Da anni, Laura Rovida, 35 anni, faceva il filo al mondo della tessitura. La sua storia è leggermente differente da quelle solitamente presenti sul blog: all’università, infatti, lei si è iscritta proprio con l’obiettivo di approfondire la conoscenza della tessitura e l’esperienza nell’artigianato artistico, e ha lasciato la provincia di Grosseto, dove poi è tornata, per trasferirsi in Gran Bretagna a studiare Fashion and Textile Design presso il Bradford College. Oggi lavora nel laboratorio che ha aperto, Rovida Design, nel Comune di Manciano (Gr), dedicato appunto alla progettazione tessile e artigianato artistico di accessori e capi d’abbigliamento e arredamento, ovvero di pezzi unici o in piccola serie, tramite l’uso di telai manuali e seguendo criteri di sostenibilità ambientale.
Come hai imparato il tuo mestiere?
«Mi sono avvicinata per la prima volta alla tessitura a mano tredici anni fa e inizialmente sono stata qualche mese presso un laboratorio artigiano toscano come apprendista. Un paio di anni dopo sono venuta a conoscenza del fatto che nei Paesi Scandinavi la tradizione della tessitura a mano è ancora piuttosto forte e ci sono istituti che formano figure professionali specializzate in artigianato artistico. Il desiderio di frequentare una di queste scuole mi ha spinto a scrivere molte lettere di presentazione fino a quando una di queste mi ha risposto accettandomi come studentessa straniera. Ho trascorso a Loimaa (un paesino nel sud ovest della Finlandia) un inverno immersa nello studio della tessitura, nell’attrezzatissimo laboratorio della scuola ho imparato a lavorare con i telai a licci e pedali a contromarcia, sperimentando con diverse fibre e tecniche diverse. Un’esperienza formativa che mi ha segnato profondamente!».
E dopo?
«Al mio rientro in Italia la sete di conoscenza non si era affatto placata, la mia attenzione si è rivolta allo studio delle strutture tessili e grazie ad una borsa di studio della Comunità Europea (progetto ILA) ho avuto l’opportunità di approfondire per un anno tale aspetto presso “Studio Aphorisma” con Anna Silberschmidt che è diventata per me un punto di riferimento imprescindibile. Ed è stato proprio grazie alle esortazioni di Anna che mi sono iscritta infine al corso universitario di Design Tessile in Inghilterra».
Formazione e applicazione concreta, teoria e pratica si sono intrecciate in maniera sinergica nella tua esperienza…
«Sì, e ritengo che il lavoro artigianale contemporaneo sia strettamente connesso con il sapere intellettuale. La distinzione tra lavoro manuale e intellettuale, di cui ancora si sente parlare quando ci si riferisce all’artigianato, nel caso della mia attività credo sia anacronistica e poco rispondente alla realtà dei fatti».
Quali prodotti realizzi nel tuo laboratorio?
«Realizzo accessori per abbigliamento quindi sciarpe e scaldacolli. Gli scaldacolli sono diventati il mio prodotto di punta in quanto sono progettati senza cuciture in modo che siano completamente reversibili: oggi un colore, domani un altro! E dall’evoluzione del collo giro unico nasce il collo doppio giro indossabile in vari modi. Tra i capi d’abbigliamento il “MagliaTessuto” è un maglione multifunzionale, realizzato unendo la tecnica della tessitura a quella della maglieria. Inoltre progetto capi multifunzionali che incarnano lo stile di vita eclettico contemporaneo, in particolare traduco nei miei prodotti l’esigenza alla flessibilità tipica della mia generazione. Mi dedico anche a progetti d’arredamento d’interni personalizzati: copriletto, plaid e arazzi con lane autoctone italiane e toscane, tinte con pigmenti vegetali».
Quali sono gli step necessari per aprire un’attività di tessitura a mano?
«Una volta che si ha alle spalle una buona e solida formazione professionale, gli step necessari sono gli stessi di qualsiasi altra attività di artigianato artistico: consultare e scegliere un commercialista ed imparare a districarsi nel caos delle leggi italiane e dei diversi regimi».
E quanto occorre preventivare di investire, almeno per iniziare?
«Poco sotto i 10mila euro se si decide di lavorare inizialmente da casa, in modo da abbattere i costi fissi e investire pian piano nella crescita dell’attività. Se invece si decide di aprire fin da subito un laboratorio aperto al pubblico, in quel caso si passano i 10mila».
Come ti promuovi?
«Utilizzo il mio sito che è appena stato rinnovato, grazie alla vincita del concorso Oma2040, e sul quale è stato fatto un grande lavoro grafico e sui testi. E poi c’e’ anche la pagina Facebook di Rovida Design e un profilo su Pinterest».
Dove vendi per lo più?
«Il mio mercato di riferimento è stato soprattutto italiano fino ad ora, con qualche contatto in Irlanda, Finlandia ed Inghilterra. Cercherò di estenderlo il più possibile ai Paesi della Comunità Europea nel prossimo anno».
Progetti futuri?
«Al momento ho aperto un Temporary Lab/shop a Capalbio Scalo, fino alla fine di Settembre sarò lì e il progetto è quello di poter ripetere l’esperienza la primavera prossima. Mentre da agosto in poi per la stagione invernale l’intenzione è quella di promuovere il mio nuovissimo shop on-line che permette di ordinare alcuni prodotti su misura direttamente tramite un format dallo shop o di poter personalizzare un capo scegliendo tra le diverse opzioni disponibili».