Ho fatto tredici!

Creato il 13 maggio 2011 da Rickycarini
"Ho fatto tredici al totocalcio!" oppure, "ho vinto la lotteria di capodanno!" (come nel film con Paolo Villaggio, correva il 1989). Erano queste le frasi per dire di aver vinto un grosso premio in denaro. Oggi si propende a chiedere  "hai fatto sei al superenalotto?" visto che gli altri sport, chiamiamoli così, sono in decadenza. E già, negli ultimi anni abbiamo assistito alla proliferazione dei giochi a premi in tutte le salse e in tutte le forme.
Visto che parlo di  grosse somme, ne elenco qualcuna anche io se permettete.Le parti in gioco sono tre: i concessionari di giochi, lo stato e il giocatore. Entro la fine di quest'anno il giro d'affari relativo a giochi, lotterie e simili arriverà a sfiorare la cifra pazzesca di ottanta (!) miliardi di euro. Le dieci concessionarie principali si spartiranno quasi la metà dell'incasso, l'altra quasi metà andrà a gestori e concessionari minori. Il giocatore ci perde quasi sempre. E lo stato? Lo stato italiano incassa il dieci per cento, otto miliardi circa. Miliardi eh, non milioni. E' una bella cifra. Per fare un confronto vi dico solo che i tagli previsti per la scuola ammontano a quattro miliardi e cinquecentosessantuno milioni ogni anno dal 2012 al 2014 (tabellone pagina 37 del documento approvato dal consiglio dei ministri). In tre anni lo stato guadagnerebbe dal gioco circa venticinque miliardi. E dove finiscono tutti questi soldi? Mah, non si sa, ognuno si faccia le proprie riflessioni. Il fatto secondo me è un altro però. Invece che venire incontro a cittadini che fanno fatica ad arrivare alla fine del mese cosa fanno? Mettono i distributori di gratta e vinci ovunque, giochi on-line, e slot machine in ogni angolo. L'ultima uscita di Tremonti (convertire il resto della spesa al supermercato in una giocata) mi sembra francamente troppo. La vita è dura, così si va verso la ricerca della felicità con una vincita facile. E non è così che deve andare.Ora, governi di tutti i colori e di tutti i segni hanno sempre sbandierato il vole essere vicini alle famiglie con aiuti economici, ma qui casca l'asino. Si dovrebbe limitare il dilagante espandersi di sale scommesse e mini casinò, in netta crescita, senza che comuni e municipi diano il loro parere. Lo stato deve mettere un freno, ma parlo al vento...non credete? Finché ci mangia sopra pure lui che interesse avrebbe a dire stop? Ma questo sarebbe un buon segno per venire incontro ai problemi economici del popolo, in quanto spesso il cittadino-giocatore diventa dipendente e rischia seriamente di compromettere la propria esistenza nel segno del gioco. Non si deve vietare il gioco, sia mai, ma almeno regolamentarlo seriamente.E in ricordo di quando ero bambino cito una frase che mia nonna Anna mi diceva sempre: "il gioco del lotto? Vince sempre lui!" Uno che vince ci deve essere sempre...

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