Ho letto Nancy Kress

Da Sambruno
Mendicanti in Spagna, di Nancy Kress
Alla fine del XXI secolo l'uomo sta perdendo la capacità di procreare. I bambini sono oggetto di desideri e di egoismi tra i più sfrenati e molti ricorrono alla genetica per l'inseminazione artificiale, ma soprattutto per modificare gli embrioni perché generino una prole con particolari ed esclusive caratteristiche. In questo romanzo l'autrice racconta con sensibilità la toccante vicenda dei tre protagonisti alle prese con un rischioso esperimento genetico. Gli esiti non saranno quelli sperati e l'esperimento costituirà una minaccia per tutta la società umana. Con questo romanzo Nancy Kress ha vinto il Premio Nebula nel 1991 e il Premio Hugo nel 1992.
Romanzo breve che affronta temi interessanti, partendo da quello della manipolazione genetica - che mi affascina da sempre. In questo caso, si tratta di una manipolazione per creare individui che non abbiano bisogno di dormire, essendo il sonno un meccanismo di difesa preistorico, utile quando "i nostri antenati pro-mammiferi si erano riempiti lo stomaco e avevano seminato il loro sperma dappertutto" - per cui il sonno li teneva lontani dai predatori - ma inutile in una società avanzata, in cui non c'è più pericolo per l'uomo.
Ho preso questo romanzo alla cieca, sapendo solo che Nancy Kress è una delle scrittrici di hard sci-fi più apprezzate, insieme alla Le Guin... È stata una delusione.
La storia degli insonni e delle ripercussioni dell'esistenza di questi homo perfectus in una società immobile, chiusa e timorosa - data da milioni di normali mediocri che si sentono minacciati e sono invidiosi di un migliaio di individui diversi - è interessante. Non c'è una netta distinzione dormienti = cattivi che approfittano della genialità degli insonni e insonni = buoni che condividono generosamente il frutto del loro lavoro con chi non può contraccambiare con un'uguale partita.
Gli insonni, i potenziali oppressori, sono spesso quelli oppressi, ma dai discorsi e dalle azioni di quello che diventerà un gruppo a se stante, chiuso quanto la società che li rifiuta, emerge chiaramente che non sono vittime. E si intuisce che la loro battaglia potrebbe andare oltre quelle legali per la costruzione del Santuario.
Leisha Camden, la protagonista, segue la filosofia dello yagaismo: reciproco scambio di prodotti di pari valore, sulla base di un contratto volontario. La sua ricerca di una normalità che non guardi alle differenze e alla superiorità di una razza è improntata al libero scambio, anche se i dormienti non sono in grado di darle quanto lei dà loro: Leisha crede in un ritorno a lungo termine, che porti i benefici di una vera integrazione e alla cessazione dell'ostilità.
Non tutti gli insonni, però, la pensano come lei.
Mendicanti in Spagna è il primo romanzo di una trilogia. Non è detto che, più in là, non recuperi gli altri due, nonostante questo non mi abbia entusiasmata. La curiosità di scoprire come andrà a finire, dopo tutto, me l'ha lasciata. È stato grazie a questa riflessione finale di Leisha:
A Tony disse: - Sì, ci sono dei mendicanti in Spagna, che non danno niente, non fanno niente. Ma non ci sono solo mendicanti in Spagna. Se ti allontani da loro, ti allontanerai anche da quel dannato paese. E ti allontanerai anche dalla possibilità di istituire un'ecologia dell'aiuto.
È questo che voleva Alice tanti anni fa nella sua stanza. Incinta, spaurita, arrabbiata, gelosa, voleva aiutare me, e io non gliel'ho permesso perché non avevo bisogno di quell'aiuto. Ma ora sì, ne ho bisogno. I mendicanti hanno bisogno di aiutare oltre che di essere aiutati.
Le informazioni scientifiche fornite da Nancy Kress sono ben distribuite: non sono massive e nemmeno invasive; fanno davvero parte della storia, non sono buttate lì per dire al lettore "to', questo è il background", e si assimilano facilmente.
Ma il problema, per me, è che non c'è un guizzo d'emozione nemmeno a cercarlo con il lumicino. È tutto estremamente piatto: stile, personaggi, persino l'evento - una morte violenta - che segna la svolta in un racconto lungo e noioso prima, lungo e noioso dopo.
Sono solo 155 pagine e le ho lette in quattro giorni: uno sproposito, per me; ma Leisha e gli altri non mi hanno fatto sentire nulla, alla faccia della vicenda, tutt'altro che banale.
Di Nancy Kress, però, ho già acquistato altri romanzi: le trame mi hanno incuriosita. Spero in una lettura più avvincente.


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