Ieri nel tramvajs n. 10 che prendiamo abitualmente per tornare a casa, sono saliti quattro turisti stranieri. Cosa strana a dire il vero, perché il tramvajs n.10 dal centro di Riga porta direttamente in Pardaugava, il grande quartiere oltre la Daugava che non è frequentato da turisti in genere.
Questi quattro che erano sul nostro tramvajs guardavano con grande interesse le vie e i panorami di Pardaugava, un quartiere che è caratteristico della Riga un po' meno urbanizzata e più rurale, le case in legno che si alternano ai bassi palazzi di mattoni hrushovska (costruiti nel periodo di Krushev), dal grande parco della Vittoria al gioiellino di Arkadijas Parks.
I turisti nel nostro tramvajs erano tre tedeschi ed un italiano. Parlavano fra sé in inglese: gli piaceva molto curiosare dai finestrini del tramvajs quella parte di Riga fuori dai classici giri turistici. Avevano preso il tramvajs per fare il giro da capolinea a capolinea fino a ritornare in centro senza scendere, proposito molto onorevole per turisti che in genere, come dice una mia amica, visitano Riga solo restando nella cerchia della città vecchia, a bere birra in Doma Laukums. Ne parlavano fra loro dicendosi, che sì era molto interessante osservare le strade di Pardaugava, ma viste le brutte facce che ogni tanto fanno capolino alle fermate, gli ubriachi, qualche frase russa che suona strana e minacciosa, i vagabondi ciondolanti caratteristici di Pardaugava, avevano deciso che non era raccomandabile scendere a qualche fermata e fare un giretto a piedi. “Well, it's nice, very interesting, but I would say it's not sure to get out and to make a walk around here”.
Poi hanno visto noi seduti vicini a loro, coi nostri ometti, tranquillamente scendere alla nostra fermata in Bauskas iela, e hanno deciso che forse potevano prendere coraggio e scendere anche loro a guardare un po' da vicino quello strano mondo, ancora mezzo europeo e mezzo russo-sovietico.
Noi gli abbiamo sorriso, così per incoraggiarli. Poi ci siamo diretti verso casa e li abbiamo persi di vista. Speriamo non gli sia successo niente e abbiano potuto riprendere il tramvajs n.10 per tornare nella più rassicurante Vecriga. Hic sunt leones.
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