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High tech, servitore di due padroni. 'dalla sindrome da i-phone alla superficialita' delle relazioni virtuali di massa' (parte terza).

Creato il 30 luglio 2010 da Anantadeva
Di Caterina Carloni.
HIGH TECH, SERVITORE DI DUE PADRONI. 'DALLA SINDROME DA I-PHONE ALLA SUPERFICIALITA' DELLE RELAZIONI VIRTUALI DI MASSA' (PARTE TERZA).L’ultima novità proviene dalle ricerche del colosso dei microprocessori Intel, il quale ha appena presentato un software in grado di indovinare con estrema accuratezza cosa una persona sta pensando tramite l'analisi della sua attività cerebrale. Il sistema è stato dimostrato per la prima volta al Tech Heaven di New York, ma la tecnica è ancora in una fase di sviluppo. Il programma messo a punto da Intel è collegato a un'apparecchiatura per la risonanza magnetica. Ad un soggetto viene chiesto di pensare una serie di nomi comuni suggeriti da un ricercatore. L'algoritmo associa a ogni parola le aree del cervello che si attivano quando esse vengono pensate. Successivamente, al soggetto viene chiesto di pensare a una delle parole precedentemente suggeritegli. Se la ricerca andrà avanti, in futuro sarà possibile comandare un computer senza usare tastiera, mouse o touch-screen. Ma la ricaduta più importante si avrebbe nell'assistenza alle persone affette da gravi invalidità o menomazioni fisiche, che potrebbero riacquistare una parziale autosufficienza manovrando col pensiero sedie a rotelle, sintetizzatori vocali e altri strumenti di assistenza fisica. L’evoluzione tecnologica è certamente un bene prezioso per tutti. L’unico rischio è che, parafrasando la divertente commedia goldoniana, diventi uno strumento al servizio di due padroni poco avveduti: da un lato, il Piacere che ottunde, confonde le idee, stordisce, allenta la connessione con se stessi e, in definitiva, mina le nostre più autentiche risorse umane e spirituali; dall’altro il Progresso che separa l’uomo dal suo centro, la Medicina frammentaria e settoriale, che identifica la vita nel segmento nascita-morte privandola della sua funzione evolutiva, il Benessere scorporato dalla sua dimensione metacorporea, ridotto ad “aggiustamenti” fisici e a manipolazioni virtuali, in cui la salute psicologica si riduce a un esercizio di normalizzazione sociale. La salute psicologica è plasticità, dinamismo, trascendenza dai confini angusti dell’io, è espansione di sé stessi, è esperienza di viaggio in territori magici e sconosciuti fino al ritorno alla propria Sorgente Suprema, è esplorazione della propria, unica e irripetibile essenza. E’ Amore al più alto livello, dato e ricevuto senza condizioni né condizionamenti. “Ma con Amor l’inzegno no val gnente/Per causa de Cupido impertinente/No son più servitor de do Patroni/Ma sarò servitor de chi me sente”, conclude la maschera del grande commediografo veneziano. Perché le nostre attività apportino un reale beneficio a noi stessi e a chi ci circonda, qualunque sia il mezzo portentoso di cui disponiamo, è decisivo a quale padrone offriamo il nostro servizio e con quale sentimento. Nessun avanzamento è possibile senza una coscienza illuminata da valori spirituali. L’evoluzione tecnologica ha permesso di abbattere molte barriere e di spianare la strada della comunicazione globale, ma potrebbe elevare altri muri sottili e invisibili dentro la nostra anima. La via della Bhakti (del servizio di amore verso il Creatore e le Sue creature) ci aiuta a rammentare che l’intero universo è permeato, generato e riassorbito da un’unica potente energia d’Amore da cui noi tutti proveniamo e verso cui noi tutti tendiamo: Shri Krishna. Onorare questa grande forza è il segreto per ottenere tutti i più autentici e durevoli benefici dell’esistenza.
Krishna stesso nella Bhagavad Gita ci ricorda che non è necessario fare chissà quali opere, ma ciò che è importante è la motivazione che ci spinge all'azione:
Patram pushpam phalam toyam
Yo me bhaktya prayacchati
Tad aham bhakty-upahrtam
Ashnami prayatatmanah
“Se qualcuno Mi offre con amore e devozione [bhakti] una foglia, un fiore, un frutto o dell'acqua, accetterò la sua offerta”. Bhagavad Gita XI.26
Yat karoshi yad ashnasi
Yaj juhoshi dadasi yat
Yat tapasyasi kaunteya
Tat kurushva mad-arpanam
“Qualunque cosa tu faccia, qualunque cosa tu mangi, sacrifichi ed offra in carità, come pure le austerità che compi, offri tutto a Me, o figlio di Kunti”, dice La Persona Suprema in Bhagavad-gita IX.27.
Che ogni nostra attività, mondana, virtuale o spirituale sia un’offerta a Colui che è la Fonte di ogni felicità.

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