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Hit by air: essere italiani fa male alla salute

Da Elle_lx
Questi giorni freschini di tempo incerto -della serie scene melodrammatiche davanti all'armadio per vestirsi- mi fanno pensare ad un articolo di Dany Mitzman, giornalista della BBC residente da anni a Bologna che qualche mese fa scrisse qui, in maniera scherzosa ma non troppo, dell'attitudine tutta italiana ad inventarsi malanni, specie nella stagione invernale, fino a rasentare l'ipocondria. Essendo inglese, lei rimane sempre stupita dalla profonda conoscenza dell'anatomia che gli italiani dimostrano. Da aggiungere che i siciliani hanno addirittura una nomenclatura tutta loro (vedi immagine sotto), ma son dettagli.
La cosa importante è che da ciò, secondo la Mitzman, scaturirebbero una serie di acciacchi sconosciuti ai britannici: sappiamo ad esempio distinguere una colite da un mal di stomaco, un mal di fegato, o asseriamo di avere "la cervicale", o di aver subito un "colpo d'aria" -espressione che a quanto pare è intraducibile in inglese. E non sottovalutiamo affatto l'importanza del "cambio di stagione". Ché, diciamolo, noi sappiamo benissimo quanto ci costi in termini di sonnolenza e fiacchezza generale! E quindi giù di vitamine e sali minerali e cure ricostituenti.

Hit by air: essere italiani fa male alla salute

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Ok. Lo ammetto. Esiste da noi un problema serio, che è l'automedicazione e l'abuso di farmaci perpetrato da generazioni e generazioni. A volte anche io quando sono in Italia penso di essere circondata da maniaci del malanno e del rimedio. Gente che vive con la borsa piena di farmaci, che se si sposta si trascina in valigia una busta piena delle pasticche più improbabili, dall'antibiotico al siero antipuntura di ape, orde di fan dei poteri magico-miracolosi dell'aspirina "stasera non mi sento tanto bene, prendo un'aspirina e vado a letto, domani mi sveglio come nuovo". E, per combattere la paura del colpo d'aria, bambini imbacuccati ed imbustati nei passeggini ad effetto serra, persone che vanno in giro col passamontagna, che li devi riconoscere dagli occhi o dal colore del passamontagna. 
Non sono mai stata una gran consumatrice di farmaci, anzi, li prendo solo in momenti di disperazione, e tutto sommato me la cavo: facendo corna, toccando ferro e invocando i riti scaramantici delle fattucchiere del Vesuvio, ho una salute dignitosa. Non mi becco un'influenza da quando andavo alle medie e mia madre mi diceva che erano "febbri di crescita", sulla cui esistenza non ho mai indagato, anche se ci sono testimoni pronti a giurare che al termine di quelle febbri ogni volta il pigiama mi andava sempre più corto.Però. Quando vedo americani e nordeuropei andare in giro in infradito e shorts a Dicembre, permettetemi, ma anche nell'impeto meno nazionalista del secolo, scordandomi tutto quel poco che so di anatomia del corpo umano, non posso fare a meno di pensare che stiano di fuori. Stessa cosa dicasi per i portoghesi impavidi che sfoggiano capelli bagnati alla fermata dell'autobus alle 7 di mattina, con la nebbia negli occhi e la brina in testa.
E non sono particolarmente freddolosa, anche se ahimè la sindrome del piedino ibernato specie a letto la sera colpisce anche me, non soffro di cervicale -anche se per la cattiva postura al pc prima o poi mi spunterà la gobba definitiva- e non indosso la maglia della salute -ma ricordo che da piccola erano botte di maglie di lana lunghe come sottovesti, che si faceva una fatica immane ad infilarle nelle calze ad altezza ascellare. Però. Professo in questa sede la mia fede nel colpo d'aria. Ci credo. Ho visto persone accasciarsi pietosamente, colpite dall'aria dopo un pranzo lungo e difficile; corpi esanimi e colli torti dopo che l'aria aveva colpito ancora, tutti caduti come mosche, abbattuti dai feroci colpi assestati dal nemico; schiene incriccate e cervicali che si risvegliano agguerrite.Con me si vede che l'aria predilige l'occhio, perché sennò come si spiega quell'occhio rosso e dolorante che ogni tanto mi dà il buongiorno la mattina allo specchio e che mi fa sentire menomata per qualche ora per poi tornare normale? Anche se non ho mai capito com'è che st'aria mi colpisca di notte, visto che dormo con le finestre chiuse.Sarà che sono miope dall'età di sette teneri anni e che conosco in dettaglio persino la mia retina, avendola fotografata per evidenziarne eventuali assottigliamenti sospetti? Dopo che mi avevano folgorato l'iride con un collirio dilatante -roba da restare abbagliati dalla lucina del flash per 10 ore?
Chissà, forse davvero, come fa intendere Mitzman, ignoranti is better.

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