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Henry Morrogh: i piloti che ho conosciuto – seconda parte

Da Carlo69 @F1Raceit
Interviste HM e Villeneuve inizio

Published on dicembre 14th, 2012 | by Giulio Scaccia

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Henry Morrogh, l’istruttore irlandese che forma in Italia le giovani leve dal 1968, ci racconta dei piloti che ha conosciuto ed incontrato. Un tuffo nel passato, in una Formula 1 e un mondo del Motorsport che non c’è più.  Gilles e Jacques Villeneuve, Joanna Villeneuve a Magione, Elio De Angelis e tanti altri.

Parliamo di qualche tuo allievo. Anche un campione del mondo, Jacques Villeneuve

All’inizio non sembrava un futuro campione del mondo. Per andare bene nel nostro campo è più importante il cervello che il piede destro. E’ molto più importante il cervello di quello che pensa la gente. Jacques il cervello ce l’aveva. Conoscevo bene Gilles, ce l’aveva anche lui. Io ho passato con lui l’ultimo sabato pieno di gioia della sua vita ad Imola. Era l’uomo più felice del mondo, era una bravissima persona e stava sotto la tenda circondato dalla gente.

Henry Morrogh: i piloti che ho conosciuto – seconda parte
All’epoca era possibile stare con i piloti. Stavo con Gilles anche sul podio dei caschi d’oro di Autosprint. Faceva delle pazzie che solo lui era capace di fare. Quando si tratta di pazzie, la persona che le fa, deve avere una certa capacità che altri esseri umani non hanno e Gilles riusciva a fare delle pazzie che sarebbero state micidiali per altri. A lui riuscivano.

Dipende dai doni di Dio. Non si riesce a spiegare. Jacques era molto diverso. Lui voleva entrare nel mondo delle corse, mi ascoltava, seguiva le istruzioni e all’inzio non era un granché. Molti erano scettici, io dicevo aspettate. Poi si è visto. Conta il cervello. Il cervello gestisce il piede destro, il sinistro e tutto quello che fai.

Ricordo a Magione anche Joanna…

Joanna era simpaticissima, una brava donna che diceva a Jacques: “non ti aiuto ma non ti ostacolo”; era una donna con un coraggio enorme. Dopo quello che era successo a Gilles. Il suo incidente fu una cattiva interpretazione. Io vedevo mille incidenti di quel tipo con le macchine che rallentavano o che uscivano dai box. Gli è mancata la fortuna. Lui era un personaggio squisito.

Non tutte le persone della formula 1 erano squisite come Gilles Villeneuve.

Elio De Angelis è stato un tuo allievo.

Elio è venuto da me che era un ragazzino viziatissimo, abituato a fare quello che voleva. Gli ho fatto capire che doveva fare quello che dicevo io. L’ho fatto arrabbiare.

Ho avuto il privilegio di incontrare Elio pochi mesi prima che morisse. Eravamo a Monza. Lui stava con il padre e il padre ha chiesto ad un fotografo di fare una foto con il figlio, perché non capitava mai che venisse fotografato con il figlio durante i Gran Premi. Quando Elio è morto la foto che girava sui giornali era con me ed il padre. Elio quel giorno mi ringraziò: ero stato severo con lui, ma si era reso conto che quello che gli avevo insegnato era stato utile. Mi ha fatto piacere. E’ stato l’ultimo incontro con lui. Una brava persona. Non è stato fortunato. Lui era veramente bravo, più bravo di me.

Con il papà di Elio avevo un ottimo rapporto. Come del resto con Ed Cheever e il padre dei Fabi. Il vecchio Cheever mi ha dato una grande mano per la scuola.

Parliamo di qualche altro allievo della tua scuola…

Henry Morrogh: i piloti che ho conosciuto – seconda parte
Sono affezionato a Jean Pierre Jassaud mio allievo in Francia, nel 1963; ad Elio ed ai fratelli Fabi. Corrado andava meglio di Teo, ha avuto la sfortuna che prima ha dovuto fare il servizio militare e poi è morto il padre e si è dovuto dedicare all’attività di famiglia. Aveva una carriera assicurata.

Nicola Larini è stato uno dei migliori della scuola. Un top come collaudatore. Alessandro Nannini era un eccellente pilota. Una brava persona. Quando Alessandro è arrivato da me guidava da rallysta. Dopo una bella fatica, Alessandro andava davvero molto forte.

Prima dell’Italia infatti, tra le tante tappe, la scuola piloti ha messo le tende in Francia

Nel 1963 in Francia abbiamo avviato tutti i piloti. Non c’era una scuola. C’era il deserto, né

Henry Morrogh: i piloti che ho conosciuto – seconda parte
piloti né auto. Ho avviato la scuola a Magny Cours. Da lì sono usciti tutti i campioni francesi. L’unica strada per i piloti per arrivare in Formula 1 era quella.

Eravamo sponsorizzati dalla Shell (in seguito arriverà la ELF). Il miglior allievo dell’anno era sponsorizzato per tutto il campionato francese di Formula 3 e spinto fino alla Formula 1. Fino a Prost i piloti migliori sono usciti dalla scuola che ho avviato. E’ stata una fucina importante di ottimi piloti e campioni. Ho avuto anche Francois Cevert: Cevert era bravissimo come persona e come pilota. E’ un altro a cui è mancata la fortuna.

 

Henry Morrogh: i piloti che ho conosciuto – seconda parte
A proposito di francesi. C’è una tua foto con Jean Alesi, tanto amato dai ferraristi…

Jean l’ho conosciuto a Vallelunga quando iniziava a correre in Formula 3000 con Eddie Jordan. Era un ragazzino nascosto in fondo al Motor Home ed era timidissimo. Era unabravissima persona. Jordan era un irlandese come me, simpatico, un amico. E’ raro trovare persone simpatiche nell’ambiente. Sono tutti affaristi. Lui era una di quelle eccezioni (Henry ride).

Alesi era un ottimo pilota. La fortuna gioca un ruolo. Lui non ne aveva. Se ti manca quella, in gara non fai nulla.


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