Un celebre aforisma di Brecht, inflazionato peggio di Jingle Bells il 24 dicembre, recita "Ci sedemmo dalla parte del torto, visto che tutti gli altri posti erano occupati".
Ecco, io non appartengo a quella categoria... quando vedo i posti occupati, solitamente combatto per sedermici se ritengo che spettino a me; purtroppo a volte si tratta di una lotta impari.
Se per esempio un noto sito femminista pubblica un video di un minuto e 56 secondi che dovrebbe riassumere 10 ore di "molestie sessuali" ai danni di un'attrice che cammina per New York, scrivere che si tratta di una stronzata vile, fatta in malafede e che criminalizza comportamenti anche innocenti, attira un unico tipo di risposta, espressa in toni più o meno espliciti: "tu sei dalla parte dei molestatori".
Accidenti come deve essere comoda la vita dalla parte della ragione...
Scendiamo un po' nel dettaglio allora. Nel video l'attrice Shoshana B. Roberts cammina per le strade di New York "vestita in modo da non attirare l'attenzione".
Questo è già falso: jeans attillati e leggings attirano l'attenzione eccome, e su una specifica parte del corpo per giunta. Ovvero il posteriore, che nel caso della Roberts si può definire "importante". Ora, è cosa ben nota che i gusti sessuali varino di parecchio tra le diverse etnie: mentre per gli indoeuropei un posteriore abbondante non sempre è tra i desiderata, tra i latinoamericani e gli afroamericani lo è molto di più.
Casualmente, si tratta anche delle popolazioni che, per fattori culturali, hanno meno remore all'approccio nei confronti di una ragazza; un po' meno casualmente, l'attrice nel suo percorso (o almeno nella parte che viene mostrata nel video-riassunto) sceglie strade popolate in larghissima maggioranza da queste due etnie.
Su questo aspetto però si può e si deve sorvolare, l'aspetto di una ragazza o il suo abbigliamento non devono essere discriminanti nel giudicare un comportamento maschile.
Andiamo oltre: nel video l'attrice viene importunata diverse volte. Due persone si mettono a seguirla per diversi minuti: uno in silenzio, l'altro continuando a parlarle nonostante lei palesi il suo disinteresse ignorandolo del tutto. Comportamenti assolutamente inquietanti e preoccupanti. Molti altri ragazzi le si rivolgono con toni tutt'altro che educati: spesso esordiscono con "What's up cutie" (Ehi, bellezza!) o simili espressioni.
Altri la salutano semplicemente con "Hi" (ciao) o "Have a nice evening" (buonasera).
Tuttavia sia il titolo del video, sia il messaggio di accompagnamento con cui è stato diffuso sui social media ("You can't believe how many times this girl gets harassed while walking in NYC" - tipico click-baiting in stile Grillo, tra l'altro), non fanno alcun tipo di differenza tra questi comportamenti.
Vengono tutti definiti con un solo termine: molestie sessuali.
Il video sostiene che in tutto l'attrice è stata "molestata" 108 volte in 10 ore: tra i molestatori sessuali vengono inclusi anche quello che ha tutta l'aria di essere un cameriere fuori da un ristorante, che saluta con "Good evening, Miss" (buonasera signorina) e un ambulante che saluta con "Hello".
Tutti.
Molestatori.
Sessuali.
Un video del genere dovrebbe far rivoltare le budella per la malafede, l'evidente intento capzioso, e la banalizzazione che fa del termine. Invece no: da una parte cori di donne urlanti "ecco, guardate cosa dobbiamo subire noi povere fanciulle ogni volta che camminiamo per strada!" e dall'altra parte uomini in ginocchio che si cospargono il capo di cenere "Oh, mea culpa, mea culpa, mea maxima culpa! È vero, siamo responsabili di questo terribile stato di cose! Facciamo tutti un esame di coscienza e smettiamo di interagire in qualunque modo con gli sconosciuti se sono donne e attraenti. In caso dovessimo chiedere indicazioni stradali assicuriamoci che sia un maschio o se proprio deve essere una donna che almeno abbia più di 80 anni!".
Poi naturalmente un uomo fa la stessa cosa e riceve circa 30 complimenti in 3 ore, stesso tasso orario. Voleva dimostrare che la spesso la situazione non è così tragica, può capitare a tutti di venire salutati, ma non se lo fila nessuno: la vita dalla parte della ragione è davvero comodissima.
A questo punto uno ci proverebbe anche a far notare che un saluto educato non può essere considerato molestia sessuale, ma oramai la cavalleria è schierata, e hanno tutti la risposta pronta: la Treccani.
Sulla Treccani tra i significati di "molestia" il primo è assimilabile a "fastidio". Quindi se una donna viene infastidita dal tuo saluto, anche educato, è una molestia; e siccome nella maggior parte dei casi il tuo approccio è volto ad una conoscenza eventualmente destinata ad acquisire senso biblico, è molestia sessuale.
Se sapessi arrampicarmi sui vetri in questo modo invece di discutere di queste idiozie mi vestirei con un costume rosso e blu e andrei a combattere contro Goblin e Dr.Octopus: sulla Treccani esistono più significati per un motivo. Non è che si può usare solo quello che fa più comodo.
Se una ragazza torna a casa e racconta di essere stata "molestata sessualmente", i genitori, i fratelli/sorelle e il fidanzato non percepiscono che è stata "infastidita". Percepiscono qualcosa di ben più grave, di molto più vicino allo stupro che al saluto educato.
"Comportamento molesto" e "molestia" possono essere sinonimi nel loro significato etimologico, correttamente riportato dal dizionario. Non lo sono per come vengono utilizzati nel linguaggio, quindi non ci prendiamo in giro.
"Molestia" ha inoltre un altro ambito di significato, ed è quello giuridico. La molestia è reato, non è un termine che si può campare per aria. Se io dico "buonasera" ad una ragazza, e lei risponde che la sto molestando sessualmente, io, oltre a chiamare la neurodeliri, chiamo pure l'avvocato, perché mi sta calunniando (e se lo sta dicendo a voce alta, rischio anche il linciaggio della folla).
Poi arrivano le femministe, quelle vere (si fa per dire... fortunatamente il femminismo vero sta da tutt'altra parte), quelle che hanno studiato su prestigiosi siti internet, laureate in vittimismo e far sentire in colpa il maschio.
E spiegano perché tutto può essere molestia sessuale: non dipende dal comportamento che viene messo in atto, ma da come questo viene percepito.
Dunque, se la donna si sente infastidita o a disagio, è molestia sessuale. Ovviamente gli uomini sono tenuti a sapere prima se un "buonasera" potrebbe infastidire la destinataria: come è noto siamo tutti dotati di poteri telepatici, e le donne d'altra parte girano tutte con un cappello a semaforo che indica la loro disponibilità al dialogo.
Chiariamoci: le molestie sessuali esistono, sono cose gravi e in quel video ce ne sono: i tizi che si mettono a seguire l'attrice per diversi minuti sono in tutto e per tutto dei molestatori, l'insistenza e la petulanza necessari a definire la molestia anche dal punto di vista giuridico sono presenti.
Però ora sappiamo che il comportamento non conta: se una ragazza ignora uno che la segue perché è di buon umore e sta pensando ai fatti suoi, quella non è molestia.
Se invece una ragazza è infastidita da un "ciao" perché l'hanno appena segata ad un esame e ha le sue cose, allora quella è molestia.
In questo video, un ragazzo approccia una sconosciuta con un "What's up cutie?" (non l'approccio più educato di questo mondo, diciamo), e lei all'inizio ne sembra infastidita.
Lui però insiste, mentre apre la portiera della sua Lamborghini, e lei cambia stranamente opinione. Se ne potrebbe quasi dedurre che senza la Lamborghini sarebbe stata molestia sessuale, con la Lamborghini invece non lo è.
Sembra paradossale, ma il sito di Hollaback, che ha girato e diffuso il video, non solo sostiene questo, ma sostiene anche che le molestie da strada dovrebbero diventare reato sulla base unicamente della percezione femminile. La scena di uno che saluta educatamente una ragazza, e lei lo acceca con lo spray al peperoncino, lo prende a calci nelle palle e mentre lui si contorce a terra chiama la polizia per farlo arrestare nella testa di chi ha fatto questo video non è una visione surreale: è una grande vittoria, un grande momento di giustizia e di riscatto per la popolazione femminile.
Quindi secondo loro, Giovanardi ha tutto il diritto di sentirsi sessualmente molestato da due gay che si baciano per strada; e io ho tutto il diritto di pestare a sangue uno che mi chiede l'ora, basta che dica di averlo percepito come molesto. Oppure solo le donne hanno questo diritto?
Non fate questa domanda sui forum delle femministe americane, potreste rimanere molto stupiti dalla risposta.
Se però difendi il tuo diritto di approcciare una ragazza con un saluto educato e senza insistenza, offri il fianco all'attacco personale: quindi tu sei un molestatore.
Purtroppo no: vorrei***, ma non lo sono. Sono troppo timido per salutare una ragazza carina senza ingenti dosi di etanolo catalizzatore. Se incrocio una ragazza bellissima riesco solo a guardarla, distogliendo lo sguardo in maniera imbarazzata se lei se ne accorge.
Per fortuna le femministe sono state così gentili da creare una campagna anche per il sottoscritto (iniziavo a sentirmi un po' stronzo sapete...): anche lo sguardo è una forma di stupro.
Speriamo che la fanciulla nella foto qui a sinistra non scopra mai la differenza...
Infine arrivano i peggiori: gli uomini pentiti. Quelli che di fronte a questi video fanno atti di contrizione per il solo fatto di avere il cazzo. "Hanno ragione... noi pensiamo che un saluto sia una cosa innocua, ma non possiamo sapere come si sentono. Non possiamo capire".
Amici, un bel respiro, vi do una notizia: si chiama "astrazione". È un procedimento mentale noto circa da Platone in avanti.
Serve proprio a quello, a capire le cose anche senza sperimentarle di persona. Per esempio io, pur avendo entrambe le mani e gli occhi, sono piuttosto sicuro che essere cieco e monco non sia la più piacevole delle esperienze: non ho bisogno di sperimentarlo.
Allo stesso modo, posso capire che a seconda dell'umore anche un "buonasera signorina" possa essere fastidioso, ma riesco comunque a vedere la differenza rispetto ad uno che ti si siede davanti sul pullman e si masturba.
Ma i posti dal lato della ragione sono così comodi, che ci si inventa davvero qualunque cosa pur di occuparli... tipo questo articolo (che qualcuno nella redazione condivide anche). Già dal titolo si capisce che è chiaramente dadaista: "Sono molestie anche quelle che non sono molestie". La spiegazione è sublime, la cito letteralmente: "In pratica, ogni apprezzamento per strada è una potenziale minaccia di stupro".
Siccome esiste lo stupro, anche tu che dici buonasera sei un potenziale stupratore, pertanto la donna ha ragione di sentirsi impaurita e traumatizzata.
Nella prossima puntata, intitolata "perché sono dittatori anche quelli che non sono dittatori" l'autore ci spiegherà perché, in pratica, ogni uomo coi baffi che si interessa di politica è una potenziale minaccia di genocidio.
Mi spiace, ma io con gli stupratori ho in comune solo il pisello: non è abbastanza perché mi chiediate di sentirmi in colpa se saluto. Io sono responsabile per me stesso: se un maiale segue una ragazza per diversi isolati, è un molestatore. Se un maleducato urla ad una ragazza "ehi, bel culo", è un maleducato.
Se io dico "ciao", non c'entro un accidente né col primo, né col secondo, né con lo stupratore. Non mi si può togliere il diritto all'approccio educato perché qualcun altro ha comportamenti maleducati, né mi si può criminalizzare allo stesso modo solo in quanto pene-dotato. L'ovvio corollario è che chi con le vittime ha in comune solo la candida rosa, potrebbe anche smetterla di sentirsi (e porsi come) la vittima di violenze che non ha subito.
Altrimenti tanto vale considerarci tutti quanti responsabili dei crimini di Stalin, in quanto anche noi forme di vita basate sul carbonio.
Luca Romano
@twitTagli
*** Ho scritto "vorrei", è vero. Visto che siamo in un universo di coltelli perennemente affilati, specifico subito che a) è ironia [o meglio, autoironia] e b) significa "vorrei avere quella sfrontatezza", non "vorrei infilare manacce ovunque a quelle che passano per strada". Non dovrebbe essere necessario specificare, ma meglio mettere le mani avanti.