
Devo necessariamente affrontare una notizia che ad Andrea non è piaciuta per niente e che, presumo, dovrà elaborare con molta calma: la Warner Bros Pictures e la Legendary Picture hanno deciso di far rivivere l’icona del cinema giapponese per eccellenza: Godzilla.
La creatura di Toho sarà infatti protagonista di una nuova spettacolare avventura che la contrapporrà a noi: le creature più malevoli e scientificamente arroganti della Terra, per intenderci.
Stavolta, sono contento! Ci vuole un film che mi faccia dimenticare il Godzilla di Roland Emmerich.
Eh sì, perché la faccenda è rimasta irrisolta (se così si può dire) nella mia mente come in quella di qualsiasi altro spettatore.
Le critiche per quel film furono terribili (anche se lecite, obiettive e dannatamente veritiere), il mito del mostro risvegliato dalla bomba atomica morì nel giro di due sequenze e poi ci fu un accanimento di effetti speciali, sacrificando l’impianto narrativo della sceneggiatura.
In fondo, per una volta, guardo con poco senso di nostalgia a un film e lo vedo per quello che fu: un disastro, la morte clinica di un saurone che non era riuscito a sopravvivere nelle mani dei produttori americani, un pessimo tentativo di furto tra due cinematografie nazionali diverse…
Lo dico pubblicamente: preferisco accettare l’esistenza di questo nuovo capitolo di Godzilla, tollerandone anche i possibili errori, piuttosto che sapere che l’unico film americano prodotto sul mostro era, è e rimarrà quello di Emmerich.
E ora, impermalositevi pure nel constatare questo «Benvenuto, mostro. Distruggi pure tutti i grattacieli che preferisci!»
Fabio Secchi Frau
