Prologo
Io non odio le mosche. Mi provo a non odiare nulla nella vita, tanto meno le mosche. Va detto che in zona tropicale ce ne sono parecchie ma finché girano alla larga non ho niente contro di loro. Quando però mi ronzano attorno con troppa insistenza, quando passeggiano sul bordo della tazza del caffè, poi sullo schermo, poi sulle dita, insomma… quando esagerano, allora le ammazzo – se ci riesco – a mani nude, con un applauso spietato che chiosa la loro breve vita e celebra al contempo la fine più gloriosa, quella intercorsa in un cavalleresco scontro corpo a corpo.
Negli anni ne avrò ammazzate migliaia in questo modo, ormai posso dirmi un professionista – one shot, one kill – ma io non ho nulla contro le mosche, davvero. Non passo le mie giornate inseguendole a mani tese o pensando a una soluzione finale per debellarle, non provo piacere ad ucciderle, non le considero esseri inferiori, non ho davvero nulla contro le mosche, finché non mi rompono le palle.
Post
La storia, soprattutto quella recente, è davvero piena di contraddizioni.
Prendiamo il caso di Adolf Hitler che, tra le altre prodezze, come tutti sappiamo sterminò un numero imprecisato di ebrei e condusse una guerra mondiale contro il resto del mondo, Stati Uniti in testa. Siamo tutti d’accordo che Hitler ordinò l’eliminazione di moltissimi ebrei – forse non proprio così tanti come si dice – e che fece la guerra contro gli USA? Sì, sono fatti comprovati.
A ben vedere, però, sappiamo anche che Hitler fu finanziato a più riprese da investitori ebrei ed americani (uno su tutti nonno Bush, Prescott Bush), sappiamo che addirittura lo stesso Hitler aveva sangue ebreo (non molto, ma ce n’era) nelle vene. Anche questi sono fatti comprovati.
Il paradosso è palese: abbiamo degli ebrei e degli americani che finanziano un meticcio ebreo che stermina ebrei e bombarda americani. La realtà supera l’immaginazione… eppure tutti questi fatti sono comprovati, lo ripeto, non possiamo che considerarli ‘veri’.
Nonno Bush raddrizza la tesa a Nixon
A questo punto si potrebbe replicare che ci sono sempre le pecore nere, che qualche mela marcia priva di scrupoli la trovi dappertutto. Vero, se non fosse che la famiglia ebrea che più di altre finanziò Hitler è oggi, come credo fosse già allora, la più potente famiglia del pianeta e che l’americano che finanziò il Furher vide in seguito il figlio ed il nipote diventare presidenti degli Stati Uniti D’America. Coincidenze? Direi di no. La scusa dell’eccezione, della pecora nera, non regge.
Evidentemente, se tutti questi fatti sono veri, devono anche essere connessi tra loro da legami logici. Se ne deduce, per esclusione, che è il nostro modo di descriverli ad essere sbagliato. Il caso non esiste, mettiamocelo nella zucca. Dobbiamo solo trovare un modo differente per definire ciò che accadde.
Spolveriamo la lavagna e riscriviamo senza aggettivi, luoghi comuni e pregiudizi: ci furono degli uomini d’affari che finanziarono un capo popolo, quello sterminò della gente e provocò una guerra mondiale. I finanziatori di quel capopopolo sono a tutt’oggi tra le persone più potenti del pianeta, se non le più potenti.
Questi sono i dati nudi e crudi. Che la guerra sia un grande business l’abbiamo già detto e ripetuto, le ragioni di nonno Bush (e di chi rappresentava) ci sono quindi chiare. Del perché i Rothschild finanziarono anche Hitler, con la ragion di poi, ci siamo fatti un’idea: essere i reggenti del mondo val bene una guerra mondiale. In effetti, fu un ottimo investimento per entrambi.
Resta da chiarire perché furono accoppati soprattutto gli ebrei e perché furono anche degli ebrei a pagare affinché ciò accadesse.
Resta da chiarire perché le famiglie che finanziarono Hitler e lo sterminio anche degli ebrei siano oggi in ottimi rapporti con la meglio comunità israeliana, la stessa nomenclatura che ostenta pervicace indignazione per ciò che accadde settant’anni orsono e che non perde occasione per coinvolgere emotivamente noi che non c’entriamo nulla con la shoah, la stessa comunità israeliana che non ha mai smesso di fare affari con chi perpetrò quelle atrocità.
Resta da chiarire perché di queste macroscopiche contraddizioni non paia volersi accorgere nessuno.
Epilogo