Pensate. Quante sono le coincidenze che ci troviamo davanti nel corso di una vita? Sembrerebbe quasi che qualcuno si diverta a farci vivere questa vita. E quante sono le facce disgustose che siamo costretti ad incontrare ogni giorno?
Era qualche sera che non scrivevo. Forse avevo il tanto famoso blocco, o forse, più semplicemente, non ne avevo voglia. Ma, in fondo, che differenza fa?
Torniamo a noi. Nati per morire, tutti quanti. Paradossale. Viviamo in una bolla di sapone che può esplodere da un momento all’altro; qualcuna dura di più, qualche altra di meno ma, alla fine, scoppiano tutte. E non è finita. E’ un gioco talmente crudele che le bolle sono costrette a moltiplicarsi tra loro, dico costrette perché lo impone la natura. Terribile. Anzi, doppiamente terribile perché le bolle generate crescono sulla scia delle bolle generanti, portandone avanti ignoranza e idiozia, che vanno a braccetto.
L’altro giorno mi è capitato di accendere la tv ( e non accade spesso) e di fare un po’ di zapping. Il risultato è stato tremendo. Quanta merda ci fanno digerire e noi (VOI) lì fermi ad ingoiare. Che bravi che siamo (SIETE). Mangiamo merda e caghiamo noi stessi, tanto il cesso è abbastanza profondo. Un unico difetto, non si può SCARICARE.Niente e nessuno è prefetto, forse Mozart, Bach, Cezanne, Monet, Celine, Fante… lo erano. Ma sono morti, tutti stronzi morti. Il passato doveva avere qualcosa in più dei giorni nostri, ora gente così non ce n’è. Strano. Sembrano essersi estinti. I geni non esistono più, solo mezzeseghe. Alcune dilettevoli, ma pur sempre mezzeseghe.
L’altro giorno navigavo in internet e sono capitato sul blog di uno pseudo-giornalistasegaiolo. Aveva addirittura creato una sorta di scheda che lo descriveva in terza persona! Era chiaro che l’aveva scritta lui. Coglione! Nonostante tutto ho letto un paio delle sue cose. Tutte merdate. Scrivevo meglio a 5 anni. Ogni volta che leggo questa gente mi sento improvvisamente orgoglioso del mio lavoro, mi galvanizzo; sono loro a darmi la forza di andare avanti e continuare a credere in ciò che faccio. Quindi grazie idioti! Di cuore. Per non parlare delle nuove uscite in libreria, per favore. Tutti lì a scrivere di triangoli sessuali e di omicidi irrisolvibili risolti da coglioni. Un coglione di chi può scrivere se non di un suo simile? Dov’è la letteratura? Dove cazzo è la letteratura? Per fortuna il passato ci ha lasciato qualche buon libro. Mi piace trovare riparo nei libri del passato: Baudelaire, Hemingway, Sartre, Fante, Joyce,Bukowski , Borges… ma non sono abbastanza. O meglio, ad un certo punto si sono fermati, sono morti e nessuno li ha sostituiti. Non che non c’abbiano provato. Risultato scadente. Molto scadente.
Ma nessuno sembra farci caso, la vita continua tranquilla. Casa, lavoro, automobile, università, colloqui, esami, lavatrice, apriscatole; queste sono le cose importanti. Il resto non importa a nessuno. Ma quando finiremo sottoterra? Cosa succederà? Porteremo tutto giù con noi? Tanta gente è morta già da viva. Ho incontrato poche persone vive. E’ facile riconoscerle, basta incrociare uno sguardo per capire se appartiene ad una persona viva. Molti non si preoccupano della morte proprio perché sanno che non può portargli via niente, niente che già non abbiano perso. NIENTE. A me la morte spaventa, io ho PAURA della morte. Non mi troverà impreparato. NO. NO. NO. La differenza tra me e la maggior parte della gente è che io non mi accontento. Non la voglio mica la lavatrice, che vada a fare in culo insieme al microonde e al digitale terrestre. Io voglio VIVERE. Quanta gente vive sul serio? Poca, fidatevi. E voi? Vivete? Sì? Avete le prove? Potete dimostrarlo? Non credo. Spero di sì, comunque. Io, intanto, me ne sto qui seduto a battere i tasti. E tu? Cosa stai facendo? Stai leggendo? Cosa? Me? Sono lusingato.
Avete paura del buio? Non so perché ma mi è venuto di chiedervelo. Il buio è spaventoso di per sé, proprio come concetto. Anche i più coraggiosi, nel loro intimo, lo temono, forse loro più degli altri perché devono farlo in silenzio. Anche il silenzio può essere spaventoso. A me non spaventa, il più delle volte mi rassicura. Mi ricorda di essere ancora vivo, in silenzio posso “sentirmi”, “ascoltarmi”. Mi piace. Ora ci sono, mi “sento”, sono qui, tra il rumore dei tasti che battono. Ma la luce è accesa. Ho paura del buio.