagli delle piante nelle molte composizioni di natura selvaggia che tornano nei quadri di Henri Rousseau, compresa L'incantatrice di serpenti. Il pittore stesso alimenta la leggenda di un'ispirazione nata dai ricordi di un viaggio in Messico ma in realtà opere come Foresta tropicale con scimmie, La cascata, La giungla combattimento tra tigre e bufalo nascono solo dalla sua fantasia e dalle visite al Jardin des Plantes di Parigi.
All'esotismo di queste opere il pittore alterna una serie di opere di paesaggio urbano, “banali” dintorni parigini, lo stile di queste opere è praticamente l'opposto al gusto impressionista allora imperante e anche questo influisce sulla critica negativa che fin dagli esordi accompagna il Doganiere, ma come nota Theodor Daumbelr nel 1920 in Opinioni e Fatti. Henri Rousseau, Rosseau anticipa il mito futurista dell'areostato dipingendo aeroplani e dirigibili nei cieli dei propri paesaggi urbani.
Per quanto riguarda le sezione delle nature morte, i quadri del Doganiere vengono confrontati con La natura morta con mele e arance di Cezanne e le composizioni floreali di Odilon Redon, di Morandi e Donghi, perché grazie agli scritti Ardengo Soffici, che lo fece conoscere in Italia il pittore fu molto amato dalle avanguardie italiane e fu fonte d'ispirazione soprattutto per Carlo Carrà presente in mostra con quattro opere, secondo solo a Kandinskij presente con cinque; infatti, oltre agli italiani anche il gruppo del Der Blaue Reiter subisce il fascino di Rosseau, anzi vede in lui un vero precursore. Ad introdurre all'opera del Doganiere è Robert Dealunnay, da sempre innamorato della sua pittura. Anche André Breton sostiene che è con Henri Rousseau che si può parlare per la prima volta di realismo magico e allora non stupisce trovare nella sezione dei ritratti un'opera di Frida Kahlo e una di Diego Rivera che nella loro costruzione piatta e frontale riprendono il modello proposto dal pittore francese.
La mostra veneziana è dunque importante non solo perché accurata monografica di Henri Rousseau ma anche come excursus nella pittura della prima metà del XX secolo che si scopre profondamente legata a un artista spesso giudicato anomalo ma che è un importante trait d'union tra avanguardie e tradizione anche classica: mi è piaciuto persino il Bouguereau esposto, Uguaglianza davanti alla morte, artista accademico che di solito trovo insopportabilmente lezioso ma che era molto stimato dal Doganiere.

Henri Rousseau - Il candore arcaico
6 marzo – 5 luglio 2015
Venezia, Palazzo Ducale – Appartamento del Doge

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