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Henry de Monfreid, l’ultimo avventuriero

Creato il 01 ottobre 2015 da Libereditor

L’anti-Rimbaud. Se si volesse definire con una parola Henry de Monfreid, questa sarebbe la più indicata, pur se fuorviante. Prima di vivere il giovane Arthur aveva già scritto tutto, e il viaggiare per lui non sarà altro che l’esperienza della sua opera, laddove l’ormai cinquantenne Henry arriva alla scrittura dopo aver tutto vissuto e il viaggiare è, più semplicemente, la sua opera, l’unico modo possibile per sopportare e/o fuggire il mondo. Più in là nell’antinomia non si può andare, pena la confusione, perché la pasta umana era la medesima, l’insofferenza per le consuetudini, una doppia vita che è insieme morte e rinascita, l’Io che diviene un Altro. E tuttavia comincia tutto con Rimbaud e nato insieme finisce, crocevia e stazione ferroviaria, ultima tappa di un certo Ottocento avventuroso e letterario, punto di partenza del Novecento problematico e ideologico che ne prenderà il posto. Anche il luogo scelto è a suo modo emblematico, perché l’Abissinia e il mar Rosso, Harar e Aden, la Dancalia e l’Arabia Felix è ciò che ancora sopravvive di un secolo e passa di colonizzazione forzata, il fardello dell’uomo bianco e insieme l’uomo bianco che volle farsi re.

icnHenry de Monfreid nasce il 14 novembre 1879 a La Franqui-Leucate da George-Daniel de Monfreid e Amélie Bertrand.
Suo padre è pittore e incisore, frequenta i circoli artistici parigini della fine del XIX secolo ed è grande amico di Gauguin. I suoi genitori, però, si separeranno nel 1892 e la madre avrà l’affido di Henry, che frequenterà il liceo a Carcassonne e poi l’università a Parigi (ma sarà un’esperienza che durerà poco).
Mentre è a Parigi per studiare Henry incontra Lucie Dauvergne, già madre di un bambino, che gli darà (nel 1905) il  primo figlio, Marcel.
Cambierà diversi lavori, farà l’autista e il chimico e nel 1906  si trasferirà a Fécamp sulla Costa d’Alabastro in Alta Normandia. Questo luogo (in cui Georges Simenon ambienterà importanti tratti del romanzo Pietr il Lettone) sarà per lui fatale e la vicinanza col mare rafforzerà il suo amore per la navigazione proiettandolo verso nuovi orizzonti e verso nuove avventure.
Nel 1908 si licenzia dalla ditta per cui lavora, acquista una cascina per produrre e commercializzare il latte, ma le cose non andranno bene e nel giro di due anni la venderà per problemi con la giustizia.
Si separerà da Lucie e cambierà totalmente vita. Andrà in Africa, ma nel frattempo si ammala. Incontrerà quella che sarà la sua nuova compagna, Armgart Freudenfeld, figlia del governatore tedesco dell’Alsazia occupata.
Poco dopo, nel 1911, un amico gli trova un lavoro a Gibuti per una ditta che commercia caffè e pellame. Da questo momento avrà inizio la sua vita leggendaria. Una vita che può essere considerata essa stessa un romanzo e di cui Stenio Solinas scrive in modo mirabile.

Stenio Solinas, Corsaro Nero. Henry de Monfreid, l’ultimo avventuriero, collana Il Cammello Battriano, Neri Pozza 2015.


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