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Her ( 2013 )

Creato il 13 marzo 2014 da Bradipo
Her ( 2013 )In un futuro non troppo lontano Theodore di professione scrive lettere, intense e appassionate , conto terzi. Al di fuori della sua vita lavorativa è un solitario che è arrivato alle fasi finali del suo divorzio e soffre immensamente questa situazione. Un bel giorno decide di comprare un sistema operativo di nuova generazione , un computer progettato per soddisfare tutti, ma proprio tutti i suoi desideri, addirittura la pubblicità gli assicura che ha una coscienza. Lo chiama Samantha e proprio grazie alla relazione sempre più stretta che avrà con il suo sistema operativo, la sua vita cambierà. Samantha sembra avere veramente quella che noi umani chiamiamo anima. 
Theodore si innamora di Samantha.
Sarà vero amore ? e che cosa succederà quando scoprirà che Samantha non gli ha "concesso " l'esclusiva?
Her è il film che ha vinto l'Oscar per la migliore sceneggiatura originale alla recente notte degli Oscar ed era in corsa anche per altre candidature prestigiose.
Se il premio per la sceneggiatura originale premia la particolarità della scrittura del film, un lungo dialogo tra un uomo e un sistema operativo computerizzato che spesso si trasforma in appassionato monologo interiore e in vero e proprio flusso di coscienza, la pellicola di Jonze forse era troppo avanti concettualmente per i giurati dell'Academy e quindi era preventivato che tornasse a casa praticamente a mani vuote.
Eppure Her ha notevoli frecce al suo arco: ha un attore favoloso Joaquin Phoenix, bravo a disegnare un personaggio dimesso, un po' triste e sfigato con una malinconia che come ruggine esistenziale è impossibile da mandare via.
Jonze sfrutta la capacità notevole di Phoenix di lavorare sui mezzi toni, sulle sfumature, su quei mozziconi di frase che rimangono sospesi nell'aria, sulla sua timidezza che spesso fa rima con goffaggine.
Her ( 2013 )Ha delle scenografie bellissime, minimal ma colorate con tonalità pastello che riescono a elaborare visivamente un futuro non troppo lontano, un qualcosa che è a portata di mano eppure si vede che è diverso.
Sembra di trovarsi in qualche museo di arte contemporanea, siamo all'avanguardia del design, sia per quanto riguarda l'architettura degli interni, ariosi e lievemente impersonali che cercano di compensare con i colori accesi il grigiore di fondo e l'uniformità un po' triste che li caratterizza, sia gli esterni, dominati dalle grandi altezze dei grattacieli, dalla pulizia  e dall'ordine assoluto.
E poi Jonze riesce ad orchestrare una sceneggiatura intensa eppure delicata, riesce a farti empatizzare Theodore in poche battute, perchè tutti quanti , più o meno, abbiamo lo spirito del buon samaritano e cerchiamo di parteggiare per i più deboli.
E Theodore lo è, debole, sconfitto dalla vita, talmente solo che si rivolge a un sistema operativo computerizzato per avere quell'amore che gli manca nella routine di tutti i giorni.
L'uomo che ama la macchina e viceversa.
Uno spunto kubrickiano che però Jonze declina alla sua maniera: crea una sorta di commedia sentimentale 2.0, una storia d'amore transgender ma nel senso più lato del genere.
Her ( 2013 )Perchè è sicuro che Theodore non si innamora di una donna ma di una voce, di un'entità immateriale provvista di libero arbitrio ma pur sempre qualcosa che non è in carne ed ossa.
Anzi quando Samantha gli manda il suo surrogato corporeo per Theodore son problemi grossi, grossissimi.
Non riesce a esprimere se stesso, è ormai abituato al concetto di far l'amore con una voce, non con un corpo.
Jonze non parla di macchine, non sembra interessargli, parla di uomini , di donne e di sentimenti , si concentra sull'incomunicabilità che porta alla deviazione sentimentale verso altri lidi, artificiali in questo caso e sull'alienazione portata da quel senso di solitudine che riesce a opprimere anche quando si è circondati da molte persone.
Quel senso di oppressione che colpisce soprattutto il cuore sempre alla ricerca di un lido a cui approdare.
Her parla proprio di questo e lo fa avvolgendo lo spettatore nelle sue spire affabulatorie, cullandolo nel suo gioco continuo tra voce e volto, materiale e immateriale.
Her ( 2013 )E quell'ultima immagine fa capire per chi parteggi Jonze....
Unico problema: nell'originale la voce di Samantha è gentilmente fornita da Scarlett Johansson, sogno erotico più o meno nascosto di una generazione intera di cinefili e quindi ha un potere evocativo enorme perchè inevitabilmente chi sta al di qua dello schermo associa la voce che sente al volto che conosce al contrario di quello che può fare Theodore.
Nella versione italiana la voce del sistema operativo è fornita da Micaela Ramazzotti che si impegna , certo.
Ma non è la stessa cosa, non ha la stessa capacità di evocare erotismo solo a sentire il suono della voce, perchè sappiamo che non ha le fattezze di Scarlett Johansson....
Ma Her resta comunque un film da vedere e assaporare voluttuosamente.
Cinema. Di quello vero.
( VOTO : 8 / 10 )
Her (2013) on IMDb

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