(Hitchcock)
Regia di Sacha Gervasi
con Anthony Hopkins (Alfred Hitchcock), Helen Mirren (Alma Reville), Scarlett Johansson (Janet Leigh), Toni Collette (Peggy Robertson), Danny Huston (Whitfield Cook), Jessica Biel (Vera Miles), Michael Wincott (Ed Gein), James D’Arcy (Anthony Perkins), Michael Stuhlbarg (Lew Wasserman), Ralph Macchio (Joe Stefano), Kurtwood Smith (Geoffrey Shurlock).
PAESE: USA 2012
GENERE: Commedia biografica
DURATA: 98’
Hollywood, 1959. Reduce dal successo planetario di Intrigo Internazionale, Hitch decide di adattare per lo schermo il romanzo Psycho di Robert Bloch, ispirato alle gesta del serial killer Ed Gein. La Paramount, preoccupata per i contenuti violenti, gli volta le spalle. Aiutato dalla fedele moglie Alma, se lo auto produce. Sarà il suo più grande successo di pubblico.
Basato su un saggio di Stephen Rebello dal titolo inequivocabile (Alfred Hitchcock and the making of Psycho), è un interessante e godibile biopic che indugia sul rapporto tra l’ipocondriaco, capriccioso, geniale sir Alfred e la grintosa, innamorata, devota (ma mai accondiscendente) Alma. Nel riproporre l’arcaico tema del dietro ogni grande uomo c’è sempre una grande donna, la sceneggiatura di John McLaughlin offre spunti assai interessanti sulla figura dell’artista cinematografico. Più mamma che moglie, Alma fu davvero il consigliere numero uno di Hitch: pur raramente accreditata, fu supervisore di quasi tutti i suoi lavori. Non originalissimo nell’affrontare il tema dell’artista proiettato DENTRO la storia (Hitch ha degli incubi con protagonista Ed Gein), ma delizioso nel raccontare e ricostruire la Hollywood colorata dei primi anni ’60 e nel sottolineare la genialità di un regista che a 60 anni seppe reinventarsi girando un film lontano dalle sue corde ma che divenne uno spartiacque (fu il primo horror “moderno” della storia del cinema). Dialoghi ottimi, intrisi di un umorismo sardonico e sospeso che a molti critici ha ricordato un po’ Wes Anderson e un po’ i fratelli Coen. Al di là delle ispirazioni, vere o presunte, di Gervasi (già sceneggiatore di The Terminal di Spielberg), è un film dall’umorismo decisamente hitchcockiano. Perfetti i trucchi di Howard Berger (vedi intervista su nehovistecose) e Gregory Nicotero, in grado di echeggiare i personaggi REALI senza scimmiottarli o ricorrere alla caricatura, così come perfette sono la fotografia di Jeff Cronenweth e le musiche di Danny Elfman. Un film imperdibile per chi ama Hitchcock, ma anche per chi ama il cinema: il gioco di rimandi tra vita e arte – Hitch spia le attrici proprio come il folle Norman – è assai riuscito.