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Ho peccato

Da Enricogrz
Ero sicuro, sapeva che sarei arrivato. Attorno a me c'era il silenzio e l'unico rumore che qualcuno avrebbe potuto sentire era quello prodotto dalle mie scarpe al contatto veloce con il pavimento in lastre di marmo, che disegnavano rombi neri su sfondo bianco. In un angolo mi avvicinai a una struttura in legno e alla sua tendina porpora, era molto consumata, migliaia di persone l'aveva scostata prima di me. Ne ero certo e io stavo per contribuire a questo logorio, figlio delle colpe, di male scelte. Dopo essermi fatto spazio tra timori e tessuti, mi inginocchia e contrito mi avvicinai alla grata. La penitenza interiore non era stata sufficiente.
- Dimmi figliolo, cosa ti turba?- Padre, ho peccato...
Ero titubante, ammettere una colpa così sarebbe stato grave. Sarebbe stato meglio che il suo ricordo fosse morto nel tempo e con ardente fatica dentro di me. Non tutti i giri di lancetta restano nella memoria. Però mi decisi, almeno sarei stato certo di avere in futuro un potenziale commensale in meno e, comunque, meno gradito.
- Padre, ieri ho preparato il mio beneamato sugo con il pesce- Merluzzo?
Già me lo vedevo, perché in realtà me lo immaginavo da quanto intravedevo tra i forelli del pezzo di legno, che divide chi pecca e da chi perdona: era là seduto con l'acquolina in bocca.
- Sì, Padre, come sa costa poco e, se ben preparato - ed è facile da preparare -, è molto buono.- Quale è, quindi, figliolo, la cosa che ti turba? Lo hai rubato anche se solo pochi soldi servivano a farlo divenire tuo?- No, no. Qua non c'è né tuo né mio, si condivide. Lo sa bene. Ho fatto di peggio.- ... fatti coraggio, ti sarà dato perdono.- Padre, con il sugo al merluzzo ho usato...- ...- Ho usato le mezze maniche rigate- Con il pesce?- Sì!- VaaatteneeeEEEEE!!
Ecco, tolsi la tendina alle mie spalle e me ne andai con il rumore delle scarpe nascosto dalla sua voce, diventata all'improvviso perentoria. Non aveva gradito, ma nemmeno io al momento di mangiare. Ora, come premio di consolazione, perpetue petulanti avrebbero saputo di queste mie inaudite scelte, disprezzevoli e disdicevoli. Il premio? In futuro meno gente a cena.

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